Generosità e dolcezza di una sopravvissuta alla Shoah: intervista a Edith Bruck
Sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne Maria Paola Fiorensoli ha intervistato Edith Bruck.
EDITH BRUCK (Tiszabercel, 3 maggio 1931) – nome d’arte di Edith Steinschreiber – ungherese naturalizzata italiana – è una delle prime e tra le più alte voci testimoni della Shoah.
Arte, intelligenza e impegno declinati in ogni tipo di scrittura – poesia, narrativa, drammaturgia, sceneggiatura, articoli, traduzioni, regia – ci consegnano un grande e avvincente patrimonio orale e insegnamento di vita.
Nata in un villaggio da povera famiglia di fede ebraica, ultima di sei figli, arrestata con tutta la famiglia dalla guardia ungherese fascista, sotto il nazismo, ha sofferto disumani internamenti dalla primavera del 1944 a quella del 1945, passando dal ghetto di Sátoraljaújhely ai campi di Auschwitz, Kaufering, Landsberg, Dachau, Christianstadt e Bergen-Belsen dove fu liberata dagli anglo-americani, insieme a una sorella; persi nell’Olocausto i genitori, un fratello e altri parenti. Dopo un lungo peregrinare e qualche anno in Israele, vive dal 1954 in Italia.
Tra i molti riconoscimenti: il Presidente Sergio Mattarella l’ha insignita dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (2021); Papa Francesco è andato a trovarla a casa rinnovando la richiesta di perdono “in nome dell’umanità”; laurea honoris causa in Informazione, editoria e giornalismo (2018, Università di Roma); Testimone del Tempo del Premio Acqui Storia (2021); ecc..
Tra le fondatrici del Teatro della Maddalena di Roma (1974), Edith ha sempre avuto autonomia di pensiero e fatto scelte coraggiose. Nel 2020, è chiamata alla Commissione per riformare il sistema di assistenza sanitaria e socio-sanitaria alla popolazione anziana puntando su servizi su territorio, assistenza domiciliare e sanità digitale – avendo una grande esperienza di cura, da sola, del marito, Nelo Risi (poeta e regista), in ultimo con l’aiuto di Olga, a oggi in quotidiana amicalità.
L’intervista ci consegna una grande donna che guarda al mondo, ai suoi orrori ma anche alle sue bellezze, senza ritrarsi, con dolcezza e generosità. (M.P.F.)