Riceviamo da Donatella Donato il comunicato della Rete per la Parità che chiarisce alcuni importanti passaggi della sentenza 131/2022 della Core costituzionale sul doppio cognome


Corte costituzionale- Sentenza 131/2022: dal giorno successivo alla pubblicazione cambieranno le regole sul cognome. Governo e Parlamento devono intervenire con urgenza per completare la riforma.

Con la dichiarazione di illegittimità costituzionale delle norme sull’attribuzione del cognome al figlio, dal giorno successivo alla pubblicazione in G.U. della sentenza della Corte costituzionale depositata il 31 maggio, ”il figlio assume i cognomi dei genitori nell’ordine dai medesimi concordato, fatto salvo l’accordo, al momento del riconoscimento, per attribuire il cognome di uno di loro soltanto”.

In mancanza di tale accordo sono attribuiti i cognomi di entrambi i genitori, nell’ordine concordato. Quando manca tale indicazione o per un contrasto sull’ordine dei cognomi o perché non è stata considerata tale possibilità, sarà necessario l’intervento del giudice. In attesa di un urgente intervento del legislatore il giudice delle leggi fornisce comunque delle indicazioni:

  • Va impedito, nel succedersi delle generazioni, un meccanismo moltiplicatore dei cognomi.
  • Se i genitori non optano per l’attribuzione del doppio cognome di uno di loro soltanto, è opportuno prevedere che il genitore titolare di un doppio cognome scelga quello dei due che vuole sia rappresentativo del rapporto genitoriale e che sia regolamentato il caso di una mancata scelta.
  • Il legislatore dovrà evitare che fratelli e sorelle abbiano un cognome diverso. Al riguardo la sentenza segnala una possibile soluzione, e cioè che la scelta del cognome attribuito al primo figlio sia vincolante rispetto ai figli successivi della stessa coppia.

La Rete per la Parità, impegnata fin dalla fondazione per raggiungere l’obiettivo di rendere le madri visibili e di tutelare l’identità personale del figlio, accoglie con grande soddisfazione la sentenza della Corte costituzionale che ha eliminato norme che non corrispondono né all’impianto dell’ordinamento repubblicano né alla situazione sociale del Paese – dichiara la presidente Rosanna Oliva de Conciliis, che aggiunge – spetta ora al legislatore dare corso, senza ulteriori ritardi, a quanto indicato nella sentenza. Da parte nostra continueremo a seguire gli ulteriori sviluppi e a svolgere l’opera di informazione e pressione finora esercitata.

Roma, 1° giugno 2022