Cruor, la scia del sangue delle donne. Proroga fino al 5 aprile della mostra di Renata Rampazzi
Riapertura e proroga fino al 5 aprile 2021 della mostra di Renata Rampazzi al Museo Carlo Bilotti, Arancera Villa Borghese.
- Il latino classico distingue fra il sangue della vita e quello della morte, fra il liquido che scorre nel corpo umano e quello che sgorga dalle ferite. L’uno è chiamato sanguis, l’altro cruor – dal testo in catalogo per la mostra di Renata Rampazzi di Maria Vittoria Marini Clarelli
Il tema della mostra e della poetica di Renata Rampazzi è la violenza sulle donne. Le opere in mostra coprono in particolare l’arco temporale dal 1977 al 2020 e si declinano in Composizioni, Ferite, Sospensioni Rosse, Lacerazioni sino ad arrivare all’installazione Cruor del 2018, realizzata con la collaborazione della scenografa Leila Fteita, esposta per la prima volta nella sede della Fondazione Cini di Venezia.
La mostra comprende dipinti ma soprattutto è composta da una quarantina di garze di 5 metri di altezza, che compongono una variazione di rossi tenui e trasparenti, con riferimento ai bendaggi delle ferite, come lavati e appesi ad asciugare. Il coinvolgimento del visitatore è totale. La bellezza dell’opera però non è compiacimento ma avvio di un percorso spirituale ed iniziatico, catartico e di condivisione del dolore, della sofferenza delle vittime. Renata Rampazzi propone quindi una riflessione con il coinvolgimento di tutto il corpo, su quella che si tratta di una vera guerra alle donne – gli stupri etnici, il turismo sessuale, le mutilazioni genitali, la prostituzione forzata e quella infantile, la violenza domestica – come seguendo idealmente la scia del sangue delle vittime, già occultate nel silenzio ed a volte tacitate nella vergogna; una seconda violenza sociale …
Il curatore della mostra, Claudio Strinati scrive essere la funzione stessa dell’arte quella di tradurre e simbolizzare il proprio amore per l’arte anche nella denuncia; una mostra significativa questa, anche osservando i dati ISTAT cioè che durante il lock-down a causa della pandemia, le chiamate ai centri antiviolenza sono cresciute del 73%.
Infine Dacia Maraini scrive – La violenza contro le donne è un fatto trasversale, che riguarda tutti i paesi del mondo, sia quelli più avanzati industrialmente che quelli più arretrati. Da uno sguardo di insieme sembra di potere dire che siamo di fronte a una vera e propria azione punitiva da parte di una società dei padri nei riguardi delle nuove figlie che stanno sistematicamente demolendo le roccaforti dei privilegi patriarcali. (…) La fondazione Cini ha scelto, per raccontare queste storie di violenze contro le donne, una pittrice dal braccio robusto e le idee che camminano veloci. Con mano crudele, ma nello stesso tempo pudica e delicata, Renata Rampazzi trasforma i corpi di carne in visioni fluttuanti, di tela e nuvole, tela e sogni (…)
Lunga la carriera di Renata Rampazzi, basti dire che a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, ha partecipato alla vita culturale della città, frequentandone i protagonisti come Umberto Mastroianni, Antonio Carena, Adriano Parisot, Piero Ruggeri oltre a Marcello Levi, Paolo Fossati, Luigi Carluccio. Per approfondire ulteriormente la sua ricerca alla metà degli anni Sessanta lavora all’Accademia di Salisburgo, con Emilio Vedova, avvicinandosi all’espressionismo astratto, poi con l’artista franco-cinese Zao-Wou-Ki. Del 1973 è la prima importante personale alla Galleria dello Scudo di Verona. Nel 1977 alla Galleria Vismara Arte Contemporanea di Milano per la prima volta Renata Rampazzi espone delle opere profondamente sofferte e percorse da larghe ferite, dalla marcata gestualità espressionista. Alla fine degli anni Settanta si trasferisce col regista Giorgio Treves a Roma. Le sue opere diventano soprattutto di grande formato e la pennellata si fa più distesa e ricca di trasparenze e cromatismi. Entrata in contatto con l’ambiente del cinema, inizia con Luchino Visconti che le chiede alcune tele dai toni blu e viola per Gruppo di famiglia in un interno.
Catalogo bilingue delle “Edizioni Sabinae”, con testi di Maria Vittoria Marini Ciarelli e Dacia Maraini, Cludio Strinati e dell’artista. Parte delle vendite sarà devoluta all’Associazione Differenza Donna. Molto altro su di lei sul web e nel sito – http://www.renatarampazzi.it
INFO – Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese fino al 5 aprile 2021. Info Mostra 060608 www.museocarlobilotti.it – www.museiincomune.it – Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria e gratuita 060608 online da casa. Sono attivate le misure precauzionali anticovid19 e nel museo è obbligatorio indossare la mascherina.