BOLOGNA -ALTO RENO TERME Al Castello Manservisi “Libro grande e leggero” installazione giocosa di Irene Iorno e Francesca Manzini
SABATO 16 E DOMENICA 17 Le porte delle cantine del Castello Manservisi rimarranno aperte per giocre con le opere d’arte. Alle ore 17 di sabato le autrici presenteranno le loro istallazioni e le loro finalità. Si potrà parlare con loro e, con loro, esplorare i lavori. L’opera d’arte diventa gico: UN MODO PER LIBERARE ABILITA’, FANTASIA E PROTAGONISMO DI BAMBINE E BAMBINI , MA NON SOLO.
Bruno Munari ha detto che bisogna aiutare i bambini e le bambine a esercitare tutti i sensi, soprattutto nelle scuole materne dove si usano troppo presto i mezzi pittorici quando invece i bambini vorrebbero continuare ad esplorare…
Aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi e a sviluppare tutti i sensi, aiutiamoli a non perdere il senso della vita!
Munari realizza i primi libri plurisensoriali in Italia, si chiamano Prelibri, sono libri-oggetto, senza parole, per chi ancora non sanno leggere, ma che è lì presente con tutti i sensi, curios*, con la voglia di scoprire cose nuove e di fare le cose che fanno i grandi… Sono libri ‘illeggibili’, ma con stimoli visivi, tattili, sonori, termici e materici, pieni di sorprese. Fatti per aiutarli a immaginare, a fantasticare, a essere creativi. I Prelibri, in particolare quelli tattili, sono dunque frutto delle esperienze culturali e artistiche associate ad un’ attenta osservazione e frequentazione dei bambini e bambine a una profonda conoscenza della psicologia infantile.
Per i più avventurosi poi inventa un Libroletto… Ma che cos’è? Un libro o un letto? E’ un libro ‘abitabile’! Progettato da Munari con Marco Ferreri nel 1993 è formato da sei cuscini di materiali diversi di cm. 70×70. Le brevi frasi del testo sono scritte sul bordo del cuscino, non c’è un inizio o una fine: le pagine si possono staccare dal libro per comporre storie sempre nuove.
E nel 1994, a 87 anni, realizza il libro-opera Tavola tattile.
Proviamo a ‘sentire’ i materiali che vediamo – dice – : sulla tavola interamente rivestita da una superficie ruvida è appoggiata una fredda e liscia lastrina di metallo, caratterizzata da fessure… Un piacevole, caldo e morbido, pezzetto di pelliccia all’improvviso presenta qualcosa di duro: sollevandolo, troviamo una fredda biglia di vetro! Con questo Munari fa si che il tatto legga delle sensazioni che poi il cervello può elaborare nei modi più diversi.
Ma anche la vista può essere educata a vedere cose che non sempre si riescono a cogliere ed proprio su questo senso che Iorno e Manzini hanno pensato allestendo questa mostra.
Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 – Milano, 29 settembre 1998) è stato un artista e designer italiano.
È stato “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo“, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco.
Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari domina la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell’artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra.