CATANIA – QUANDO UNA DONNA NON FA LA DIFFERENZA
Viviamo a Catania. Abbiamo vissuto la vergogna di vedere il dolore e la speranza di migranti sequestrati sul battello che li ha salvati dal naufragio senza poter fare molto, vicine a loro e impotenti per il permanere delle politiche razziste e violente del governo, di tutto il governo italiano. Gli episodi sono stati numerosi e ne registreremo altri. Ognuna di noi fa la sua parte. Condividiamo l’articolo di Laura Onofri, pubblicato su Noi Donne del 4 febbraio. Non lo commentiamo.
Risposta inaccettabile quella espressa dalla Ministra della Salute circa la necessità di inviare qualche consulente per un aiuto psicologico ai 47 migranti a bordo della nave Sea Watch
Lunedì, 04/02/2019 – La Ministra Giulia Grillo, con il suo comportamento, sconfessa chi, come la leader dei Verdi e premier designata del nuovo governo islandese Katrìn Jackobsdòttir, afferma che c’è bisogno di più leadership femminile, per una politica di giustizia sociale, perché i valori di uguaglianza, giustizia e umanità sono maggiormente ad appannaggio delle donne.
Le parole che la Ministra della Salute ha espresso sui 47 migranti a bordo della nave Sea Watch: “La situazione è sotto controllo e comunque quando mandiamo i medici è il Paese che paga e non mi pare il caso” sono di una violenza e disumanità inaudite, ancor più se pronunciate da una medica, che è tenuta, per il giuramento di Ippocrate a ” perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale” .
Affermare inoltre che “In pochi giorni non possono sorgere malattie croniche dal punto di vista psicologico né traumi acuti come nel caso di terremoti o guerre” fa capire che non si hanno neanche le più elementari cognizioni da un punto di vista medico e si ignora una branca della psicologia, che è quella dell’emergenza, che si occupa oltre che di calamità naturali, disastri tecnologici, conflitti fra stati o etnie, proprio di problemi sociali come le migrazioni con la presenza di rifugiati.
Credo che lo capirebbe anche un bambino che la sofferenza e il dolore di quelle persone saranno cicatrici aperte per tutta la vita: paura di annegare in mare, freddo e gelo per giorni e giorni, dopo essere partiti avendo subito torture, sevizie, violenza, senza una meta sicura, per raggiungere luoghi lontani, sconosciuti. Alleviare anche solo minimamente queste angosce e queste disperazioni è un dovere morale di tutti noi, ma è un dovere legale per una Ministra di uno stato civile e democratico che ha fra i suoi valori, quelli di accoglienza, di apertura e convivenza garantiti dalla Carta Universale dei Diritti Umani e dalla nostra Costituzione.
Non ci sentiamo rappresentate da una donna così! Essere donna, in questo caso, come in altri, contraddice un principio in cui crediamo: la forza delle donne. La saggezza, l’umanità, il prendersi cura delle persone sono prerogative femminili che riscontriamo in tante donne che si occupano di famiglia, di lavoro, di associazionismo, di sindacato e della cosa pubblica e che lo fanno con uno sguardo ed una visione che vuole cambiare le leggi che sino ad oggi hanno regolato il mondo, le leggi che hanno privilegiato prima il profitto che le persone. È di sabato la grande manifestazione con l’appello a restare umani. È un invito che rivolgiamo alla Ministra Grillo!
Mediterranea a cura carlapecis@tiscali.it