Da madri a cittadine. Percorsi di emancipazione femminile nel nuovo numero di «The Italianist»
E stato pubblicato in questi giorni il nuovo numero della rivista The Italianist (n. 38.3.2018), intitolato “Da madri a cittadine: le donne italiane dall’Unificazione alla Repubblica” curato da Sara Delmedico, Manuela Di Franco ed Helena Sanson.
Con questo numero monografico le curatrici intendono analizzare le contraddizioni e le diverse anime che hanno contribuito a far sì che l’Italia diventasse una repubblica capace di assicurare a tutti i cittadini, donne e uomini, pari dignità sociale e gli stessi diritti. Per celebrare il 70° anniversario del voto femminile, il numero raccoglie, oltre a nuovi saggi relativi all’argomento, una selezione dei contributi presentati da diverse ricercatrici e ricercatori nel corso di un convegno dedicato alle donne e al voto, tenutosi all’Università di Cambridge nel 2016.
Obiettivo, osservano le curatrici nell’introduzione, è tracciare il cammino delle donne verso una presenza reale e paritaria nella società, indagando il percorso che da madri, mogli e sorelle ha permesso loro di diventare cittadine. In questo percorso difficile – che ha avuto inizio sin dai primi moti risorgimentali ai quali parteciparono anche le donne – la fondamentale conquista del diritto al voto non può essere considerato un punto di arrivo, tenuto conto delle sacche di disuguaglianza reale e pratica che persistono in molti aspetti della vita quotidiana delle donne.
Il numero si apre con il saggio di Marta Riccobono che analizza il carteggio inedito tra la scrittrice siciliana Rosina Muzio Salvo, molto attiva nelle vicende risorgimentali e nel processo di creazione e stabilizzazione dello stato nazionale italiano, e il letterato e patriota Francesco Paolo Perez. Nello sforzo di creare modelli da emulare, sia femminili che maschili, si inquadra anche la pubblicazione dei galatei nel periodo postunitario analizzata da Annick Paternoster. Elena Musiani spiega invece come la scrittura permetta alle donne di sperimentare nuove modalità espressive, che sfocerà successivamente in una chiara volontà di emancipazione e di acquisizione della cittadinanza. Gabriella Alfieri indaga l’azione modellizzante esercitata dall’industria culturale per le donne educatrici, mentre Alessandro Ferraro riesamina il pensiero femminista, o piuttosto ‘femminile’, della scrittrice Amalia Guglielminetti. Per il periodo fascista, Manuela Di Franco si concentra sullo studio di una rubrica della rivista Grazi nel periodo dal 1938 — anno in cui fu lanciata — al 1943 — anno in cui la pubblicazione venne sospesa: l’attenzione è sulla vita di coppia e offre uno specchio sulla vita quotidiana della donna–angelo del focolare. Il contributo di Alessandra Gissi discute i riti, i miti e i temi legati alla Giornata Internazionale della Donna, ovvero l’8 marzo. Infine, il numero tematico si chiude con il lavoro di Chiara Fantozzi che analizza il caso delle prostitute che esercitavano il meretricio fuori dei locali autorizzati, evidenziando le contraddizioni della transizione post-fascista, quando le donne acquistano finalmente i diritti politici, ma i tradizionali ruoli di genere vengono rifondati sugli ideali radicati del nazionalismo borghese.
The Italianist è una rivista scientifica che si occupa di studi sull’Italia. E’ la rivista ufficiale del Department of Italian, Faculty of Modern and Medieval Languages, University of Cambridge; Italian Studies, School of Modern Languages and Cultures, University of Leeds; e Italian Studies, Department of Modern Languages and European Studies, University of Reading.