Donne e televisioni locali
Dalla “casalinga di Voghera” alla “casalinga di Manhattan”, una giovane
massaia coi capelli in ordine e la cucina linda, ma sempre casalinga rimane. È l’immagine che i media danno delle donne pugliesi e che un’indagine sulla programmazione di sei emittenti locali dovrebbe verificare.Alla presenza del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, del presidente del Corecom Giuseppe Giacovazzo e del direttore del Corecom Mimmo Giotta, è stato presentato il progetto sostenuto dalla commissione Po della regione Puglia “Emittenti locali e differenze di genere”.
Mettendo sotto osservazione il modo in cui le televisioni veicolano
l’immagine femminile, ha fatto notare il presidente, “risulterà uno spaccato della condizione delle donne, che nella nostra regione e in tutto il Mezzogiorno le vede ancora più penalizzate degli uomini sul piano occupazionale”.
Verificare le difficoltà, gli stereotipi deteriori o convenzionali (la
casalinga, appunto, la donna oggetto o anche l’oggetto di allusioni sessuali per vendere prodotti) è uno degli obiettivi di un intervento che guarda anche al ruolo delle giornaliste nell’informazione televisiva.
“Le donne sono protagoniste nel mondo delle professioni, del lavoro autonomo e dipendente, ma il codice della società resta maschile”, ha fatto notare il presidente Introna, ricordando che “tra gli estremi dei modelli rappresentativi: la mamma del Mulino Bianco e la casalinga senza speranza, c’è un intero e variegato universo femminile che ha attende visibilità”.
Il progetto di ricerca “Emittenti locali e differenze di genere” ha un
doppio obiettivo.
_ Da un lato, rilevare se le emittenti pugliesi riescono a
rappresentare la nuova identità di genere o insistono in vecchi modelli che condannano la figura femminile alla marginalità.
_ Dall’altro, offrire alla Regione un’analisi della comunicazione verso il pubblico femminile, capace di incentivare una presenza attiva in termini personali e sociali.
In particolare si guarderà a chi fa le notizie (la visibilità di giornaliste
e giornalisti nei notiziari), a chi fa notizia (l’inclusione-esclusione
femminile e maschile nelle notizie dei telegiornali), se e quanto le notizie sono orientate (centralità femminile, stereotipi di genere).
Il monitoraggio si concentrerà su Antenna Sud di Bari, Studio 100 Taranto, Tele Radio Città Bianca di Ostuni, Telefoggia, Telenorba e Telerama Lecce.
I risultati dell’indagine aiuteranno a predisporre un “Manuale di
comunicazione per le emittenti televisive”, per valutare la qualità
dell’informazione ed il ruolo delle donne transitato attraverso
l’informazione televisiva locale.
Verificare, per intervenire, per rendere la rappresentazione femminile sempre più aderente alla realtà e meno legata a stereotipi, per progredire verso una “parità di genere non affermata ma realizzata”, ha sottolineato la presidente della commissione Pari opportunità Magda Terrevoli che ha aggiunto “Gli studi sull’attuale condizione femminile mettono in evidenza mutamenti culturali e sociali profondi, legati in particolare alle trasformazioni in atto nella famiglia e nel lavoro. E’ in corso un processo di riformulazione delle identità di genere, un processo certamente non lineare e accompagnato da conflitti e contraddizioni.
_ Ai media spetta un ruolo importante nelle dinamiche di cambiamento, data la loro centralità nel sancire lo statuto di rilevanza o irrilevanza di soggetti e realtà e nel proporre all’attenzione collettiva i valori che contano nell’opinione comune.
La questione della rappresentanza e rappresentazione di genere nei programmi televisivi è un tema di ricerca e di riflessione molto attuale ascrivibile alla più ampia area del rapporto fra donne e media, ed è divenuta materia di studio fra femministe e teorici della comunicazione di massa”
Per il Corecom, sono intervenuti il presidente Giuseppe Giacovazzo, il
vicepresidente Anna Montefalcone e il direttore Mimmo Giotta, che hanno messo a fuoco contenuti e modalità di rilevazione.
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