“Giovane e donna” non sono figure sociali
Essere giovane non significa nulla se non è accompagnato dalla coscienza di sè come disoccupata, studente, precaria, madre in famiglia monoreddito.
Capisco bene che se mi pronuncio negativamente sull’età come discriminante politica, sono sospetta di corporativismo o di conflitto di interessi. Per allontanare da me simili ombre, ripeterò la posizione che presi in anni non sospetti sul “manifesto”, la prima volta che invece di parlare di studenti, studenti lavoratori/trici, apprendisti/e, ricercatori/trici, si incomiciò a parlare di “giovani”.
Scrissi subito che{{ il o la giovane è biodegradabile}}, mentre lo/la studente, il lavoratore/trice o l’apprendista è una figura sociale, una condizione che determina la coscienza di sè e quindi una {{individuazione politica}}. Dicevo, citando i francesi: la gioventù è una malattia che con l’età passa. Oppure, anni dopo Comencini , che interpellato in tarda età su che cosa facesse per i giovani, rispose:”il meglio che posso: invecchio”
Lo stesso vale per le donne: essere giovane non significa nulla se non è accompagnato dalla coscienza di sè come disoccupata, studente, precaria, madre in famiglia monoreddito. E’ una certa diffusa influenza della cultura di destra, che alimentandosi delle sue pulsioni animali lanciò fino dal primo fascismo la lotta tra vecchi da cacciare e giovani cui fare largo. Ma si tratta di una dialettica povera e brutale, che non cambia niente delle condizioni strutturali di una società, solo esalta lo scontro tra forti (maschi per lo più) e deboli (femmine spesso).
Dico questo perchè {{alcune insofferenze verso le vecchie femministe }} che aleggia in SNOQ ha sentore di quella cultura e tende a rendere rozzo e piatto un movimento che invece ha potenzialità culturali sociali politiche e morali eccellenti.
E’ vero che il femminismo ha anche avuto le sue involuzioni elitarie e le sue sofisticazioni bizantine, ma questa non è una buona ragione per lodare {{ l’analfabetismo chiamato “donna normale”}}. La donna normale non esiste, non si sa che cosa sia: le innumerevoli casalinghe con la depressione sono normali?, le consumatrici ossessive di psicofarmaci sono normali? quelle pochissime che obbediscono ai comandi della pubblicità come è narrata da Lorella sono normali? in nessun movimento se non nei dintorni di Casa Pound si chiede come identità qualcosa di tanto rozzo ed elementare.
In verità {{il movimento delle donne}}, che si rivolge a tutte le donne e anche agli uomini come movimento politico generale, è costituito da {{tutte le donne che hanno coscienza di sè}}, della oppressione discriminazione ingiustizia cui sono sottoposte in quanto genere, e perciò della necessità di costruire lotte efficaci per modificare questo stato di cose.
Ci sono eccellenti segnali che il livello di coscienza delle donne italiane sia alto, lo dimostra la risposta all’appello del 13 febbraio, le amministrative, i referendum ecc.
Discriminare tra donne di varie generazioni, se non è funzionale agli obiettivi che ci si pongono, non ha senso.
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