CECENIA – Diritti negati – Arresti, deportazioni e torture agli attivisti del Russian lgbt Network
Il 19 luglio 20117 Igor Kochetkov, attivista del Russian lgbt Network, e Yuri Guaiana di Certi Diritti sono stati ascoltati dal Comitato per di Diritti Umani della Camera sul caso ceceno.
Ad accoglierli la presidente, onorevole Pia Locatelli, grazie al cui interessamento è stato possibile in tempi rapidi dare loro la possibilità di testimoniare la persecuzione delle persone Lgbti in Cecenia. Ed è a lei che, al termine dell’incontro ufficiale, abbiamo rivolto le nostre domande per capire i possibili sviluppi parlamentari, e istituzionali in genere, sulla vicenda da parte dell’Italia.
Il nostro giornale ha aperto con le dichiarazioni shock di Kadyrov dal titolo: Cecenia, la minaccia di Kadyrov: “Siano maledetti questi attivisti ignobili e corrotti” . Non pensa che queste parole fughino qualsiasi dubbio sulla veridicità delle denunce relative all’epurazione delle persone omosessuali in atto in Cecenia?
Abbiamo così avuto una conferma delle denunce che erano già apparse sui media italiani. Non c’è dubbio che in Cecenia, ma anche nella Russia di Putin, i diritti umani e civili degli omosessuali, e non solo degli omosessuali, siano calpestati. Stando alle denunce qui però ci troviamo di fronte non solo al mancato rispetto delle libertà sessuali e a discriminazioni omofobe, ma a una vera e propria persecuzione che si manifesta con arresti, deportazioni, torture.
Sembrerebbe che la comunità internazionale sia in una impasse, perché la Russia non ha ratificato il Trattato di Roma sui diritti dell’uomo e al Consiglio delle Nazioni Unite (unica istituzione in grado intervenire diplomaticamente sui crimini contro l’umanità) la Russia ha potere di veto. Eppure una soluzione ci dovrà pur essere?
La Russia non fa parte della Corte Penale internazionale perché non ha ratificato lo Statuto di Roma; ignora anche i principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), e le sentenze dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Gli organismi internazionali in queste situazioni possono denunciare, condannare e sanzionare, ma gli Stati chiamati in causa spesso ignorano questo tipo di pressioni. La stessa ONU può ben poco. Solo il Consiglio di Sicurezza potrebbe costringere lo Stato Russo ad intervenire, ma la Russia, come ha ricordato, ha il potere di veto. L’attenzione e le pressioni internazionali sono certamente utili per mantenere alta l’attenzione e alla lunga qualche risultato lo portano, ma di certo non fanno miracoli.
Quali sono i poteri del Comitato da lei presieduto? Cosa potrà fare dopo l’audizione di Yuri Guayana e l’attivista russo, candidato al Premio Nobel per la Pace?
Il Comitato Diritti umani della Camera non ha poteri “esecutivi”. Il nostro compito è quello di ascoltare e di raccogliere testimonianze e denunce. In alcuni casi abbiamo dato seguito alle audizioni presentando delle mozioni per impegnare il Governo ad agire. Ma conta anche la possibilità di dar voce alle vittime di violazioni, oltre che far loro sentire la nostra vicinanza. Il nostro impegno è tener alta l’attenzione sulle violazioni dei diritti, anche contando sulla collaborazione dei media, che purtroppo spesso non c’è.
Lei ha molti incarichi internazionali ed è nota per il suo impegno umanitario in molti scenari del mondo. Al di là di quello che farà il Comitato, pensa anche a un suo impegno negli altri organismi?
Sono vicepresidente dell’Internazionale socialista e faccio parte dell’ufficio di Presidenza del Partito del Socialismo europeo. Partecipo sempre ai lavori dell’Unione Interparlamentare, che riunisce le delegazioni di tutti i Parlamenti del mondo e della Commissione sulla condizione delle Donne (CSW) delle Nazioni Unite. Sono organizzazioni che si sono spesso occupate delle violazioni dei diritti umani e civili. Di certo non mancherò di denunciare la condizione di persecuzione delle persone in Cecenia Lgbti e non solo.
Sono stati neutralizzati capi di stato di ben altra levatura rispetto a Kadyrov, pensiamo a Gheddafi o Saddam Hussein. Come è possibile che un “dittatorello” sanguinario come Kadyrov possa contare sulla “impunità” internazionale?
Gheddafi e Saddam certamente violavano i diritti umani ma, ahimè, non sono di certo stati eliminati per questo. Il problema della violazione dei diritti umani è purtroppo estremamente diffuso in tutto il mondo. Non esprimo giudizi sulla dimensione del dittatore Kadyrov, a cui Putin, presidente della Federazione Russa ha attribuito poteri di fatto assoluti. Se ne è pienamente avvalso ed ha imposto, attraverso politiche autoritarie, il ‘corretto stile di vita ceceno’ a tutta la popolazione.
Come giudica un certo disinteresse da parte della nostra stampa nazionale: malafede, qualunquismo, ignoranza, opportunità politiche in periodo pre-elettorale?
I mezzi di comunicazione agiscono in base a scelte editoriali che vengono assunte sulla base dell’attualità del momento, della prevalenza di alcuni temi su altri. Comunque recentemente diversi media nazionali hanno parlato della situazione degli omosessuali in Cecenia.
Qual è stata la reazione del Comitato alla testimonianza di oggi?
L’audizione di Igor Kochetkov e di Yuri Guaiana ha suscitato grande interesse ed emozione. Un conto è leggere le notizie, diverso è ascoltare le testimonianze dirette di chi vive in prima persona queste esperienze. Noi ci siamo presi l’impegno di preparare una mozione per sollecitare l’iniziativa del governo italiano seguendo l’esempio della Germania; chiederemo ai nostri colleghi che fanno parte dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa di assumere iniziative in quella sede. Ci rivolgiamo anche ai media perché seguano quanto succede in Cecenia e diffondano le notizie. Le iniziative congiunte di attori diversi sono molto più efficaci delle azioni di un singolo Comitato, pur intensamente