Essere protagoniste, una sfida!
La sfida non è solo essere in piazza, la vera sfida è aprire la prossima porta verso la liberazione e il protagonismo! Dietro quella porta ci sono i soggetti dai quali parliamo di politica alle altre, agli uomini e ai loro capi, ai partiti. Centinaia di migliaia, le donne. Nessuna sorpresa: le donne sono la metà e più della popolazione mondiale: sono la metà in Italia e sono la metà del dissenso, la metà del consenso, ma… non sono la metà del pensiero politico. La percentuale scende vertiginosamente, su questo terreno, e non per aver escluso da parte degli uomini l’elaborazione femminista, almeno non solo per questo. Senza rifare la storia, almeno questo ci sia risparmiato, una parte di quel cinquanta per cento dell’umanità esprime presenza politica secondo obiettivi e modi incontenibili nelle strutture del potere, sicuramente fatte apposta per respingere le donne, ma soprattutto arretrate nell’affrontare la complessità dei problemi che pone la democrazia del terzo millennio.
La donne, le centinaia di migliaia di donne, che sono state in piazza il 13 Febbraio 2011, ieri, hanno messo {{il paese di fronte a responsabilità vecchie e nuove.}}
Noi, una parte di quelle donne,{{ ci siamo assunte la responsabilità di dire davvero BASTA,}} una volta tanto non ostacolate, per un motivo ottimo: la politica “forte” dalla sua debolezza ha chiesto aiuto, a noi fino a ieri censurate nelle iniziative per dire BASTA.
Siamo, credo noi tutte, consapevoli di aver compiuto {{un gesto inequivocabile}}: la richiesta di dimissioni del governo in carica. E noi tutte, credo, siamo consapevoli, che nessuna concessione ci è stata fatta nel non esporre le bandiere di partito e di altro genere, perché appunto quelle bandiere in questo momento esprimono frammentazioni e incapacità di condivisione.
Come abbiamo detto: gli uomini si appropriano dei simboli per dividere. Le donne dai simboli si parlano!
Certo continuano, gli uomini nel potere, a nominarci come se non avessimo case politiche, certo continuano “ad ascoltare i nostri bisogni per poi convertirli in un lessico politico paternalistico” Certo! Ma sentiamo, credo tutte, che dalle nostre soggettività politiche ci presenteremo, con tutta la nostra forza e autorevolezza, ad affermare che{{ i diritti da declinare sono sempre di più}}, e ad affermare che {{i ritardi nel concretizzarli non faranno che darci la spinta a pronunciarne dei nuovi.}}
Appuntamento:
{{Intramoenia – Piazza Bellini – Napoli}}
{{25 febbraio ore 17}}
{immagine da} positanonews.it
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