prova_banner_petizioneIl femminicidio nella tratta e nello sfruttamento della prostituzione, grazie alla pressione del movimento internazionale delle donne, è conosciuto ormai non solo dalle vittime: tutti sanno.

Gli infingimenti perpetrati attraverso definizioni e parole ispirate a immagini giocose non riescono più a mascherare la realtà: centinaia di migliaia di schiave, un numero imprecisato di donne e bambini migranti inghiottiti nel nulla attraverso “una tratta nella tratta”.

  La proposta Bini contro la tratta e losfruttamento della prostituzione, ricalca il “modello nordico” all’interno del principio della salvaguardia della libertà femminile sancito dalla legge 75/58 (Merlin)    

L’iniziativa CONTRO LA SCHIAVITU’ DELLA PROSTITUZIONE si tiene Giovedì 19 gennaio Sala Aldo Moro Camera dei Deputati alle  ore 17,00   On. Caterina Bini aprirà i lavori. Seguiranno gli interventi di Najat Vallaud-Belkacem  Ministra Francese per i diritti delle donne ,  Agnete Strom Women’s Front – Norvegia,   Don Aldo Bonaiuto Associazione Papa Giovanni XXIII Roma,   Marie Merklinger Sopravvissuta alla prostituzione attivista di SPACE international, Germania,    Taina Bien-Aime Executive Director of the Coalition Against Trafficking in WomenInternational (CATW, USA),   Stefania Cantatore  UDI (Unione donne in Italia),   Elvira Reale  Associazione Salute Donna   Esohe Aghatise Iroko, Chiara Carpita Resistenza Femminista

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Sulla legalizzazione – diversi studi (es. “Raccomandazione del Consiglio d’Europa su sfruttamento sessuale e prostituzione, e sulle loro conseguenze per la parità di genere”, 2013, Risoluzione Honeyball) su Germania, Danimarca e Paesi Bassi, che hanno da anni legalizzato la prostituzione, concludono che la legalizzazione aumenta la richiesta di prostitute, non riduce la criminalità e rende più difficoltosa la  punizione dei colpevoli.

Il 75-80% delle donne presenti nei bordelli olandesi e tedeschi è stata trafficata contro la propria volontà.
Nella classifica dei paesi europei coinvolti nella tratta di esseri umani ai primi posti troviamo Germania e Paesi Bassi. Si valuta che le prostitute siano almeno 400mila: quelle che si sono registrate sono 44 (dato 2012).

Sul contrasto alla domanda – In Svezia, Finlandia, Norvegia, Islanda, Irlanda del Nord e Francia vige il “modello nordico”, che punisce il cliente. I numeri attestano che questo è un sistema efficace, che ha esercitato un enorme deterrente sulla tratta ai fini di sfruttamento sessuale.

In Svezia il numero di persone che si prostituiscono è diminuito del 65% in seguito all’applicazione della legge, in Norvegia del 60%. Secondo la polizia svedese, il provvedimento ha esercitato un notevole effetto deterrente sulla tratta. La legge ha anche modificato l’opinione pubblica in brevissimo tempo: prima a favore della criminalizzazione del cliente era il 30% della popolazione, oggi il 70%. Al 2015 circa 18 mila sono i clienti denunciati. In Italia verrebbero liberate l’80% delle attuali schiave.

La legislazione francese è stata approvata nell’aprile 2016 e prevede che chiunque venga sorpreso con una prostituta sia multato alla prima infrazione di 1.500 € e di 3.750 alla seconda oltre a far iscrivere il reato sulla fedina penale. I trasgressori devono inoltre frequentare un corso sui danni legati alla prostituzione.
La legge dà la possibilità a chi viene da un altro paese e vive in clandestinità, perché si prostituisce, di  acquisire una residenza temporanea per cercare un altro lavoro.

In Italia da tempo è partita tra le tante iniziativa anche una campagna di sensibilizzazione sul tema della tratta ai fini di prostituzione, “Questo è il mio corpo” promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Una iniziativa con la quale si chiede
al Parlamento Italiano di approvare la proposta di legge Bini (Atto Camera 3890 “Modifica all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n.75) che vuole, sull’esperienza di altre legislazioni europee, punire il cliente dello sfruttamento sessuale, per togliere così alle organizzazioni criminali la fonte di guadagno e per combattere lo sfruttamento di persone vulnerabili: colpire la domanda per contrastare le conseguenze devastanti che la prostituzione crea.

Le donne che si prostituiscono arrivano da ambienti familiari e sociali degradati, hanno alle spalle storie di povertà, violenza e abusi.
Non ci può essere libertà in un comportamento che nasce da una catena di sopraffazioni.

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Per aderire all’invito scrivere a <udinapoli@gmail.com> entro mercoledì mattina