Cristina Cattafesta

Da Pressenza – internationale press agency  –  Cristina Cattafesta è finalmente rientrata in Italia  il 6 luglio 2018, dopo 12 giorni di detenzione presso il centro di espulsione di Gaziantep, in Turchia.

Cristina aveva fatto ingresso nel paese giovedì 21 giugno, insieme a una delegazione di sei persone del Coordinamento Italiano a Sostegno delle Donne Afghane (Cisda), per svolgere il ruolo di Osservatrice Internazionale indipendente durante le elezioni politiche e presidenziali turche. La richiesta di svolgere questo ruolo proveniva da alcune organizzazioni della società civile e dall’HDP (Partito Democratico dei Popoli), che consideravano fondamentale il monitoraggio di un processo elettorale decisivo per il futuro del paese. Ha deciso di accettare, pur conoscendo la complessità della situazione e gli eventuali rischi correlati.

La delegazione è stata assegnata ai seggi della provincia di Batman, nella Turchia sud-orientale. Domenica 24 giugno, dopo aver verificato un seggio di Hasankeyf, intorno a mezzogiorno è stata arrestata nel distretto di Gercuş, per strada, da poliziotti in borghese che si sono rivolti direttamente a lei.

La mattina stessa aveva già subito due controlli: uno insieme agli altri membri della delegazione poco distante dall’albergo e l’altro presso il primo seggio da lei visitato, da sola con l’interprete.

La sera è arrivata la notizia che Cristina sarebbe stata trattenuta una notte presso l’ufficio della Procura della Repubblica con l’accusa di propaganda per un’organizzazione a scopo terroristico, in quanto sulla sua pagina facebook sono presenti delle foto che la ritraggono con alle spalle una bandiera del PKK. Foto scattate durante una manifestazione a Milano in difesa di Afrin, cittadina siriana assediata dall’esercito turco, in cui Cristina voleva dimostrare solidarietà a tutti quei civili massacrati, a quegli attivisti che combattono per la loro terra e per una società più giusta. Quel giorno si è battuta, come sempre, contro le ingiustizie, da quelle nel suo quartiere di Milano, all’Afghanistan, all’Algeria, alle donne maltrattate…

Infatti l’indomani è stata prosciolta da ogni accusa e liberata, ma solo per pochi minuti.

Ai giudici ha detto che non è un crimine pubblicare foto su facebook, dimostrando il suo carattere forte e sottolineando che la libertà di espressione è fondamentale e dovrebbe esserlo in uno stato democratico che si rispetti.

La sua pratica è stata poi repentinamente trasferita al Dipartimento per l’Immigrazione del Commissariato di Polizia di Batman, perché potesse decidere sulla sua espulsione; questo, a sua volta, ha rimandato la decisione ad Ankara. Alla fine è arrivato l’ordine di trasferimento presso il centro di espulsione di Gaziantep, un luogo in cui la permanenza non è definita: il tempo massimo registrato per uno straniero è di 440 giorni, quello medio tra i 30 e i 60.

Prima dello spostamento, chi era con lei ha potuto incontrarla per pochi minuti nella stanza in cui era trattenuta e ha ottenuto informazioni sulla sua detenzione: ha dormito su una sedia, le è stata consentita una sola chiamata, non le è stato permesso di lavarsi né cambiarsi, non è riuscita a mangiare per la tensione. Non voleva mangiare, Cristina, voleva essere libera, e lo ha detto chiaramente alla sua guardia.

A Cristina è stato consentito avere contatti con l’Italia solo una settimana dopo il suo arrivo a Gaziantep. Senza avere nessuna colpa, è stata accusata di un crimine che non ha mai commesso, da un governo che assume una deriva sempre più dittatoriale, giorno dopo giorno, come dimostra anche lo svolgimento di queste elezioni.

Il presidente ha scoraggiato l’accesso al voto nelle provincie a maggioranza curda, e dove l’opposizione avrebbe quindi vinto, per esempio accorpando i seggi di cinque villaggi in una scuola a 15, se non 30, chilometri di distanza. Una regione in cui il presidente non contrasta l’accesso dei militari ai seggi, nonostante la legge indichi che debbano stare all’esterno, a proteggere i seggi elettorali, non a intimidire gli elettori. In cui Erdogan non tutela l’accesso al voto di anziani e disabili privi di accompagnamento.

E lo dimostra anche ciò che è accaduto la sera delle elezioni quando, intorno alle 22, è giunta la conferma del superamento della soglia di sbarramento da parte dell’HDP, che ha dato il via ai festeggiamenti. Lo spazio predisposto straripava di persone che insieme cantavano canzoni curde, ridevano, urlavano e fotografavano un pezzo di storia che gli appartiene. Non è trascorsa nemmeno mezzora e il lancio dei gas lacrimogeni da parte della polizia disperde la folla che comincia a correre, con gli occhi pieni di lacrime e le vie respiratorie in fiamme.

Su viale Ataturk, la polizia ha caricato violentemente con gli idranti gli elettori del partito che camminavano, festeggiando, tra urla e risa. Tanto a lungo che la notte, ore più tardi, le case erano ancora pervase dall’odore pungente delle armi chimiche.

Forse sì, Cristina, in realtà una colpa ce l’ha: da sempre sceglie con fermezza da che parte stare, non riesce a stare in silenzio davanti alle ingiustizie e vuole guardare quello che vede con i suoi occhi.

È passibile, quindi, di accusa per coraggio, umanità, passione…

Ed è punita perché la sua presenza in Turchia è scomoda. Perché nei suoi occhi risiede la testimonianza delle continue violazioni dei diritti umani che il governo turco sta perpetrando su una parte del suo territorio, abitata da minoranze etniche discriminate, vittime di violenze ed abusi, emarginate dai discorsi in chiave ultra nazionalista del presidente.

“Il tuo impegno è quello di raccontare tutto questo e noi non lasceremo passare inosservato neanche questo episodio, anche se la nostra missione è diventata, poi, quella di riportarti a casa, libera”.

Con te.   Le tue compagne del CISDA

 

Da la Bottega del Barbieri  Il CISDA ringrazia tutt* per il sostegno: Cristina è ora libera!Cristina è LIBERA!

Ringraziamo di cuore per l’impegno profuso per la sua liberazione l’avvocata Ballerini, l’Ambasciata Italiana in Turchia, la Farnesina, i Parlamentari europei e italiani, le Autorità locali e regionali, in particolare il Sindaco di Milano e la Regione Lombardia che si sono attivati.  Ci teniamo a ringraziare anche tutte le associazioni, organizzazioni e singoli che ci hanno sostenute a diverso titolo e che ci sono stati e state accanto con consigli, affetto e partecipazione attiva. Desideriamo per questo citare uno ad uno tutti e tutte: Alessandra Mecozzi, Presidente associazione Cultura è Libertà, una campagna per la Palestina –  Alfio Nicotra, presidente di “Un Ponte per”-  Arturo Salerni, Presidente Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos –  Andrea Menapace, Direttore Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CILD)  – Angelo Miotto, Direttore Q Code Magazine Antonio Marchesi, Presidente di Amnesty International Italia –  Bondioli Massimo, Presidente associazione Amici di Emmaus Piadena Cooperativa Terrenuove Onlus  – Christian Elia, coDirettore Q Code MagazineCRIC ong  – Giorgio Menchini – Presidente Cospe onlus  –  Giovanna Andreoni, presidente Associazione da donna a donna di Sesto S.G.  –  Guido Barbera, Presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI –  Giuseppe Giulietti, Presidente Articolo21Elisabeth Cosandey, responsabile della Commissione Donne e Salute  –  Emanule Giordana, Presidente Associazione Afgana  –  Fausto Durante, Coordinatore Area Politiche Internazionali ed Europee CGILFederico Perotti – PRESIDENTE CISV  –  Filippo Miraglia, presidente ARCS ARCI culture solidaliFioretto  –   Pier Giorgio Da Rold Direttore ‘Associazione Gruppi “Insieme si può…”Francesca Chiavacci, Presidente nazionale ARCIFondazione Alexander Langer  –  Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie Medicina Democratica  –  Laura Grieco, Presidente A SudLuciano Ardesi, Segretario Nazionale Lega italiana diritti dei popoli  –  Luigino Ciotti, Presidente Rete Italiana di solidarietà Colombia vive!  –  Marco Caldiroli, presidente Medicina Democratica  –  Marco Mascia, Direttore del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova  –  Maria   –  Grazia Panunzi, Presidente di AIDOS – Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo  –  Marilena Bertini, Presidente Comitato Collaborazione Medica  –  Marta Bordignon, Presidente Human Rights International Corner ETS (HRIC)  –  Maso Notarianni – giornalista, presidente Arci Bellezza  –  Michelangelo Carozzi, direttore della Fondazione Ivo de Carneri  –  Michele Sangiorrgio, presidente di Laboratorio contro la Guerra Infinita  –  Monnicchi Franco, presidente Emmaus Italia  –  Nino Santomartino, Presidente Comunità Promozione e Sviluppo  –  Rete italiana Donne in Nero  –  Raffaella Bolini, Vice Presidente Forum Civico Europeo  –  Rossella Miccio, Presidente Emergency ONG  –  Silvia Stilli – Portavoce AOI  –  Simona Ogno, Segretario Nazionale SCI Italia  –  Patrizia Minella, presidente Karama-Solidarietà con il popolo sahrawi di Sesto San Giovanni  –  Patrizio Gonnella, presidente Associazione Antigone  –  Pierluigi Di Piazza, rappresentante legale e fondatore dell’Associazione Centro di Accoglienza e Promozione culturale E.Balducci  –  Piero Basso, presidente Associazione Beni Comuni  –  Piero Confanolieri, presidente Terra Nuova  –  Pino Giordani, responsabile Comunicazione ed Eventi, CIESP  –  rofessor Valerio Onida, presidente emerito Corte Costitizionale  –  Salaam Ragazzi dell’olivo  –  Sergio Schintu, segretario, Januaforum Aps  –  Valeria Impedovo, presidente di Associazione Cultura Popolare  –  Valerio Bini, presidente Manitese  –  UDI Nazionale  –  UDI Bologna  –  Caterina Imbastari, Terra Nuova  –  Cecilia Strada, attivista per i diritti umani  –  Enrico Calamai, Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos  –  Elisa Giunchi, docente Milano  –  Flavia Famà  –  Gabriel Baudet, Terra Nuova  –  Giuliana Sgrena, giornalista  –  Roberta Cucca, Associate Professor, Norwegian University of Life Sciences  –  Marco Boato, ex parlamentare, giornalista e ricercatore universitario  –  Massimo Gatti, già consigliere della Provincia di Milano  –  Meriggi Maria Grazia, storica Università di Bergamo  –  Sandra Cangemi, giornalista ed educatrice  –  Vittorio Agnoletto, già parlamentare europeo, professore Università degli studi di Milano  –  CISDA – Coordinamento Italiano Sostegno Donne AfghaneIn difesa dei diritti umani  –  Il Cisda sostiene “In Difesa dei diritti umani e di chi li difende” Un network che promuove campagne sui diritti umani, ambiente, solidarietà internazionale, pace e disarmo, diritti dei lavoratori, libertà di stampa e stato di diritto. IL CISDA E IL KURDISTAN. Il Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane ha aperto il suo campo di attenzione alle donne e agli uomini del Rojava. Per informazioni: http://www.osservatorioafghanistan.org/progetti/il-cisda-e-il-kurdistan/L’IMMAGINE in alto è di Anarkikka