Con sguardo di studenti
Da “Difendiamo la nostra scuola” di Claudio Benvenuti, pubblicato su www.aprileonline.it del 5 settembre, stralciamo l’intervista a Giulia Tosoni, portavoce nazionale della Rete degli Studenti[…] {{Cinque in condotta, grembiuli e maestro unico alle scuole elementari, esami di riparazione e ulteriori tagli alla scuola pubblica. Questione educativa al centro dei dibattiti mediatici. Come giudichi questi provvedimenti?}}
Noi ci siamo espressi in maniera fortemente contraria a molti provvedimenti portati avanti da questo governo sulla scuola. In particolare, su queste questioni che mi sottoponete credo che siano provvedimenti volti a colpire l’opinione pubblica, a scatenare l’effetto mediatico più che effettivamente a riformare la scuola e risolvere i suoi problemi. Questo è un argomento che ci infastidisce molto, particolarmente per quanto riguarda il voto di condotta. Per fare, appunto, il provvedimento a forte impatto mediatico si finisce per danneggiare gravemente i diritti degli studenti.
{{Trovi che l’opposizione stia svolgendo il proprio compito in Parlamento e che valuti la scuola una priorità per il Paese?}}
Credo che sia complicato svolgere una azione di opposizione parlamentare, perché il governo sta varando provvedimenti a colpi di decreti legge scavalcando completamente il dibattito in Parlamento. Al tempo stesso credo che spetti all’opposizione il forte compito di mobilitare l’opinione pubblica, di far comprendere quanto la questione educativa, la questione della scuola e del sistema d’istruzione italiano sia una priorità del Paese. Su ciò, credo che siamo molto indietro al di là del colore politico dell’esecutivo in carica, poiché si è fatto molto poco per far percepire la questione della scuola una vera priorità, sia per l’opinione pubblica sia per il gruppo dirigente.
{{La politica scolastica negli ultimi quindici anni non è variata, nonostante si siano alternati governi di centrodestra e di centrosinistra…}}
Sì, questa è un’affermazione molto vera. Si sono tentate varie riforme, ma noi percepiamo nelle scuole un sentimento di stanchezza da parte degli studenti, ma sappiamo di un sentimento analogo anche per i docenti rispetto proprio a questo continuo rimettere mano alla scuola senza poi, nei fatti, cambiare niente. C’è una difficoltà, evidentemente culturale, a comprendere che nel nostro tempo è fondamentale innovare la scuola, garantire a tutti il diritto di studio fino ai più alti gradi d’istruzione e garantire un sistema pubblico di qualità per tutti i cittadini. Credo che ci vorrebbe veramente un cambio di segno da parte della politica per rispondere alle maggiori indigenze nel mondo della scuola che in questo momento sono, oltre che una riforma dei saperi, un investimento di carattere economico perché si può vedere chiaramente che c’è un sistema scolastico al collasso.
{{La ReDS – Rete degli Studenti è nata nel marzo 2007. Quale progetto si è seguito e per quali obiettivi?}}
La Rete degli Studenti nasce con la volontà di essere un’associazione nazionale che rappresenti tutti gli studenti, indipendentemente dall’appartenenza politica dei singoli e dalla provenienza territoriale. Siamo nati, quindi, con l’obiettivo di essere una rete larga, ampia e partecipata che rappresenti i bisogni degli studenti tra le mura scolastiche e si faccia portavoce di un bisogno più generale di cittadinanza che hanno gli studenti stessi nel nostro Paese. Infatti, c’è gente che non trova una sede di rappresentanza nelle politiche che si portano avanti. Si è seguita, appunto, questa strada, quella di mettere insieme tante realtà studentesche diverse che sono attive innanzitutto nel proprio contesto scolastico territoriale e che poi prendono la parola per esprimere il loro parere su quello che succede nel nostro Paese. L’obiettivo è continuare a far crescere il progetto di sindacato studentesco, per dare sempre più maggiore forza alle nostre istanze. In questo stiamo continuando a lavorare e crescere. Ad ottobre realizzeremo una grande assemblea nazionale che porterà ad ulteriore crescita del progetto del sindacato studentesco.
{{Come pensi si possa dare una nuova (e seria) svolta alla scuola pubblica del nostro Paese?}}
Credo che, come dicevo prima, servano innanzitutto, finanziamenti, perché alcuni settori della nostra scuola, come ad esempio la scuola elementare che sta venendo massacrata da questo governo, è una realtà funzionante che, però, deve essere messa in condizioni di rilancio del proprio lavoro. Questo, appunto, per tutti i gradi dell’istruzione. Servono finanziamenti pubblici per garantire, oltre che al lavoro dignitoso ai docenti e al personale scolastico, la progettualità per le scuole, la capacità di garantire il diritto allo studio, edifici che non siano fatiscenti o addirittura pericolose per gli utenti ma che garantiscono spazi sani e piacevoli in cui trascorrere le ore di studio. Finanziamenti utili per garantire a tutti l’accesso all’istruzione con politiche di tutela e abbattimento dei costi dello studio e serve rinnovare il sistema formativo italiano, dal punto di vista proprio delle possibilità che il percorso formativo da alle persone per emanciparsi, per realizzare il proprio futuro quindi, una riforma dei saperi che superi in qualche modo il modello attuale che c’è nel sistema d’istruzione italiano che tende ancora a dividere gli studenti fra chi deve andare a lavorare e chi potrà permettersi di andare all’università.
{{Il messaggio che vuoi lanciare a questo esecutivo e agli studenti italiani…}}
A questo esecutivo vorrei dire di fermare immediatamente il massacro che stanno compiendo sulla scuola italiana e di cominciare, invece, un confronto serio con le parti sociali, con i sindacati e con gli studenti sui provvedimenti che si mettono in capo. Un confronto per rilanciare la scuola, invece che smantellarla. Agli studenti vorrei dire di pensare che bisogna lavorare dal primo giorno di lezioni, insieme, per difendere la nostra scuola, non solo per difendere gli studenti, ma rilanciarla e renderla migliore. Noi stiamo lavorando per questo. Non appena le scuole apriranno siamo pronti a mobilitarci fin da subito per invertire la tendenza delle politiche che sono state messe in campo e che ci danneggiano gravemente
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