Costante rischio che si facciano passi indietro sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne
Ci sono voluti decine d’anni di lotte delle donne per raggiungere il diritto
all’autodeterminazione e ad una maternità libera e responsabile in Italia e negli altri paesi europei. Tuttavia tale diritto continua ad essere messo in discussione e minacciato.Con l’ultima campagna intimidatoria contro la legge 194 che garantisce
tale diritto da 30 anni, nel nostro paese è stata sferrata dalla destra clericalista e reazionaria un’offensiva senza precedenti all’autonomia delle donne, alla legalità e alla laicità dello stato.
Da certe proposte ignobili, come quella della moratoria sull’aborto che equipara le donne che abortiscono a criminali, o come l’ingiunzione ai medici di rianimare i feti ultraprematuri, si capisce come, dietro l’ipocrita pretesa di “difendere la vita”, si nasconda la volontà di riprendere il totale controllo sul corpo delle donne.
Il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza è riconosciuto nella maggior parte dei paesi europei.
_ In Portogallo le donne lo hanno finalmente conquistato l’anno scorso. _ In Polonia, Irlanda, Cipro, Malta e Andorra, invece, esso non è ancora assicurato.
_ Tuttavia anche nei paesi dove è assicurato per legge, come in Francia, Gran Bretagna Italia, esso subisce periodici attacchi.
_ In Lituania recentemente è stata presentata in parlamento una proposta di legge anti-aborto che sarà discussa in primavera.
Non possiamo che essere allarmate dal {{costante rischio che si facciano passi indietro sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne}} quali furono affermati nella Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo del Cairo nel 1994 e nella Piattaforma di Pechino nel 1995, che hanno riconosciuto a livello planetario “il fondamentale diritto di ogni coppia e individuo a decidere liberamente e responsabilmente quanti, come e quando avere figli, e a disporre di informazioni e mezzi adeguati per fare ciò”.
{{Siamo preoccupate}} per il rischio di smantellamento dei sistemi di sanità pubblica, per l’insufficiente informazione che non consente alle donne native e migranti un libero e consapevole accesso alla contraccezione e all’aborto in strutture socio-sanitarie adeguate.
Riaffermiamo la nostra convinzione che {{l’autodeterminazione delle donne e la maternità libera e responsabile sono un diritto fondamentale}} che ogni paese democratico e laico deve assicurare.
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