Genova: si riparte dalle donne
Il 25 e 26 giugno 2011 a Genova la rivista Marea e altre reti di donne
rilanciano lo sguardo femminista sul neoliberismo e i pezzi del movimento
delle donne che non hanno perso di vista quell’appuntamento ci sono tutti.Preparare decine di torte di verdura, cercare una cinquantina di posti letto
nelle case delle riottose famiglie genovesi, fare e disfare gli abbinamenti
per due, tre notti, lottare contro colleghe e colleghi della stampa
sonnacchiosi e poco interessati alle ‘cose delle femministe’ per riuscire ad
avere spazi sui media, allestire le sale dove si svolgeranno le varie
attività, non perdere la pazienza (insomma provarci) e avere il batticuore
al pensiero che sono passati 10 anni.
Molto altro ci sarebbe da raccontare, di questa vigilia di Punto G: Genova,
genere, globalizzazione, ma già il fatto di essere arrivate qui è parecchio.
Il 25 e 26 giugno 2011 a Genova la rivista Marea e altre reti di donne
rilanciano lo sguardo femminista sul neoliberismo e i pezzi del movimento
delle donne che non hanno perso di vista quell’appuntamento ci sono tutti.
In estrema sintesi alcuni numeri dell’evento: 30 esperte, attiviste,
studiose che parleranno in plenaria e faciliteranno i 2
laboratori,(migranti/native e la terra siamo noi); 3 momenti di performance
(operaie Omsa con Teatro dei due mondi, Generazioni di donne e Fabbrica), 1
camminata festosa nel centro della città, già 200 le persone che hanno detto
che ci saranno.
Quanto al denaro l’unico finanziamento ricevuto per ora sta in 5000 euro
dati a Marea dal Mediterranean Women’s Fund, una organizzazione femminista
che ha come missione l’aiuto alle associazioni, reti e gruppi di donne che
promuovono azioni contro il sessismo e lo squilibrio di potere tra i generi;
ci sono poi 500 euro promessi dalla Provincia di Genova, i biglietti del
treno per le compagne della Omsa offerti dalla Cgil nazionale e 100 euro
dalla Uil di Genova.
Punto G aveva aperto il Social forum, nell’assolato giugno 2001, non senza
polemiche per il suo carattere anticipatorio e precisamente focalizzato sul
genere; quell’incontro di donne, così diverse tra loro, organizzato con la
pressione mediatica addosso per l’imminenza del G8 era stato un evento,
perché accanto alla disamina tradizionale dei temi come lavoro, salute,
diritti ed economia si era declinata la globalizzazione attraverso uno
sguardo inedito ponendo una domanda: come ci cambia, nei sentimenti e nelle
relazioni, l’impatto con questa mutazione che è anche antropologica?
Ne
avevano discusso suore comboniane e ragazze dei centri sociali, femministe
storiche e sindacaliste, donne del nord e del sud del mondo: era un quesito
che appariva laterale e un po’ intimista, appunto quelle ‘cose da
femministe’ guardate con sufficienza dentro e fuori i movimenti misti, e
invece quell’analisi dal sapore cassandresco fu profetica e illuminante.
La imminente ferocia della crisi economica, l’incipiente guerra globale
delle armi e quella della violenza maschile sul corpo delle donne (anche
attraverso la macelleria mediatica dell’Italia berlusconiana): tutto questo
era stato previsto, e predetto, a Punto G.
Quella lettura e quell’approccio, accanto alle proposte di alternativa per
una diversa globalizzazione furono oscurati dalla violenza e dal sangue che
a luglio segnarono Genova.
Ma, come è nella natura carsica dei movimenti delle donne, alcune di noi
hanno continuato a tenere sveglia l’attenzione, in particolare su uno dei
nessi più delicati di quello sguardo: la relazione e la connessione con le
giovani generazioni, il passaggio del testimone, la genealogia che sta alla
base della politica delle donne.
Quanto, infatti, Punto G di dieci anni fa era stato il frutto del bisogno di
fare chiarezza sulla autonomia peculiare dei femminismi nei movimenti
altermondialisti così oggi l’urgenza è connettere e riconnettere la forza
critica e conflittuale dei femminismi tra donne di diverse
generazioni,(intercettando anche gli uomini che vogliono far parte del
percorso) e rimettere al centro della politica il movimento delle donne come
sapere, bene e potenziale comune trasformativo per tutte e per tutti.
Non
‘cose da femministe’, ma la politica delle donne come politica tout count.
_ Punto G 2011 vuole essere l’occasione per coinvolgere chi non c’era dieci
anni fa nella riflessione sui lati oscuri della globalizzazione e per
condividere le pratiche di resistenza e di cambiamento che molti movimenti
in questo decennio hanno realizzato: dalle donne di Vicenza a quelle no tav,
da quelle contro la mafia e i rifiuti tossici in Calabria a quelle di Trama
di terre, di Ife, della Rivoluzione gentile e alle decine di gruppi che
anche in piccoli centri tengono viva la relazione tra donne di diverse
generazioni.
E sarà proprio dedicata all’intreccio di domande e di risposte l’inedita
tavola rotonda di domenica 26 giugno tra alcune protagoniste dei femminismi
italiani e alcune giovani under 30: un modo per rendere visibile e dare
corpo alla relazione tra generazioni femminili che di recente hanno scosso
il paese nell’indignazione contro la mercificazione e lo svilimento del
corpo femminile.
Il sito dove sono disponibili il programma, le informazioni, l’elenco delle
adesioni e materiali è [http://puntoggenova2011.wordpress.com/
->http://puntoggenova2011.wordpress.com/]
Lascia un commento