E’ uscito il numero 8 della rivista Nuova Etica Pubblica di marzo 2017.
Vi proponiamo le prime righe dell’editoriale scritto da Daniela Carlà .
ll focus di questo numero è sulla storia dell’amministrazione pubblica e sulle politiche dei beni e delle attività culturali. E’ stato ideato e coordinato con Guido Melis, tra gli autorevoli componenti del nostro comitato scientifico, autore del pregevole contributo in cui ripercorre la storia dei beni culturali intrecciata alla storia del paese, dalla quale emergono le peculiarità della nostra PA, per coglierne “eredità e innovazione”. E’ decisivo che ciasc una amministrazione ripercorra le fasi storiche, valuti le scelte presenti, si proietti nel futuro. Ma ancora più importante è che questo avvenga per l’amministrazione pubblica che gestisce il patrimonio culturale, non solo memoria del passato ma anche ere dità del futuro (Lorenzo C asini), da vivere consapevolmente e da consegnare alle future generazioni . Abbiamo voluto rimarcare la centralità dei beni e delle attività culturali, ma anche contribuire, da una specifica visuale, alla convinzione che le amminis trazioni pubbliche siano articolate, con peculiari e settoriali legami tra scelte organizzative e politiche, con dinamiche e sviluppi specifici anche nella dislocazione del potere e nei rapporti con l’utenza. Gli interventi riformatori, sia sul piano organ izzativo che nelle politiche, per essere efficaci, non possono forzatamente e indistintamente assimilare e omologare i differenti ambiti dei poteri e delle politiche pubbliche. Perché concentrarsi sul Ministero dei beni, delle attività culturali e del turi smo? Vi è un legame certo tra il grado di investimento nella cultura e il livello di competitività del paese; investire nella cultura è puntare sul futuro, riannodando i rapporti con la storia collettiva. E’ indispensabile per costruire fiducia e partecipa zione, con soluzioni non convenzionali, grazie alle nuove tecnologie e alle possibilità, anche nei saperi, di superare i confini tradizionali e ripensarli in relazioni più evolute ricostruendo anche gli intrecci tra scienza e arte. Sempre a partire dalla c onsapevolezza della comune storia del paese. I beni e le attività culturali costituiscono davvero, per ampiezza e dilatazione delle tematiche coinvolte, per la specificità del nostro paese, per la molteplicità degli ambiti e dei settori, per le sinergie ne cessarie, terreno prioritario e privilegiato per l’analisi e per l’intervento.
In questo numero oltre all’ editoriale di Daniela Carlà potete leggere le interviste a Walter Veltroni, Dacia Maraini e Lorenzo Casini. Sulle politiche pubbliche per i beni e le attività culturali l’indice annovera numerosissimi nomi.