BRASILE – dopo l’assassinio di Marielle Franco continua la mobilitazione del movimento femminista
A seguito dell’omicidio di Marielle Franco, la consigliera uccisa il 14 marzo a Rio de Janeiro in quanto lesbica e femminista, molte giovani donne dalla pelle nera intendono entrare in politica per proseguire le sue battaglie antirazziste e antisessiste propongo l’articolo di David Lifodi
Il 14 marzo scorso Marielle Franco, giovane consigliera del Psol (Partido Socialismo e Liberdade) a Rio de Janeiro, fu assassinata a colpi di pistola insieme al suo autista Anderson Gomes all’uscita da una riunione che aveva al centro del dibattito la questione femminista e i diritti delle donne nere. Quei proiettili, peraltro in dotazione alla polizia militare carioca, erano diretti proprio a lei in quanto donna, nera, lesbica e favelada. Il crimine scosse fortemente il Brasile, ma da allora, sull’esempio di Marielle, si è registrata una sorprendente crescita del numero di donne dalla pelle nera che ha deciso di entrare in politica.
Ad esempio Dani Monteiro, 26 anni, lavorava nello staff di Marielle e sembra intenzionata a concorrere per l’Alerj (Assembleia Legislativa do Rio de Janeiro) in occasione delle elezioni che si terranno ad ottobre. Leci Brandão, deputata dell’Assembleia Legislativa do Estado de São Paulo per il PCdoB (uno dei partiti comunisti brasiliani) e seconda donna eletta all’Alesp in 184 anni, vede con favore il desiderio di molte giovani di fare politica, gran parte delle quali non iscritte ad alcun partito e finora attive soltanto nei movimenti sociali, ma rimaste colpite dall’omicidio di Marielle Franco perché hanno pensato che al suo posto avrebbe potuto esserci una di loro.
Tra le giovani che sicuramente parteciperanno alle elezioni per l’Alerj la funkeira MC Carol, ventiduenne cantante di musica funk che dopo l’uccisione di Marielle l’ha più volta citata e omaggiata nelle sue canzoni e si candiderà probabilmente per il Psol o per il PCdoB, dove già è presente una figura di peso come quella della deputata federale Jandira Feghali. Più in generale, tutte le giovani intenzionate a fare politica nei partiti vogliono proporre iniziative dedicate a migliorare i diritti delle donne e degli afrobrasiliani e a contrastare il crescente investimento nell’acquisto e nel commercio delle armi che sta prendendo sempre più piede in numerosi stati del Brasile. Secondo Talíria Petrone, consigliera del Psol e la donna più votata a Niterói, a seguito dell’omicidio di Marielle Franco il genere femminile è stato capace di trasformare il lutto in lotta e tutto ciò significa che lo spirito di Marielle è ancora vivo.
Eppure il Brasile è ancora il paese latinoamericano dove la rappresentanza politica femminile è più scarsa, solo il 10% secondo il libro Mulheres e Poder: Histórias. Ideais e Indicadores, scritto da Hildete Pereira de Melo, docente dell’Universidade Federal Fluminense, e dalla scrittrice Débora Thomé. Del resto, si tratta di dati non sorprendenti poiché la stessa Marielle era una delle soltanto 32 donne nere elette nella capitali degli stati brasiliani in occasione delle elezioni municipali del 2016 su un totale di 811 consiglieri. Le autrici del libro sostengono che la scarsa rappresentanza politica femminile è un controsenso a fronte di un elettorato composto al 52% da donne. Hildete Pereira de Melo e Débora Thomé sottolineano, inoltre, che anche le donne presenti all’interno dei partiti spesso non riescono ad ottenere incarichi di primo piano perché i cacicchi dei partiti sono composti quasi esclusivamente da uomini: per questo, spiegano, l’unica soluzione possibile, per il genere femminile, è quello di entrare in massa in politica per modificare le gerarchie.
Presentato pochi giorni dopo l’omicidio di Marielle, il libro Mulheres e Poder: Histórias. Ideais e Indicadores mette in risalto come siano molte in Brasile le Marielle le cui storie sono rimaste sconosciute, a partire da quella di Marli Pereira Soares, che all’inizio degli anni Ottanta fu vittima di una brutale aggressione alla quale sopravvisse e indicò la polizia come responsabile del crimine. Le autrici del volume ricordano anche le figure di Almerinda Gama, una delle costituenti del 1933, nera e sindacalizzata e Carlota de Queiroz, bianca, prima deputata nella storia del Brasile. È questa la strada che vogliono percorrere giovanissime come Leticia Gabriella da Cruz Silva, di 22 anni, intenzionata a candidarsi per l’Assembleia Legislativa do Estado de São Paulo in occasione delle elezioni del 2020, forte del suo lavoro con la ong Educafro e del suo impegno per i diritti umani.
Ad un certo punto sembrava che fosse la vedova di Marielle, Mônica Benicio, a prendere il suo posto per continuare le battaglie intraprese dalla compagna, ma per il momento ha preferito non percorrere questa strada. Tuttavia, l’aspirazione femminile di entrare in politica resta forte. Nel 2016 , quando Hildete Pereira de Melo e Débora Thomé organizzarono un corso per le donne interessate a rivestire cariche pubbliche, si presentarono in più di 900, un segnale, già allora, che esprimeva il desiderio delle donne di essere parte attiva di una società brasiliana ancora troppo machista ed escludente.
Il 14 marzo scorso Marielle Franco, giovane consigliera del Psol (Partido Socialismo e Liberdade) a Rio de Janeiro, fu assassinata a colpi di pistola insieme al suo autista Anderson Gomes all’uscita da una riunione che aveva al centro del dibattito la questione femminista e i diritti delle donne nere. Quei proiettili, peraltro in dotazione alla polizia militare carioca, erano diretti proprio a lei in quanto donna, nera, lesbica e favelada. Il crimine scosse fortemente il Brasile, ma da allora, sull’esempio di Marielle, si è registrata una sorprendente crescita del numero di donne dalla pelle nera che ha deciso di entrare in politica.
Ad esempio Dani Monteiro, 26 anni, lavorava nello staff di Marielle e sembra intenzionata a concorrere per l’Alerj (Assembleia Legislativa do Rio de Janeiro) in occasione delle elezioni che si terranno ad ottobre. Leci Brandão, deputata dell’Assembleia Legislativa do Estado de São Paulo per il PCdoB (uno dei partiti comunisti brasiliani) e seconda donna eletta all’Alesp in 184 anni, vede con favore il desiderio di molte giovani di fare politica, gran parte delle quali non iscritte ad alcun partito e finora attive soltanto nei movimenti sociali, ma rimaste colpite dall’omicidio di Marielle Franco perché hanno pensato che al suo posto avrebbe potuto esserci una di loro.
Tra le giovani che sicuramente parteciperanno alle elezioni per l’Alerj la funkeira MC Carol, ventiduenne cantante di musica funk che dopo l’uccisione di Marielle l’ha più volta citata e omaggiata nelle sue canzoni e si candiderà probabilmente per il Psol o per il PCdoB, dove già è presente una figura di peso come quella della deputata federale Jandira Feghali. Più in generale, tutte le giovani intenzionate a fare politica nei partiti vogliono proporre iniziative dedicate a migliorare i diritti delle donne e degli afrobrasiliani e a contrastare il crescente investimento nell’acquisto e nel commercio delle armi che sta prendendo sempre più piede in numerosi stati del Brasile. Secondo Talíria Petrone, consigliera del Psol e la donna più votata a Niterói, a seguito dell’omicidio di Marielle Franco il genere femminile è stato capace di trasformare il lutto in lotta e tutto ciò significa che lo spirito di Marielle è ancora vivo.
Eppure il Brasile è ancora il paese latinoamericano dove la rappresentanza politica femminile è più scarsa, solo il 10% secondo il libro Mulheres e Poder: Histórias. Ideais e Indicadores, scritto da Hildete Pereira de Melo, docente dell’Universidade Federal Fluminense, e dalla scrittrice Débora Thomé. Del resto, si tratta di dati non sorprendenti poiché la stessa Marielle era una delle soltanto 32 donne nere elette nella capitali degli stati brasiliani in occasione delle elezioni municipali del 2016 su un totale di 811 consiglieri. Le autrici del libro sostengono che la scarsa rappresentanza politica femminile è un controsenso a fronte di un elettorato composto al 52% da donne. Hildete Pereira de Melo e Débora Thomé sottolineano, inoltre, che anche le donne presenti all’interno dei partiti spesso non riescono ad ottenere incarichi di primo piano perché i cacicchi dei partiti sono composti quasi esclusivamente da uomini: per questo, spiegano, l’unica soluzione possibile, per il genere femminile, è quello di entrare in massa in politica per modificare le gerarchie.
Presentato pochi giorni dopo l’omicidio di Marielle, il libro Mulheres e Poder: Histórias. Ideais e Indicadores mette in risalto come siano molte in Brasile le Marielle le cui storie sono rimaste sconosciute, a partire da quella di Marli Pereira Soares, che all’inizio degli anni Ottanta fu vittima di una brutale aggressione alla quale sopravvisse e indicò la polizia come responsabile del crimine. Le autrici del volume ricordano anche le figure di Almerinda Gama, una delle costituenti del 1933, nera e sindacalizzata e Carlota de Queiroz, bianca, prima deputata nella storia del Brasile. È questa la strada che vogliono percorrere giovanissime come Leticia Gabriella da Cruz Silva, di 22 anni, intenzionata a candidarsi per l’Assembleia Legislativa do Estado de São Paulo in occasione delle elezioni del 2020, forte del suo lavoro con la ong Educafro e del suo impegno per i diritti umani.
Ad un certo punto sembrava che fosse la vedova di Marielle, Mônica Benicio, a prendere il suo posto per continuare le battaglie intraprese dalla compagna, ma per il momento ha preferito non percorrere questa strada. Tuttavia, l’aspirazione femminile di entrare in politica resta forte. Nel 2016 , quando Hildete Pereira de Melo e Débora Thomé organizzarono un corso per le donne interessate a rivestire cariche pubbliche, si presentarono in più di 900, un segnale, già allora, che esprimeva il desiderio delle donne di essere parte attiva di una società brasiliana ancora troppo machista ed escludente.