Pubblichiamo di seguito i comunicati stampa di Fairwatch/climatejusticenow! e Legambiente sull’esito della conferenza internazionale di Copenhagen sul clima.
{{ Un “non accordo”, senza firme, con una lista di buoni e cattivi in calce}}, e assolutamente incapace di affrontare la crisi ecologica che ci troviamo di fronte e che, secondo gli appelli del panel di scienziati delle Nazioni Unite, si sta aggravando giorno dopo giorno. E’ questo il risultato di tutti questi giorni di lavoro a Copenhagen, senza alcuna responsabilità né visione sul futuro. Ma i leader ne siano certi: a maggior ragione oggi non li lasceremo mai soli, con il nostro pianeta tra le mani. Gli diamo {{appuntamento a Bonn, e poi a Città del Messico}}, perché questa decisione non risolve nessuno dei problemi sul tappeto.

Ad oggi, infatti, non esiste alcun impegno concreto e vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra, nonostante il balletto di cifre che è stato diffuso in questi {{11 giorni di negoziati inefficaci}}. Rimane il limite dei 2°C di aumento medio delle temperature, denunciato con forza dai Paesi più poveri e dagli Stati insulari come minaccia sulla loro stessa sopravvivenza. Si parla di finanziamenti a breve-medio e lungo termine, che dovrebbero partire con circa 30 miliardi di dollari all’anno dal 2010 per raggiungere i 100 miliardi nel 2020, finanziamenti che per buona parte deriveranno da riallocamenti di risorse già stanziate per gli aiuti internazionali, dal Carbon trading (meccanismo che si è dimostrato inefficace per l’abbattimento delle emissioni) e che non ripaga per nulla il debito ecologico che i Paesi industrializzati hanno contratto storicamete con il resto del pianeta.

“Un impegno finanziario inadeguato”, spiega Alberto Zoratti portavoce a Copenhagen dell’organizzazione italiana {{Fair nel network Climate Justice Now}}!, “che dal 2010 risulta essere addirittura meno di un decimo di quello richiesto dai Paesi industrializzati. A Copenhagen si è consumata la disfatta di una leadership che si è dimostrata inadeguata ad affrontare le sfide del nostro tempo”.
“Oltre all’irresponsabilità nel raggiungimento di un “non accordo” truffa, come reti internazionali denunciamo una mancanza di trasparenza e di democrazia all’interno di uno spazio importante come quello delle Nazioni Unite. Abbiamo visto una deriva pericolosa, fatta di documenti segreti, di gruppi informali e di esclusioni eccellenti. Dinamiche degne della peggiore Organizzazione Mondiale del Commercio. Crediamo, come movimenti sociali, che sia venuto {{il momento di riattivarsi nuovamente per far sentire le ragioni della società civile e dei miliardi di esclusi che saranno le vere vittime di questo irresponsabile disastro}}”.
{[Fair] per Climate Justice Now}

[L’accordo finale in pdf->http://www.faircoop.net/faircoop/images/Pdf/copenhagenaccord.pdf]

{“E’ stata persa un’occasione storica”.} Così Edoardo Zanchini, responsabile energia e clima di {{Legambiente}}, ha commentato l’esito del vertice Onu sul clima conclusosi nella notte a Copenaghen.

“{{L’accordo raggiunto non risponde alla crisi climatica che aveva spinto 115 capi di Stato e di Governo a venire a Copenaghen}} sotto la pressione di una grande mobilitazione di cittadini di tutto il mondo. Non si è arrivati a impegni vincolanti in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, di controllo e verifica di tali riduzioni e a scadenze precise per la sottoscrizione di un trattato internazionale. Purtroppo i leader politici non sono stati all’altezza della sfida, nonostante due anni di trattative, lanciate a Bali a dicembre 2007, e benché negli ultimi giorni fossero stati fatti passi avanti in materia di sostegno finanziario agli interventi di mitigazione e adattamento nei Paesi poveri, sia nel breve che nel medio periodo “.

“La crisi climatica sta accelerando, come è emerso dagli ultimi dati presentati nella Conferenza dal Panel scientifico delle Nazioni Unite (IPCC) – ha aggiunto Zanchini -. Sarebbe catastrofico aprire una ennesima fase di riflessione e ripensamento, è necessaria una forte reazione che conduca a un accordo vincolante nella conferenza di Bonn, proposta da Merkel e Sarkozy entro giugno prossimo.

Ma la Conferenza di Copenaghen è stata anche {{un appuntamento di grande mobilitazione della società civile,}} con decine di migliaia di persone accreditate, centinaia di organizzazioni ambientali e sociali da ogni parte del Mondo, a dimostrazione della preoccupazione dei cittadini del mondo per le conseguenze del riscaldamento del pianeta. Legambiente si impegnerà perché tra i cittadini e tra le imprese cresca la consapevolezza della sfida e affinché il governo italiano svolga finalmente un ruolo di avanguardia e non di ostacolo nei negoziati, come è apparso evidente in questi giorni a Copenaghen”. {L’ufficio stampa Legambiente}