Riprendiamo da “Notizie minime della non violenza in cammino” n. 752 (7 marzo 2009)proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo questa lettera aperta, reazione alla notizia della scomunica da parte della Chiesa cattolica brasiliana dei medici che hanno fatto abortire una bambina di 9 anni violentata.{{Carissimi preti, pastori, imam, monaci, uomini tutti di qualsiasi religione}},
vorrei, se riuscite, voi che vi ergete a difensori della famiglia, voi che
avete fatto della madre e della maternita’ un’icona sacra, ma che non
riuscite ancora a concepire la donna come semplice compagna di viaggio,
vorrei che rifletteste sul perche’ c’e’ ancora bisogno di una festa della
donna.

Da {{“La Repubblica”}} di oggi [6 marzo 2009], una notizia giusta per festeggiare l’8 marzo:
“Imbarazzo, rabbia, dolore, pieta’, ma anche una sola incrollabile certezza:
‘Abortire e’ peccato. Sempre’. Queste le prime reazioni ‘a caldo’ colte in
Vaticano alla notizia che {{la Chiesa cattolica brasiliana ieri ha scomunicato
i medici che qualche giorno fa hanno autorizzato l’aborto ad una bambina di
9 anni rimasta incinta in seguito alle violenze sessuali subite dal patrigno
da quando aveva 6 anni}}.

‘E’ una tragedia grandissima, specialmente per
quella povera bambina, ma la pena della scomunica andava sanzionata perche’
lo prevede espressamente{{ il Codice di Diritto Canonico}} di fronte ad un
palese caso di aborto procurato’, spiegano riservatamente alla Pontificia
Accademia per la Vita”.

{{Ancora notizie di questi giorni}}, cioe’: “non notizie”, perche’ quando non si
tratta di rumeni, la violenza sulle donne perde di “valore”: “Stupri e
violenze da persone conosciute: Carini (Palermo), maltrattamenti ad una
donna da parte del figlio; Firenze, sette fiorentini accusati per lo stupro
di gruppo avvenuto qualche tempo fa, nessun arresto; Cremona, un uomo –
amico di famiglia – accusato di molestie ad una ragazza; Benevento, un uomo
e’ stato accusato di aver stuprato per due anni una ragazzina che si e’
suicidata all’eta’ di 16 anni; Milano, violenta la figlia quattordicenne
della sua compagna”.

Cultura? Si’, {{una cultura di violenza e sopraffazione}} che, a quanto pare,
{{nemmeno l’atteggiamento di Cristo nei confronti delle donne, cosi’ diverso
dal suo tempo e anche dai nostri tempi, e’ riuscito a cancellare
completamente.}}

“Dalla donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo” (25,
24). {{Il libro del Siracide}} e’ stato scritto da un grande teologo, da un
grande filosofo e da un grande letterato. Cultura dell’epoca.
Continua, il Siracide: “E’ meglio la cattiveria di un uomo che la bonta’ di
una donna, una donna che porta vergogna fino allo scherno” (42, 14). E
Qoelet, termine che indica il “predicatore”, anch’egli un teologo, afferma
ispirato che: “Un uomo su mille l’ho trovato, ma una donna fra tutte non
l’ho trovata” (7, 28). Sempre Siracide insegna: “Una figlia e’ per il padre
un’inquietudine segreta, la preoccupazione per lei allontana il sonno, nella
sua giovinezza perche’ non sfiorisca, una volta accasata perche’ non sia
ripudiata, finche’ ragazza si teme che sia sedotta e che resti incinta nella
casa paterna, quando e’ con un marito che cada in colpa, quando e’ accasata
che sia sterile” (42, 9-10).

{{Quando si parla di radici giudaico-cristiane, noi donne dobbiamo ricordare
che significano anche questo}}. Siamo merce dell’uomo, uteri, forza-lavoro;
nient’altro. E bugiarde, inaffidabili.

L’unica volta che Dio ha parlato a una donna e’ a Sara, la moglie di Abramo,
quando le ha detto che il marito cosi’ vecchio avrebbe avuto un figlio da
lei. Sara si scompiscia dalle risate. “Figurati, mio marito e’ vecchio, io
ormai sono rinsecchita, come posso avere un figlio?”. Il Padre eterno si
rivolge a Sara e dice: “Hai riso!”. “No, non ho riso”. Una bugia. Dio non
parlera’ mai piu’ alle donne e da questa bugia di Sara nel trattato
giuridico di Israele viene fuori che la donna non e’ credibile come
testimone perche’ e’ tendenzialmente bugiarda.

E se {{il Corano}} va preso alla lettera, nonostante le nuove legislazioni sul
diritto di famiglia di alcuni paesi musulmani, per le donne la completa
parita’ con l’altro sesso e’ ben lungi da venire: {Sura IV An-Nisa’} (Le
Donne), 34: “Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza
che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perche’ spendono [per esse]
i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto
quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete
l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi
obbediscono, non fate piu’ nulla contro di esse. Allah e’ altissimo,
grande”.

Come si vede, la prevalenza dell’uomo dipende dalla volonta’ di Dio e
dall’ordine sociale. Se la donna non si sottomette all’uomo, questi prima la
rimprovera, poi interrompe i rapporti intimi con lei e alla fine passa alle
botte. Se la donna pero’ si sottomette non deve essere piu’ maltrattata.

Vi prego, {{preti, pastori, imam, monaci, uomini tutti di qualsiasi religione:
smettetela di preoccuparvi dei nostri peccati di donne, delle nostre povere
anime che non volete dannate all’inferno}}. Preoccupatevi dei crimini, degli
orribili reati che coloro che dovrebbero esserci compagni vanno diffondendo
per il mondo. Pregate per le vostre e le loro anime. Noi, le donne, siamo
state le uniche disposte a morire con Cristo, le uniche sotto la croce.

{{Davvero pensate che abbiamo bisogno di voi come tramite con Dio?}} Davvero
pensate che {{una bambina violentata di soli nove anni sia una peccatrice se,
per non morire, abortisce?}}Di quanti otto marzo ci sara’ ancora bisogno?