io-decido-sul-mio-corpoChi lo dice che la primavera comincia a marzo? Anche in questo le donne sono in grado di sovvertire e entrare in uno spazio con la performatività che contraddistingue ogni loro gesto politico. Il momento è adesso, in questo caldo autunno delle donne, lo spazio da “occupare” è quello solito, che ci vuole corpi asserviti ad uso e consumo di qualsiasi momento storico -politico.
E’ gesto politico l’Assemblea pubblica di domani 22 settembre alle 17,30 sotto la sede del Ministero della Salute, sarà il IoDecidoDay, l’io è quello delle donne, tutte, un io politico con diritto di scelta e di cittadinanza sul proprio sé. L’assemblea indetta domani dalla rete IoDecido-che prende il nome dal fenomeno argentino per sottolinearne la portata globale – non è la prima, già ci sono stati altri momenti d’incontro tematici, un vero percorso all’interno del quale ci si confronta ,si costruisce e ricostruisce, si guarda oltre. I temi al centro dell’appuntamento di domani saranno l’autodeterminazione dei corpi e delle scelte riproduttive, di sessualità libera e consapevole, di aborto e libertà di scelta, di contraccezione gratuita e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e delle gravidanze indesiderate. Non a caso proprio nel giorno del FertilityDay, cosa che dovrebbe risultare anacronistica e discriminatoria ma che invece diventa il cavallo di battaglia del Ministero della Salute, celebrazione propagandistica sul corpo delle donne.
Se non ci fosse un qualsiasi calendario a ricordarci l’anno in cui viviamo sembrerebbe di essere tornate indietro, al Ventennio fascista, quando le donne furono “adoperate” dal regime attraverso l’esaltazione della loro funzione materna, indispensabili alle esigenze dell’espansione imperialistica, la guerra e la politica totalitaria. Il filo conduttore è sempre lo stesso.
Il Ministero che oggi organizza il FertilityDay è lo stesso che non si preoccupa della prevenzione e dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, che taglia i finanziamenti ai consultori pubblici, che non ha nessuna remora a dichiarare che “… i dati, sia a livello nazionale che disaggregati per ciascuna ASL, mostrano che il numero di non obiettori risulta congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle Ivg effettuate, non tenendo conto delle numerosissime donne che non riescono ad accedere all’Ivg spesso facendo la spola da una regione all’altra. Come recita lo stesso comunicato delle rete IoDecido :” ..non è un caso che il FertilityDay venga organizzato a pochi mesi dal dibattito sull’approvazione delle unioni civili, sulla stepchild adoption e sulla gestazione per altri, con l’obiettivo di ribadire ulteriormente che non tutte le genitorialità hanno lo stesso valore per lo stato. I figli delle coppie eterosessuali italiane vengono dipinti come l’antidoto contro la crisi economica, ma anche contro l’invasione migrante e l’utilizzo della scienza come strumento per superare presunti limiti etici imposti dalla natura”
E’ lo stesso Ministero che esalta l’esperienza delle famiglie tradizionali dimenticandosi di dire che spesso all’interno di questa nicchia da romanzi rosa da bancarella (tanto si potrebbe dire anche sulla responsabilità pedagogica di tanta letteratura nel veicolare una irrealistica educazione sentimentale), si consumano le violenze domestiche più efferate e si compie quel reato, anch’esso politico, che è il femminicidio.
La rete IoDecido ragiona da anni sul fatto che la mancata libertà di scelta sui corpi e sui desideri sessuali e riproduttivi delle donne costituisce un’ennesima forma di violenza su di esse e sui soggetti lgbtqi, una violenza istituzionale, culturale e politica che non è più possibile tollerare. L’appuntamento di domani, come già detto, è all’interno di un più ampio percorso che ha l’obiettivo di produrre proposte e risultati concreti, passando da una grande manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 26 Novembre contro la violenza sulle donne e contro la chiusura dei centri antiviolenza e prima dall’importante appuntamento dell’8 Ottobre, prima Assemblea Nazionale e momento preparatorio di un processo che vede le donne volte a riaffermare la propria autodeterminazione.
La prossima settimana verrà lanciata anche la Campagna Udi dal titolo: Adesso Basta!-L’Udi è tra le realtà aderenti insieme a D.i.re Donne in Rete Contro la violenza- all’Assemblea Nazionale del prossimo 8 Ottobre. Un anno di mobilitazione, è questa la nuova sfida lanciata dall’UDI – Unione donne in Italia- per mantenere vivo il dibattito sui diritti delle donne. Corpo e lavoro, i temi centrali della riflessione. Che si concentrerà sul diritto all’autodeterminazione e di cittadinanza nel lavoro, nella maternità, nella cultura, nell’educazione delle giovani generazioni, nella possibilità di rappresentarsi e di essere rappresentate in una campagna che durerà un anno intero.
L’autunno caldo delle donne è appena cominciato.