Fare politica in questo paese si può, noi la facciamo
La differenza femminile, il corpo fertile sono la contesa, sono il motivo di ogni aggiustamento, di ogni trasformismo. Noi da tempo lo sappiamo.
Per questo possiamo – e ne siamo responsabili – fare la politica che facciamo. Per questo continueremo a costruire, con e senza le crisi di governo.
Nell’ultima legislatura abbiamo presentato, con più del doppio delle firme necessarie, una proposta di legge per riformare la legge elettorale.
Una legge che era (ed è) incostituzionale a giudizio di molti, ma che nei fatti – e con effetti che tutti hanno potuto constatare – era iniqua nel suo aspetto peggiore: {{l’esclusione delle donne dai luoghi decisionali}}.
Di fronte alla strage continua, {{il femminicidio}}, abbiamo avanzato le nostre proposte di modifica della legge vigente.
Soprattutto {{abbiamo fatto politica con e tra donne}}, mettendo in moto energie e nuove consapevolezze, avviando iniziative autofinanziate che hanno cambiato la logica di sempre che è chiedere alla politica denaro e favori, alle condizioni dei centri di potere.
Noi scegliamo ogni giorno di essere così: autonome e libere nello spazio che abbiamo difeso e siamo costrette ancora a difendere.
È uno spazio che nessuno ci ha concesso e vuole concederci, e che anzi ci viene conteso, perché in quello non possiamo essere moderate.
{{Noi non abbiamo avuto parola}}, nella crisi dell’attuale governo, né abbiamo chiesto elezioni anticipate con una legge elettorale che è tagliata su un modello istituzionale autoconservativo e democraticamente incompiuto.
Noi diciamo che quello cui stiamo assistendo è {{un mero passaggio di competenze, uno scambio di posti tra uomini,}} sempre gli stessi.
Noi siamo cambiate e vivendo {{nel paese più scopertamente maschilista in Europa,}} siamo attaccate apertamente sul piano dell’immagine, nel tenore di vita, nelle leggi che abbiamo voluto per incivilire il Paese.
Hanno bisogno di dividerci e spezzettarci, vogliono governare i nostri corpi per giungere alla loro “governabilità” che è l’assoggettamento delle intelligenze.
Nulla sembra amministrato in Italia, dalle risposte ai bisogni alla salvaguardia del patrimonio comune, salvo l’assegnazione di posti.
Hanno inventato{{ il Governo dei Sentimenti}}. Nella realtà, la moderazione dell’indignazione viene rinominata con codici morali su misura. Il nuovo/antico codice morale è un protocollo unilaterale al quale ci si deve conformare, massima espressione di ciò che i governi intendono fare per cittadine e cittadini.
Dai centri decisionali partono esortazioni, inviti, richiami all’etica.
Noi sappiamo che l’etica si impone e si rappresenta attraverso il dominio sulle facoltà e sui desideri delle donne.
_ {{Il conflitto maschile sulla laicità dello Stato}} è in realtà un conflitto sul come imporre alle donne di conformarsi ai desideri maschili.
È {{un conflitto di supremazia tra dogmi clericali}}, e il principio della Ragion di Stato, che hanno in comune come oggetto la sottomissione di un intero genere. È una contesa sulla “modernizzazione” che non tocca la strutturalità dei principi.
_ Quando gli uomini al potere dicono di voler affrontare i “problemi strutturali del Paese”, pronunciano la più evidente delle contraddizioni: parlano degli effetti prodotti da un sistema che si riproduce all’infinito, ma che in effetti sono interessati a mantenere.
Anni di cambiamenti annunciati, di trasformazioni apparenti hanno fatto sì che le donne di questo paese – con sistemi e percentuali non dissimili da quelli dei secoli passati – siano le più povere tra i poveri, che vengano uccise e violate, che i loro bambini vengano usati ed abusati, che non abbiano l’uso degli spazi fisici, quasi che portino una virtuale “lettera scarlatta” a segnalare la loro presenza indesiderata quando non si assoggettano alle complicità che continuamente vengono poste per il loro accesso “alla normalità”.
Tra le normalità che si vogliono ristabilire nel nostro paese, c’è il ritorno alla generalizzata clandestinità dell’aborto: quello controllabile dal denaro e dal desiderio maschile.
_ {{Ma tra tutto questo e la legge 194, ci siamo noi}}.
_ E visto che sono sempre di più e solo gli uomini (e più di prima) ad avere voce su questo, noi sapremo difenderci come abbiamo sempre fatto.
_ La differenza femminile, il corpo fertile sono la contesa, sono il motivo di ogni aggiustamento, di ogni trasformismo.
Noi da tempo lo sappiamo.
Per questo possiamo – e ne siamo responsabili – fare la politica che facciamo. Per questo continueremo a costruire, con e senza le crisi di governo.
Febbraio 2008
Lascia un commento