“Così diviso il corpo” di Paola d’Agnese
La mia amicizia poetica, e non solo, con Paola d’Agnese nasce nel lontano 1988 quando, all’interno della Casa Internazionale delle Donne di Roma, esisteva la Sala del Caminetto. In quella stanza, poco scaldata come del resto tutta la struttura di allora, conducevamo i nostri incontri di poesia avendo formato l’Associazione Donna e Poesia che lavorò, s’impegno e presentò centinaia di poete (alcune negli anni divennero molto importanti e lo sono tuttora). Furono anni di studio e di formazione, di proficui scambi culturali e di grande affetto. Ognuna di noi ha approfondito una sua personale scrittura e quella di Paola d’Agnese è molto riconoscibile ai nostri (ai miei in questo caso) occhi.
Liriche asciutte ma dense, versi brevi ma intensi, frecciate di sentimenti e di emozioni che colpiscono chiunque stia leggendo rispolverando strati di vissuti.
Questo testo si compone di tre parti, ognuna ha le sue caratteristiche e tematiche: il corpo e il suo linguaggio, la luce e tutte le sue ombre e sfumature, e infine tutta la disponibilità del vivere la vita nei piccoli tasselli quotidiani.
Da tempo conservo lacrime
me le conservo tutte
me le costringo in petto
in ordine perfetto
con la data e un colore per ogni ragione.
Nell’umido d’un tratto
ho deciso di usarle
mi sono servite a lavare gli specchi. (pag.59)
Ho scelto questa poesia a significare il lavoro di scavo della parola, la sua profondità e l’intreccio del significato poetico che ci porta a un disincanto sul mondo e sul dolore. Un dolore personale che diventa cosmico e per questo questi versi sono facilmente percepiti dal lettore / dalla lettrice.
Paola si interroga anche tra l’esistente connubio tra l’essere umano e la natura circostante, l’eterna dolcezza e consolazione che essa ci dona e che noi dovremmo, anche per questo, proteggerla e salvarla dalle nostre sopraffazioni.
Dove il sentiero si stringe
con durezza di passo?
E il sasso ha parlato alla croce e il prato
ha smesso di cantare?...(pag.19)
Paola d’Agnese ha liriche d’amore intense e “profumate” di tenerezza e di armonia:
Parlami ora
che è ancora chiaro fuori
e ti vedo la punta delle dita.
Ora che sono andati tutti
E il nostro angolo chiama prima del tramonto.
Larghe pareti il petto
lunghi corridoi le braccia
dove i suoni si accompagnano al vento.
Parlami sempre.
Alla contr’ora
rosa è la bocca
bianca la parola. (pag.35)
In questo ultimo verso: “bianca la parola” racchiude tutte le possibilità dell’amore, della vita e del linguaggio. La comprensione, il dialogo, la vita e l’amore passano attraverso le parole.
…la parola
che chiamo poesia. Per questo
nessuno mi vede. (pag.27)
Paola d’Agnese: Così diviso il corpo, Samuele Editore, Fanna 2021