Donne mussulmane e società occidentali
A Ballarò del 12 gennaio su La7 la giovane musulmana velata allontana Pippo Baudo che, in un impeto nonnesco di simpatia le vuole dare un bacio, sussurrando “non posso”.
Su facebook alcuni musulmani commentano dei post ponendo in dubbio i fatti di Colonia: una momtatura! Alla trasmissione de’ La7 La Gabbia (13 gennaio), una giovane intervistatrice registra le risposte di un imam e di alcuni fedeli musulmani per le vie di Milano. Risposte tutte eguali: le donne coperte dal capo in giù non rischiamo le molestie sessuali verbali e fisiche. Le occidentali le molestie se le cercano.
Anche la ragazza musulmana a Ballarò, ha ripetuto pari, pari che gli uomini “per natura” si eccitano e non si controllano se vedono donne con gambe e braccia al vento e al sole. Su facebook, nel sito “marocchini in Italia”, a proposito di verginità femminile è stato commentato che in Occidente si trovano femmine vergini soltanto alle scuole elementari. Un marocchino ha scritto che l’abbigliamento succinto comporta numerosi stupri sulle spiagge d’estate.
Un dirigente di Rifondazione Comunista, sempre su facebook, ha giustificato così il silenzio della sinistra:“i molestatori di Colonia non hanno razza né religione. Sono maschi sessisti”. Punto.
Viene in mente la politica dei due tempi degli anni settanta e seguenti. Quando gli ambientalisti che denunciavano gli inquinamenti delle grandi fabbriche e dei fiumi, si sentivano rispondere che prima occorreva pensare alla classe lavoratrice e poi, forse, all’ambiente. Ora, a sinistra, sembra funzionare in questo modo: i numerosi immigrati o richiedenti asilo che hanno molestato le donne l’ultima notte dell’anno davanti alla cattedrale, nei paraggi della stazione, sono stati soltanto dei maschi in calore. E poi le molestie sono diffuse, vero, anche in Occidente. Nulla di nuovo dunque: appunto “maschi sessisti”. Insomma, a sinistra si può attaccare la Chiesa, come sempre si è fatto, ma non l’Islam perché equivarrebbe attaccare gli immigrati.
A destra invece i maschi autoctoni hanno levato alte grida in nome della libertà delle “loro” donne di occupare i pubblici spazi; ripetendo e scrivendo che in Occidente tutto sommato la libertà alle donne – loro – l’hanno concessa da tempo.
La questione dell‘ “integrazione” nelle nazioni europee delle donne e degli uomini è considerata un problema dei singoli, non delle comunità che si radicano intorno alle moschee o “centri di cultura islamica”.
Si arriva fino a esaltare un multiculturalismo che suona così: accogliere le altre culture e le altre tradizioni, perché le differenze fanno bene. Le “differenze” sono, per esempio, queste: un musulmano ha scritto su facebook che la laicità dello stato è un disastro, vedi la corruzione che dilaga in Italia. E che la legge del taglione che vige in tanti paesi islamici è una benedizione; compresa la pena di morte.
Lo scrittore algerino Kamel Daoud (La Repubblica , 10.1) ha scritto:” in Occidente il rifugiato o l’immigrato potrà salvare il suo corpo ma non patteggerà altrettanto facilmente con la propria cultura (…) La cultura è ciò che gli resta di fronte a sradicamento e traumi provocati in lui dalla nuova terra. In alcuni casi il rapporto con la donna – fondamentale per la modernità dell’Occidente – rimarrà incomprensibile a lungo, e ne negozierà i tempi per paura, compromesso o desiderio di conservare la ‘propria cultura’.” E ancora:” Il rapporto con la donna rappresneta il nodo cordiano nel mondo di Allah. La donna, è negata, uccisa, velata, rinchiusa e posseduta. “. La donna non è un soggetto, non appartiene a se stessa, bensì alla comunità la cui identità deve mostrare con l’abbigliamento in luoghi pubblici.
Hochine Drouiche, vice–presidente dell’associazione degli imam di Francia, nel suo intervento a un convegno a Praga, ha dichiarato che l’immigrazione in Europa rischia di vivere le società in conflitti interculturali. Di più, l’immigrazione importa in Europa un islam vittimista, che incita i giovani al proselitismo, alla realizzazione del dominio mondiale dell’Islam. Fattori che destabilizzano il rapporto dei musulmani europei con le società occidentali, perché “l’Islam europeo ha una tendenza al dominio della forza, prima che al dialogo e all’integrazione (…) Tale interpretazione letteralista metterà presto o tardi i musulmani e ’Islam in conflitto diretto con i valori cristiani, la storia e la cultura delle società locali”.
Spesso nei siti Internet curati dai musulmani in Italia, si leggono critiche feroci alle società occidentali, contrapponendovi i valori superiori dell’Islam e portando come esempio il ruolo delle donne.
In un sito per sole donne musulmane una convertita pone:
“Salam sorelle,
Da poco sono ritornata all’islam e mi avvicino sempre più alla conoscenza. Ho bisogno del vostro aiuto.
Mi hanno regalato il Corano in italiano e sto leggendo la sua dedicata alle donne (IV) ma mi è poco chiaro questo passaggio:
34-“Gli uomini hanno sulle donne autorità per la preferenza che il Dio ha concesso al maschio sulla femmina e a causa di ciò ch’essi hanno speso per loro delle sostanze proprie. Le femmine che si rispettano sono sottomesse, gelosamente custodiscono l’onore in assenza del marito in cambio della protezione che il Dio ha concesso loro. Temete l’infedeltà di alcune d’esse? ammonitele, relegatele sui loro giacigli in disparte, picchiatele: ma se tornano a miti sentimenti d’obbedienza, allora basta, va bene così. Il Dio è altissimo e grande in verità.”
preferenza dell’uomo sulla donna? picchiatela?
alle note alla sura indica che i versetti”34-35″riguardano la superiorità del maschio sulla femmina…”
La risposta: “Salam sorella,cercherò di spiegarti il tutto nel modo più semplice possibile :
Si pensa che Allah (gsl) abbia religiosamente preferito l’ uomo poiché tutti i profeti furono uomini, per quello che riguarda l’autorità sulle donne vuol dire che le donne devono sempre portare rispetto per il marito,per quello che riguarda il picchiarle,si riferisce ad uno schiaffo,non altro,poichè come si dice,la dove la bocca non arriva,arriva la mano,ma è come lo schiaffo di una madre verso il figlio,dovrebbe essere pieno d’amore e in modo da correggere un grave errore.”
Scriveva il 6 gennaio su Huffingtonpost Lucia Annunziata:” Non c’è molto da dire ma va detto. E nel più semplice dei modi: noi donne, noi donne europee, abbiamo bisogno di cominciare una discussione vera su quello che l’immigrazione sta portando nei nostri paesi; sul disagio, e sulle vere e proprie minacce alla nostra incolumità fisica che avvertiamo nelle strade, sui bus, nei quartieri delle nostre città. Una franca discussione su come evitare che la giustissima “accoglienza” di chi ha bisogno diventi la vittoria di Pirro della nostra sicurezza e indipendenza. Mi pare che qualcosa si muova in questo senso fra le donne tedesche. E se è così saremo con loro.”
L’avvocata Giulia Buongiorno a La Gabbia (cit) ha descritto bene ciò che è avvenuto nei nostri Paesi, soprattutto dell’Europa del Sud: siamo diventate soggetti attraverso conquiste faticose delle donne che ci hanno preceduto, perché alcuni decenni fa la nostra legislazione era ancora patriarcale. E nonostante l’evoluzione legislativa permane una forte mentalità patriarcale.
E così Chiara Saraceno (La Repubblica,8.1) :” Ciò che è accaduto a Colonia richiede che la libertà e la dignità delle donne sia messa al centro non solo di grandi dichiarazioni di principio, o usata per la contrapposizione noi-loro, ma delle pratiche quotidiane, di una pedagogia formale ma anche diffusa, a partire da una seria autocritica sulle troppe sottovalutazioni messe in atto quando è in gioco la libertà delle donne, la loro volontà di abitare lo spazio pubblico e di non sottomettersi in quello privato.”
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