“Giorni da vivere” di Lidia Are Caverni
Olbiese di nascita ma cresciuta a Livorno e residente da decenni a Mestre, Lidia Are Caverni è un’insegnante elementare in pensione che dalla prima giovinezza si sperimenta nella poesia e nella narrativa, traendone molti riconoscimenti e una pluralità di opere tradotte in anglo-americano, rumeno e francese.
La sua lirica produce un’armonia evocatrice del tempo che fu senza rimpianti e sempre attraversa spazi di mare e di terra, evocativi della sua duplice appartenenza, vissuta e onirica, più volte commentati in poesie e prose in queste pagine.
Ultimo di una produzione che negli ultimi anni tende a patrimonializzare la creatività della poeta/scrittrice, è Giorni da vivere pubblicato (su carta ecologica), da Meta Liber (ML): “nuovo sistema di pubblicazione brevettato (Me Publisher-Mazzanti libri), che consente a chi legge di godere di un classico libro a stampa ma allo stesso tempo di fruire, mediante un’apposita App gratuita, di ulteriori contenuti che rendono unica l’esperienza di lettura.” (p. 3).
Seguendo le vicissitudini della protagonista, Tina – universitaria in cerca di sé stessa e di un posto nel mondo – si passa da Mestre a Monte Baldo in un percorso chilometrico e sentimentale di ritorno al paese natìo e di riavvicinamento alla madre anziana; parallelamente si segue l’allontanamento dalla spensierata giovinezza studentesca con i suoi amori (Valerio) e all’entrata nell’età adulta. Un percorso iniziatico dato per “formativo” in cui le problematiche affrontate e risolte prendono spesso spunto dal rapporto “maternale” che Tina sviluppa con Silvia, una bambina che l’aiuterà, inconsapevolmente, ad “acquistare coscienza di sé, preparandosi a diventare donna” (retrocopertina).
La scrittura, distesa e coinvolgente, dagli evidenti echi autobiografici, segue Tina nella quotidianità.
Il rapporto con la madre, le lunghe passeggiate con Silvia e con il cane (Tanir), il nascente amore per Pietro, sono sempre iscritti in una natura data per incontaminata, digradante sul Garda:
“Sull’erba qualche cavalletta saltava, incominciava la serenata dei grilli e delle rane. Nel fondo valle si addensavano nuvole, forse durante la notte avrebbe piovuto.” (p. 100)
Silvia sarà il nome della bambina che Tina si prefigura mentre osserva, nell’ultimo distacco, la sua “figuretta allontanarsi zigzagando”. (p. 112)
Pagine di sintesi tra lavoro poetico e narrativo che si è spesso rivolto anche all’infanzia.
Info: Tina Are Caverni, Giorni da vivere, ML, 2022, pp. 116; € 20,00.