Che sia solo una svista quella parolina “più”?
Nonostante l’elemento positivo introdotto all’art.1, comma 9, ovvero l’inammissibilità delle liste che violano il principio di pari opportunità, la stravagante alternanza dei generi due a due maschera in realtà un ritorno al passato cancellando di fatto l’ unico elemento capace, come è noto, di garantire una reale rappresentanza.”Il testo della legge elettorale depositato alla Camera presenta {{un’evidente svista}} che dovrà essere corretta. Non è infatti pensabile fare dei passi indietro rispetto alla rappresentanza di genere”.
Lo afferma la senatrice del Pd{{ Monica Cirinnà}}.
“In particolare – aggiunge – è necessario reintrodurre il vincolo dell’alternanza di genere uno a uno (e non due a due come è previsto dal testo), sia nelle liste che nei capilista. E’ facile capire le profonde ragioni che risiedono in tale modifica: non solo per rispondere astrattamente a un principio costituzionale, ma perchè, in presenza di liste bloccate corte e dell’elezione soltanto dei primi della lista, nella pratica si giungerebbe ad un forte squilibrio nella rappresentanza di genere”.
L’On. Cirinnà continua dicendo “Tra le tante interlocuzioni in tema di legge elettorale e rappresentanza di genere ho sentito una voce autorevole sostenere che ‘si deve trovare il modo per{{ rispettare la Costituzione stando attenti al confine tra dovuta non discriminazione e non consentito privilegio}}’. La realtà è che le donne italiane non chiedono privilegi, ma una democratica rappresentanza paritaria che non le escluda, a maggior ragione ora che sarà diminuito il numero dei parlamentari con l’abolizione del Senato, dal prossimo Parlamento che dovrà affrontare tutte le grandi riforme che incideranno in modo decisivo sulla vita delle donne italiane e delle loro famiglie”
“Sono intervenuta -dichiara l’On. {{Valeria Fedeli }} – per commentare il testo della proposta di nuova legge elettorale, insieme alle colleghe {{Alessandra Mussolini }} (Fi) e {{Laura Bianconi }} (Ncd). Ecco la nostra {{dichiarazione}}.
Il testo base di legge elettorale presentato nella serata di ieri è del tutto deludente per quel che riguarda la rappresentanza di genere. Non viene, infatti, salvaguardato il principio antidiscriminatorio previsto dagli art.3 e 51 della Costituzione, articoli che sanciscono la pari dignità sociale dei cittadini e condizioni di eguaglianza nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive.Niente di tutto questo lo ritroviamo nel testo base del cosiddetto “Italicum”.
Nonostante l’elemento positivo introdotto all’art.1, comma 9, ovvero l’inammissibilità delle liste che violano il principio di pari opportunità, {{la stravagante alternanza dei generi due a due}} maschera in realtà {{un ritorno al passato}} cancellando di fatto l’ unico elemento capace, come è noto, di garantire una reale rappresentanza.
Stando così le cose, per rendere realmente efficace il principio di pari opportunità nella rappresentanza politica è necessario introdurre {{un vincolo all’alternanza di genere uno a uno nelle liste e la medesima alternanza nei capilista}}. Immaginiamo, infatti, che andando a votare con questa legge risulteranno eletti soltanto i primi due nomi in lista, se non addirittura solo il primo. Insomma, quella presentata ieri è una formula del tutto inadatta con la quale rischiamo di perdere l’occasione di un cambiamento profondo:{{ una democrazia realmente paritaria attraverso una legge elettorale che garantisca l’equità di genere}}.”
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