Conciliazione tempi di vita e di lavoro: intese con le Regioni
Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia, Toscana e Umbria sono le prime cinque Regioni ad avere firmato con il Dipartimento per le Pari Opportunità le convenzioni che danno il via all’attuazione dell’Intesa per la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. A breve firmeranno anche le restanti Regioni[L’Intesa Stato-Regioni del 29 aprile 2010 ->http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/lavoratrici_sostegno_regioni/intesa_conciliazione_tempivitalavoro.pdf]si iscrive nel più ampio quadro di interventi denominato “[Italia 2020. Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro->http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/lavoratrici_sostegno_regioni/piano_italia_2020.pdf]”, sottoscritto dal Ministro per le Pari Opportunità e dal Ministro del Lavoro a dicembre 2009.
Le risorse a disposizione, 40 milioni di euro assegnate con un [decreto dello scorso maggio->http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/lavoratrici_sostegno_regioni/decreto_di_riparto_12.05.2009.pdf], sono state ripartite secondo criteri che tengono conto della popolazione residente tra 0 e 3 anni, del tasso di occupazione femminile, del tasso di disoccupazione femminile e della percentuale di madri che hanno usufruito di congedi parentali.
[L’allegato A dell’Intesa ->http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/lavoratrici_sostegno_regioni/allegato_a.pdf]riporta la quota di risorse spettante a ciascuna Regione e Provincia autonoma. Al Dipartimento per le pari Opportunità, per l’attuazione dell’Intesa, è riservata una quota, pari a € 1.280.000 (3,2% delle risorse complessive).
Le finalità dell’Intesa, perseguite dalle Regioni e dalla Province autonome sono rivolte a creare o potenziare i servizi per l’infanzia; incentivare l’acquisto di voucher per servizi di cura all’infanzia o di cura e assistenza per disabili e anziani; facilitare il rientro al lavoro dopo un periodo di congedo per esigenze di conciliazione (es. percorsi di formazione e aggiornamento); sostenere modalità di lavoro e tipologia contrattuali “familiy friendly” (es. telelavoro, part-time, banca ore); sostenere eventuali altre tipologie di intervento in linea con le finalità dell’Intesa.
_ Tutte proposte interessanti che però lo sarebbero indubbiamente di più se riguardassero anche i lavoratori maschi uscendo dalla logica che della famiglia “se ne occupano le donne” che devono appunto “conciliare” lavoro di cura e lavoro produttivo.
Grazie a questi accordi e al trasferimento delle risorse, ciascuna Regione potrà avviare gli interventi previsti, realizzati tenendo conto delle raccomandazioni e delle prescrizioni formulate dal Gruppo di lavoro composto dai rappresentanti dei Dipartimenti per le pari opportunità e per le politiche della famiglia, delle Regioni, delle Province autonome, dell’ ANCI e dell’UPI, che prevedono il potenziamento e l’implementazione dei servizi di cura per l’infanzia e misure per l’aumento dell’occupazione femminile.
Le Regioni si sono impegnate, in base alle esigenze di ciascun territorio, a finanziare voucher per asili nido per chi ha un reddito più basso, albi comunali di badanti e babysitter, corsi di formazione per la nuova figura della tagesmutter, altrimenti detta “mamma di giorno”, che darà vita agli asili nido condominiali già diffusi in Nord Europa e destinati a far crescere il numero dei posti-bimbo a disposizione.
– {{Fonte}}: Dipartimento per le pari opportunità
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