MERCOLEDÌ 5 dicembre 2018, ore 16,00 all’Università di Catania al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali nell’AULA CONFERENZE – POLO DIDATTICO (Via Gravina, n. 12) un icontro per rileggere e riflettere sul romanzo di Judith Rossner (Mondadori, 1975) “IN CERCA DI GOODBAR”
L’incontro, che fa parte della campagna contro la violenza alle donne, si apre con la presentazione di Delia La Rocca. Seguiranno: la relazione di Annalisa Marino e le letture di Ketty Governali
In un’epoca in cui la libertà è diventata irreversibilmente la misura e l’orizzonte di senso dell’agire delle donne e, contestualmente, essa viene in vario modo ostacolata, snaturata, minacciata, come viene “calcolato” e raccontato il rischio (fisico, emotivo, esistenziale ecc) di per sé connaturato ad ogni scelta
“IN CERCA DI GOODBAR” tratta di uno dei casi di omicidio più eclatanti della cronaca newyorkese. L’assassinio è stato quello di Roseanne Quinn, qualificatissima insegnante in un college per sordomuti. Roseanne Quinn però nascondeva una doppia vita fatta di frequentazioni di single bar e di ripetute avventure sessuali con uomini che la maggioranza delle donne avrebbe definito rozzi e poco attraenti. Uno di questi, John Wayne Wilson, invitato per la notte del primo dell’anno del 1973 da Roseanne nella sua casa al n. 253 west della 72esima strada, finì per ucciderla con 18 coltellate dopo essere stato umiliato per i suoi problemi d’erezione.
Storia torbida, che riempie le prime pagine di quegli anni in cui la liberazione sessuale e l’emancipazione femminile erano grandi temi d’attualità dei quali la città di New York ne scoprì il lato nero con la storia di Roseanne. Lato esplorato a fondo dalla scrittrice (1935-2005) che nel 1975 scrisse
In Cerca di Goodbar (
Looking for Mr. Goodbar) ispirandosi alla tragica vicenda di Roseanne.
“La storia di una donna che usa gli uomini come l’uomo usa le donne”, questa la frase di lancio del volume, frase che contiene di tutto e di più: Il segno di un’epoca, sessismo, femminismo, e anche una furbesca morbosità.
La protagonista qui si chiama Terry Dunn, donna che sembra non avere segreti, di giorno insegnante e di notte famelica frequentatrice di bar per uomini (e donne) soli. Un personaggio che, per l’epoca, rovescia i tradizionali rapporti tra i sessi (oggi tra social network, siti di incontri e quant’altro questo discorso ha poco senso) scava nel desiderio femminile di una donna che vive in una grande metropoli quale New York dove era ed è facile scavare nel proprio inconscio sessuale e sentimentale, in luoghi dove a volte è difficile stabilire chi sia vittima e chi carnefice.
Gli anni sono quelli della New York sporca, brutta e cattiva. Città del peccato e del malaffare e, qui quasi soprattutto, della marijuana. “Giunsero in Greene Street, una viuzza buia, equivoca e cosparsa di rifiuti, St. Marks Place cominciava ad essere troppo affollata per i suoi gusti, piena di marmocchi e di tipi strambi, e troppo sudicia”
In questo vagare tra anime e corpi persi, la storia speranzosa e disperata di Terry viaggia e fa viaggiare il lettore verso l’ineluttabile, tragica, fine già raccontata dalla cronaca. La New York City dei seventies ruota intorno alla storia ma non seduce:“Attraversò il ponte della 155° strada, udendo di quando in quando un colpo di clacson o un fischio, ma ignorandoli, sentendosi offrire di quando in quando un passaggio e dicendo no automaticamente.”
Il libro è pieno di luoghi, di locali, alcuni ancora riconoscibili oggi, altri scomparsi e questo lo rende un bel libro newyorkese da recuperare, così come ilo film che ne venne tratto nel 1976 con protagonisti Diane Keaton e un giovanissimo Richard Gere. In Cerca di Goodbar, Judith Rossner, Mondadori, 1975