Dopo tre numeri di Marea in 22 anni dedicati al tema dell’ecofemminismo, dopo decine di incontri e seminari sull’argomento, dopo l’ultimo intenso appuntamento ad Altradimora ispirato al libro L’ecofemminismo in Italia (trovate le facilitazioni a questo link) http://www.radiodelledonne.org/2017/06/29/altradimora-fare-pace-con-la-terra-seminario-2325-giugno-2017/

ecco ciò che in sintesi direi per spiegare perché é importante curare l’ambiente e lottare per un pianeta al sicuro dalle varie forme di inquinamento: ” Perché se non si semina bellezza, (che é vitale) si soccombe alla cattiveria, che distrugge e violenta”.

Non é stato difficile comprendere che se sono femminista non posso che essere anche ecologista: la liberazione dalle catene dello stereotipo, dal sessismo e dalla misoginia é anche la liberazione dalle catene che imbrigliano il controllo e lo sfruttamento della natura senza limite e misura. Il senso della frase più nota tra quelle introdotte nel linguaggio politico dal movimento delle donne, ovvero che il personale é politico significa che si parte dalle nostre scelte e azioni quotidiane per fare la differenza.

  • Dal macro al micro, é evidente che l’ecologia e il femminismo sono stretti in un abbraccio che genera pensiero critico ma anche possibilità di partecipare al cambiamento, secondo le nostre possibilità e capacità
  • E’ con i piccoli gesti di ogni giorno che si dà forza o si indebolisce il pianeta. Al netto della mancanza di sensibilità ambientale il nodo di fondo é che fino a che gli esseri umani non smetteranno di sentirsi padroni del pianeta sarà la percezione dell’onnipotenza a determinare i comportamenti.

Quello che mi convince nella connessione tra femminismo ed ecologia é la forte caratterizzazione tra pensiero e pratica, tra essere e fare, tra ideale e concretezza.

Mi ha fatto molto pensare l’immagine regalatami durante una veloce comunicazione telefonica dall’amica e ispiratrice Marina Cinieri, grande esperta d’infanzia, quando mi ha detto: ”La contraddizione ecologica si potrebbe anche raccontare così. Quando nasce una bambina o un bambino c’é gioia, ma la sua venuta al mondo significa un ulteriore aggravio per il pianeta dovuto ai pannolini non biodegradabili che si dovranno usare per anni”.

Ecco, tenere conto dell’impatto che si ha sul pianeta é un dovere civile, educativo e politico che va incluso nella quotidianità delle nostre relazioni. Non farlo significa essere complici, e lamentarsi poi delle conseguenze a cose fatte é ridicolo.

Questo numero della rivista deve molto all’impegno di molte ecofemministe, le cui riflessioni trovate in queste pagine: un grazie speciale a Laura Cima, grande sostenitrice di Marea, appassionata ecofemminista la cui solare vita é di ispirazione per diverse generazioni di donne e uomini in cammino sul sentiero del cambiamento.