Così Mohammad Sayed il bambino afghano mutilato dalla guerra inventò Wheelchair Man il super eroe in sedia a rotelle che si batte contro tutte le guerre
“Il mio obiettivo è quello di aiutare le persone che stanno sulla sedia a rotelle, sia psicologicamente che fisicamente”, è ciò che dice Mohammad Sayed. Aveva solo 5 anni, quando la sua casa in Afghanistan fu bombardata, causandogli una lesione traumatica al midollo spinale. E successe solo pochi giorni dopo aver perso la madre a causa di un cancro. E per finire, suo padre lo portò in un ospedale di Kabul e lo abbandonò.
Ha trascorso sette anni in ospedale, non perdendo mai la speranza, anche quando l’ospedale fu evacuato. Rimase solo con la compagnia di poche guardie. Poi Sayed fu adottato da Maria Pia-Sanchez, un’infermiera americana che lavorava in Afghanistan. Due anni più tardi, si è trasferito negli Stati Uniti, con 600 dollari in tasca, come ama sottolineare. I proventi di lavoretti da lui eseguiti, come riparare i cellulari o insegnare l’inglese.
La sua nuova vita ricominciò così a Boston. Conobbe la figura di Mahatma Gandhi, si innamorò del concetto di “non violenza” come arma per combattere la violenza. “Prima di conoscere Gandhi, i miei modelli erano i signori della guerra e io avrei voluto avere le gambe per uccidere quei bastardi di talebani”.
Quei signori della guerra sono stati sostituiti con Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela.
Due anni fa a Sayed nel 2015 mentre si trovava al Comic Con di Boston, il ragazzo nota con sorpresa che nessuno ha mai pensato di inventare un super eroe in sedia a rotella. “Ho deciso di rimediare io”, afferma Mohammad. Così è nato “Wheelchair Man”, un eroe in sedia a rotelle la cui storia è ispirata alla vita del giovane. Un eroe che combatte pacificamente per portare la pace nel mondo.Un supereroe speciale che combatteva contro i cattivi facendo loro capire le conseguenze delle loro azioni.
È nato così Wheelchair Man, un cartoon ispirato alla sua vita: un adolescente, immigrato e musulmano che lotta contro l’odio e vuole rendere il mondo un posto migliore. “La maggior parte dei supereroi è tutto azione e violenza e alla fine tutto è distrutto e l’eroe diventa un eroe perché ha distrutto tutto… In Afghanistan non abbiamo supereroi, quindi questo è il primo… in questo tempo e in questa situazione in cui ci troviamo ora, tutti hanno bisogno di speranza e tutti vogliono la pace, tutti in tutto il mondo”.