CECENIA – Io non esisto: torture e uccisioni di gay –
Centinaia di omosessuali rinchiusi illegalmente, tra di loro tre morti, ma il governo ceceno smentisce ” Nel nostro paese non ci sono gay,e se ci sono ci pensano i genitori a spedirli in luoghi di non ritorno”
La Cecenia, quella raccontata da Anna Politkovskaja, quella che dal 1991 al 2009 ha vissuto due lunghi conflitti contro la Russia, oggi torna alle cronache e alla storia, con pratiche che richiamano i tempi non troppo lontani dei campi di concentramento del regime nazista. A 15 km dalla capitale Groznyj, una prigione detiene un numero non precisato di omosessuali.
La nuova deportazione degli omosessuali dell’est
Le prime notizie sono state riportate dal quotidiano indipendente, Novaja Gazeta, che già agli inizi dell’anno, a febbraio, ha riportato la notizia del fermo di un uomo che si trovava sotto effetto di droga. Sul suo cellulare le forze dell’ordine cecene hanno trovato immagini a sfondo omosessuale e da questo episodio è iniziata la caccia alle streghe. La rete Russa #LGBT sta raccogliendo informazioni su quanto sta avvenendo in questo nuovo lager, cercando anche di trarre in salvo e far uscire le persone rinchiuse. Chi è riuscito a fuggire ha rilasciato dichiarazioni sulla metodologia utilizzata: gli interrogatori, il controllo, i pestaggi fino a provocare la morte. Al momento si hanno notizie di almeno tre morti, ma potrebbero essere molti di più. Intanto il Presidente del governo ceceno, anche attraverso il suo portavoce, smentisce ogni cosa con affermazioni, che sembrano invece al contrario confermare la brutalità degli eventi e le violazioni dei #diritti umani, perché “in #Cecenia i gay non esistono”. Ramzan Kadyrov prosegue dicendo che “non sarebbe neanche necessario arrestarli, perché i loro familiari li invierebbero in posti dove non potrebbero fare più ritorno.”
La denuncia di Amnesty International e la mobilitazione della comunità internazionale
E’ immediatamente partita la campagna di Amnesty International Checenya: stop abducting and killing gay men e in pochissime ore sono state raccolte più di 50 mila firme. Intanto associazioni, ma anche partiti italiani prendono posizioni forti e di denuncia. Si chiede anche l’intervento del Presidente Mattarella che si trova in visita a Mosca. L’associazione radicale “Certi Diritti” ha inviato un comunicato urgente a Federica Mogherini e ad Angelino Alfano sollecitando l’intervento della diplomazia europea. Resta alta la tensione e la preoccupazione da parte dei difensori dei diritti umani. Tanya Lokshina, direttrice russa di Human Rights Watch, sottolinea la mancata presa di posizione del Cremlino, che non si è espressa sui fatti ceceni. La La realtà è che la comunità LGBT è già da tempo colpita e discriminata nelle regioni dell’est. Per dirlo con le parole della Lokshina: “l’omofobia è intensa e dilagante. Proprio ieri, 11 Aprile, ricorrevano i 30 anni dalla morte-suicidio dello scrittore Primo Levi. E le sue parole sono ancora attuali: “meditate che questo è stato”.