Compagno Rossi, sull’immigrazione non inseguiamo la destra
Caro Rossi, per quanto ancora il centrosinistra dovrà inseguire la destra sui temi dell’immigrazione? In questi quindici anni di “berlusconismo” e leghismo il nostro paese è stato pervaso da un populismo becero che è penetrato nella società italiana.In questi anni ci è stato detto che il crescere della criminalità dipendeva dalla
presenza degli immigrati, speculando sulla crescente insicurezza sociale ed
economica di tanti cittadini e contribuendo alla frammentazione e all’isolamento
sociale. Sono troppi anni che la destra, incapace di fare proposte concrete di
governo, ci sfida su questo.
E noi? Il centrosinistra ha trovato un nuovo punto su cui lacerarsi, senza essere
capace di ribaltare il piano della discussione. Noi siamo contro i CIE anche se
fossero rispettati i diritti umani, cosa del resto fino ad ora mai accaduta. Cosa
sarebbero questi piccoli centri gestiti da volontariato e mediatori nei quali dopo
l’identificazione si potrà trovare lavoro e regolarizzazione? Il CIE ha per
definizione come unico scopo quello di identificare ed espellere i trattenuti. La
Bossi Fini prevede che non esista possibilità di regolarizzazione per chi è senza
permesso di soggiorno e non risulta che esista in Parlamento una proposta di riforma
della normativa nazionale sull’immigrazione.
Oggi in Toscana ci sono 309.651 stranieri residenti, di cui il 51% sono donne e
209.790 sono occupati. I titolari stranieri di imprese sono 21.978, il traino
all’imprenditoria femminile è dato dalle cittadine straniere.
_ Banca d’Italia stima
che all’immigrato ritorna solo la metà delle tasse che paga in termini di pensione,
sanità e prestazioni a sostegno del reddito.
Sarebbe utile, piuttosto, cercare di
rendere più facile la vita di queste persone, pensando ad adeguate politiche per
regolare i flussi di ingresso degli stranieri sul territorio, velocizzando le
pratiche per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno e agevolando i
ricongiungimenti familiari.
Si stima che la metà degli attuali stranieri residenti sia entrata in maniera
irregolare (tra queste le badanti regolarizzate nell’agosto 2009), e non per questo erano delinquenti. In Italia comunque per chi commette reato esistono le carceri.
Le politiche dell’integrazione non sono un vuoto refrain, ma hanno aiutato a
costruire convivenza civile, hanno permesso conoscenza, hanno fatto si che tanti
stranieri si sentissero cittadini. Certo c’è ancora molto da fare, ma intanto
rifiutiamo qualsiasi logica di apartheid e rivendichiamo con coraggio che noi siamo
e facciamo altro: la Toscana è terra di diritti, accoglienza e solidarietà.
– Leggi [La ricetta di Rossi dopo il blitz a Chinatown: integrare le aziende
“Prato, controlli su merci e diritti umani”->http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/notiziari/rassegna_stampa/quotidiani_periodici/visualizza_asset.html_1507958622.html], intervista rilasciata a Repubblica e pubblicata il 26 gennaio 2010
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