Dopo la sentenza del Garante della privacy sul cimitero dei feti, per la Cgil Roma e Lazio occorre garantire l’applicazione della legge sull’aborto
Il Garante della privacy ha sanzionato per 176mila euro il Campidoglio e per 239mila euro l’Ama, società in-house che gestisce i servizi cimiteriali, per aver diffuso nel 2020 i dati delle donne che avevano affrontato un’interruzione di gravidanza, indicandoli su targhette apposte sulle sepolture dei feti presso il Cimitero Flaminio. La denuncia all’autorità giudiziaria era stata fatta dall’associazione Differenza Donna, ma il tribunale aveva deciso per l’archiviazione, mentre ora il Garante della Privacy interviene con le sanzioni per la violazione della riservatezza a favore delle donne che si erano viste indicate con nome e cognome sulle croci al cimitero dei feti. Nel frattempo, il Comune ha cambiato il regolamento (nel 2022) e questa pratica violenta non è più possibile.
La Cgil di Roma e Lazio, con una nota, ringrazia l’associazione Differenza Donna che ha portato avanti con determinazione la battaglia legale: “Questa per noi è una sentenza importante e positiva ma serve un serio impegno da parte della Regione Lazio e delle Asl a tutela del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e delle donne e garantendo l’ applicazione della 194/78”.