BOLZANO – Adan, dicono che ti chiamavi così…
Aveva solo 13 anni,volato via, non so dove, libero dalla carrozzina, libero da queste infami tristezze disumane. La sua era una vita complicatissima, non a caso era su una sedia a rotelle, invalido grave per distrofia muscolare: è morto per infarto ed emorragia interna, da giorni dormiva all’aperto a Bolzano con mamma papà e altri 3 fratellini, una famiglia curda di profughi. Erano arrivati in treno dalla Svezia, che aveva rifiutato di prenderli con sé. Anche qui a Bolzano non hanno ottenuto alcun programma di accoglienza: “In Italia, secondo un’interpretazione della Circolare Critelli che esclude dai beneficiari dell’accoglienza i migranti non assegnati dal ministero dell’Interno, le autorità non hanno potuto garantire un alloggio al ragazzo, ai suoi genitori e ai tre fratelli di 6, 10 e 12 anni”.
Mercoledì l’asma e i dolori hanno richiesto il ricovero urgente ed è stato dimesso dopo poche ore dall’ospedale di San Maurizio. L’ultima notte l’ha fatta sul pavimento di una chiesa evangelica che non aveva chiuso le porte. E’ caduto dalla sedia a rotelle, a causa sembra di una barriera architettonica, proprio nel tragitto dalla Questura alla mensa della Caritas dove si stava recando con tutta la famiglia e si è fratturato tutte e due le gambe. I medici sospettavano un’infezione e stavano effettuando delle verifiche, ma la febbre è salita e le sue condizioni si sono poi aggravate velocemente fino al decesso, avvenuto nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Maurizio che aveva conosciuto pochi giorni prima…
Sappiamo quanto è avvenuto per l’interesse fin dall’inizio delle volontarie di Sos Bozen: “Il servizio Consulenza Profughi ha segnalato e sollecitato per iscritto e per via orale le istituzioni sulla situazione della famiglia. Dalle stesse è pervenuta risposta che la famiglia, in ragione della Circolare Critelli, non poteva ricevere accoglienza”.
Grazie alle associazioni come SOS, ai Verdi, alla comunità islamica di Trento e Bolzano, antifa Bozen, ad Antenne Migranti che ha riportato molto dettagliatamente tutto l’accaduto qui.
Finisce qui la storia, vi invito a pensare quanti fiumi di pagine potrebbero essere scritti su questa famiglia, su cosa hanno passato e continueranno a passare. E questa storia, a prescindere dalle indagini in corso, ci riguarda strettamente, da vicino, come fossero italiani, esseri umani.
Rimane la sua famiglia, tutta.
Spero ti segua sempre la Musica che da gioia forza e vita.
da AGORA