Chi ha educato il prof. Valter Giordano? Chi lo educherà?
Quanto lavoro occorre fare, e da parte di chi, e con quali competenze, perché davvero alle future generazioni vengano assicurati gli strumenti culturali ed emotivi per riconoscere e rifiutare ogni forma di violenza di genere, anche quella più vilmente camuffata?Abbiamo osservato con viva preoccupazione la ostentata manifestazione di solidarietà e incoraggiamento che ha riscosso il prof. Valter Giordano da parte di soggetti, adulti o adolescenti, che evidentemente hanno smarrito, o mai avuto chiari, o peggio ancora ritenuto irrilevanti i confini che il loro beniamino ha illecitamente varcato più e più volte, avvantaggiato dal proprio ruolo.
Sgomenta l’incapacità’ di cogliere l’essenza dell’abuso nell’approfittamento da parte del docente di un proprio più o meno significativo fascino intellettuale, usato anche clandestinamente per cementare una relazione sessuale invischiante e disequilibrata, nutrita dal controllo psichico totale, antitesi della parità.
Il silenzio attorno a queste vittime è incomprensibile, mentre incredibilmente suona la fanfara del sostegno all’autore della violenza, pure sottratto, per adesso, al carcere. Telefono Rosa Piemonte, a voce alta, vuole esprimere vicinanza alle allieve cannibalizzate dal loro insegnante.
E preannunciare presenza anche in sede giudiziaria, a simbolica interpretazione del diritto di tutte a non dover diffidare dei propri educatori. Ora però e’ indispensabile ancora riflettere: quanto lavoro occorre fare, e da parte di chi, e con quali competenze, perché davvero alle future generazioni vengano assicurati gli strumenti culturali ed emotivi per riconoscere e rifiutare ogni forma di violenza di genere, anche quella più vilmente camuffata?
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