Differenze tra donne, differenza sessuale
Articolo di Luisa Muraro del 18 dicembre 2018
L’importanza politica dell’intersezionalità consiste nella sfida di accordare le differenze tra esseri umani con il principio di uguaglianza. Altrimenti, il principio dì uguaglianza comunemente riconosciuto si trasforma in un fattore di appiattimento che di fatto conferma vecchie ingiustizie o ne crea di nuove. Basta pensare alla nozione post-patriarcale di genitorialità che cancella la differenza sessuale e rende invisibile il contributo femminile alla procreazione.
Nella politica delle donne, la nozione d’intersezionalità si afferma esplicitamente, a cominciare dagli Usa, con la contestazione della presunta sorellanza femminista da parte delle afroamericane.
Finora io, come tante altre, ho riflettuto su questo problema nei termini posti dalle differenze tra donne, come differenze di situazione familiare, di condizione sociale, di privilegi sociali, di provenienza geografica, differenze nei rapporti con gli uomini, di collocazione nel gruppo stesso che si frequenta… Dunque, non sono soltanto quelle prese in considerazione dalle teoriche dell’intersezionalità, che di solito coincidono con le categorie fatte oggetto di analisi sociologica e storica; altre ce ne sono, percepite nelle relazioni tra donne a partire dalla propria esperienza vissuta come anche dalla conoscenza della realtà circostante. Per esempio, negli anni Settanta la scarsa presenza di operaie tra noi si faceva notare. Ed è in questi termini che darò il mio contributo.
Per me, il femminismo comincia nell’atto di riconoscere che io sono una donna e di rispecchiarmi, quindi, come essere umano nelle altre donne, prima che negli uomini. Ma tra me e le altre donne ci sono molte differenze. Tuttavia, per quanto grandi, non previste e non pacifiche, queste differenze non mi fanno sentire altra dal genere umano femminile né mi fanno dire che quelle non sono donne. Ed è in questo punto che ho trovato la risposta a una domanda che mi viene posta quando respingo la critica di essenzialismo rivolta al femminismo della differenza.
La domanda è questa: ma allora, se non teorizzi un’essenza umana femminile differente da quella maschile, in che cosa consiste la differenza sessuale negli esseri umani? La risposta ha due passaggi. Primo: sia chiaro che la differenza sessuale non è tra uomini e donne, sarebbe insensato perché, se distinguo i due sessi, maschile e femminile, vuol dire che la differenza ha già operato; diciamo perciò che la differenza sessuale è in. È in me, per cominciare, per cui dico: «io sono una donna». Secondo: la differenza sessuale che ha già operato, traspare con il mio (tuo… nostro, vostro…) riconoscermi nelle altre donne. Essa consiste dunque nelle differenze tra donne; ma non è una consistenza, è un principio evolutivo della vita che si sviluppa e traduce nella cultura umana.
Questa, per ora, è un’intuizione; sento che è buona ma devo rifletterci e qui la espongo quasi per la prima volta, sperando nei commenti di chi mi leggerà.