Donne resistenti: l’anello forte dell’antifascismo
Dal sito www.ecologiasociale.org rirpendiamo il testo del volantino con cui ad Udine, dietro lo striscione “coordinamento antifascista”, un gruppo di donne partecipa al corteo per il 25 aprile ricordando che se non c’è futuro senza memoria, oggi non c’è presente senza antifascismo.
Donne resistenti: quelle che la resistenza l’hanno fatta per davvero dando un “contributo sostanziale alla liberazione del Paese”; ragazze come Gianna e le altre; ragazze “… in città, per le strade del Friuli o in montagna…”, e poi le donne “…di paese, senza istruzione, spesso valutate dai loro uomini poco più delle mucche nella stalla. Donne che la resistenza ce l’avevano dentro come impulso morale, per cui quello che si doveva fare andava fatto senza discutere”. Quelle che gli uomini “nei loro libri per decenni neanche le hanno citate…”; così Gianna – Fidalma Garosi nel libro “{Storia di Gianna}” (ANPI Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione).
Così, ancora oggi, a testimoniare che quell’impulso morale esiste e resiste nella memoria e nella decodificazione che noi tutt* dobbiamo avere del fascismo che avanza in questo paese post elettorale dove i libri di storia verranno riscritti da un mafioso, quel Marcello Dell’Utri -senatore di Forza Italia condannato a 9 anni per concorso in associazione mafiosa- perché, a suo dire, troppo condizionati dalla retorica della resistenza.
Allora:
– {{1- la memoria non si inventa, non si reinventa e non si cancella}}; anzi, va fatta conoscere, soprattutto a quella parte di popolazione che -molto manchevolmente-, come quel 50% di udinesi: Universitari, impiegati, dipendenti pubblici e privati, liberi professionisti, interpellati dal Messaggero Veneto in una sua inchiesta del gennaio di quest’anno, non sapevano nemmeno cosa fosse l’olocausto, ovvero lo sterminio di 6 milioni d persone ad opera dei nazifascisti.
– {{2- la realtà di oggi va chiamata con il suo nome.}}
Ed è una realtà sempre più fascista, liberticida, autoritaria, di regime: è fascista e neocolonialista nello sfruttamento del lavoro e delle risorse degli altri. Fascista in casa d’altri (a Est o a Sud del mondo) e in casa propria.
E’ fascista e razzista la reclusione di immigrati nei CPT (vedi Gradisca) lager del ventunesimo secolo o il loro usa e getta come forza lavoro.
E’ fascista l’adozione di politiche securitarie, quelle che oggi si invocano soprattutto contro gli extracomunitari e “zingari” indicati come il nuovo nemico; sono fasciste le ronde (squadracce) padane, pure fascista è il vigile con la pistola e lo stillicidio di telecamere ecc.. ed è fascista l’uso che se ne farà per schedature e repressione del dissenso.
E’ fascista la violenza che le donne subiscono ad opera degli uomini, che si chiami violenza domestica, stupro o stalking; è fascista l’operazione dei giornali di gridare agli extracomunitari stupratori che sono 1 su 4 quando, ed è evidente, 3 su quattro sono violentatori domestici o connazionali quasi mai messi all’indice dell’indignazione sociale.
E’ tipicamente fascista la politica familista che vuole le donne fattrici della razza, “fare un figlio è un atto di generosità verso la nazione” ha detto la soubrettina Mara Carfagna in attesa di incarico di governo; è fascista, occorre dirlo? la politica antiabortista contro la quale le donne hanno manifestato in tutte le città questo otto marzo, la politica del controllo sui corpi con le politiche sulla contraccezione;
e sì, sono fascisti pure i farmacisti che rifiutano la pillola del giorno dopo.
E’ fascista ed integralista il potere clericale che non contempla scelte di vita diverse da quella ammessa dalla famiglia fondata sul matrimonio; il vecchio cattofascismo che ha protetto i nazisti, e talvolta beatificato i fascisti; quello che non cessa mai di estorce soldi per le scuole private ecc. ecc.
E’ fascista la violenza sulle donne ed è fascista la predazione dell’ambiente che questo governo, ancor più di quello precedente, attuerà con le grandi opere (ponte sullo stretto, TAV, …) sulla testa e sulle tasche delle popolazioni che dovranno subirle ed è fascista la repressione del dissenso che inevitabilmente ci sarà. E’ fascista il dictat energetico che fa dell’energia puro business, (con i rigassificatori arriveranno anche le centrali nucleari), perché è fascista l’attacco all’ambiente e al pianeta.
Questo l’ultimo atto del lucro capitalista sull’orlo della catastrofe.
Il fascismo più tremendo e meno compreso soprattutto da quella sinistra (verdi inclusi!) che, per molti aspetti si è rivelata l’anello debole; punita dall’astensionismo di queste elezioni, ormai garante di una rappresentanza di facciata che non ha risolto i problemi ma ha lasciato incancrenire il disagio e non è stata quell’argine che poteva – doveva essere verso l’avanzata destrorsa.
L’anello debole si è spezzato. Non ci sono equivoci, la distinzione è netta.
{{C’è una destra fascista in tutte le sue versioni}}: di governo, grisaglia e doppiopetto, mafiosa, una destra delle élites economiche, bancarie e industriali, c’è quella che avrebbe voluto essere di governo ma non c’è riuscita, quella lurida nazifascista “orgogliosa di esserlo”, sui tacchi a spillo della Santanchè, quella orrenda e negazionista di forza nuova, quella nera o più nera nazista delle svastiche e delle celtiche, delle aggressioni, se non protette, tollerate dalla polizia, quella subdola e pericolosissima delle infiltrazioni nei movimenti di sinistra o nelle lotte ambientali e poi c’è la destra leghista e populista, becera e razzista, anche questa con tutte le sue caratterizzazioni localistiche … c’è infine un contorno che più che di opposizione è di quasi connivenza…in sostanza c’è un grosso incubatore di fascismo.
{{Ci deve essere l’antifascismo.}}
{{Ci deve essere l’anello forte.}} Tutt* dovremmo essere l’anello forte.
Le donne del movimento femminista che ha ripreso vigore dopo la manifestazione contro la violenza del 24 novembre , che portano alla luce le vessazioni e i soprusi radicati fin nell’intimo di questo tessuto sociale, lo smascherano, lo denunciano, queste donne che rivendicano la loro autodeterminazione lo sono e lo sono perché, come ci fa capire con magnifica semplicità Gianna: resistenza è quell’impulso morale che sta dentro. Questo è stato per le donne e gli uomini più semplici negli anni più duri, questo deve essere per noi per questi anni che si annunciano assai cupi.
Non c’è futuro senza memoria ma oggi non ci può essere presente senza antifascismo!
{Dumbles-feminis furlanis libertaris}, 25 aprile 2008
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