Grave sgarbo istituzionale: le prime indiscrezioni sui dati dell’export militare italiano per il 2017 riportate in un’intervista del Direttore UAMA (Unità Autorizzazioni Materiali d’Armamento) senza che la Relazione al Parlamento (prevista dalla 185/90) sia stata pubblicata o trasmessa.
Amnesty International Italia, Movimento dei Focolari , Fondazione Finanza Etica, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo il 5 aprile 2018 hanno scritto :
Le autorizzazioni verso l’Arabia Saudita sensibilmente ridotte ma ancora cospicue: il Governo non ha ascoltato gli appelli a fermare l’invio di ordigni a chi li utilizza per il conflitto in Yemen.
Solo grazie ad un lancio di agenzia datato 3 aprile che riporta i commenti del Direttore dell’Autorità Nazionale che in seno al MAECI rilascia le licenze per l’esportazione di armamenti siamo venuti a conoscenza di primi dati parziali sulle autorizzazioni all’esportazione di armamenti rilasciate nel 2017. Il direttore dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA) Ministro Francesco Azzarello in un dialogo riportato dall’ANSA non ha solo reso noti alcuni dati sull’export militare italiano riferiti al 2017, ma ha svolto una serie di considerazioni anche di tipo politico prima dell’invio al Parlamento della Relazione sulle esportazioni di sistemi militari italiani prevista dalla Legge 185/90.
Le nostre organizzazioni evidenziano innanzitutto il grave sgarbo istituzionale verso il Parlamento: il Min. Plenipotenziario Azzarello con la sua intervista ha presentato ai media dati salienti dell’export militare italiano ancor prima che la Relazione Governativa (prevista dalla legge 185/90) sia stata resa nota ai Parlamentari (al momento non sappiamo se sia stata o meno già “inviata” alle Presidenze dei due rami del Parlamento, che rimane l’organo sovrano e di controllo anche su questa importante area della nostra politica estera, ma sicuramente non è stata notificata ai membri di Camera e Senato, né risulta essere pubblicata sui rispettivi siti dei due rami del Parlamento).
A nostra memoria non è mai accaduto che il direttore di UAMA (o il Consigliere Militare della Presidenza del Consiglio cui faceva capo il coordinamento sull’export militare fino a pochi anni fa) informasse la stampa – con commenti e analisi di natura anche “politica”, poco attinenti al ruolo di Autorità Nazionale di controllo – dei dati della Relazione ex legge 185/90 prima che questa fosse pubblicata e soprattutto fosse nella disponibilità di Deputati e Senatori.
Venendo al merito delle autorizzazioni rilasciate per l’anno 2017 il totale ammonterebbe a 10,3 miliardi di euro (quindi sopra la soglia dei 10 miliardi per il secondo anno consecutivo, ma in calo del 31% rispetto al 2016). L’Italia esporterebbe in 85 diversi Paesi e la commessa maggiore riguarderebbe la vendita di navi e missili al Qatar (3,8 miliardi di euro complessivi).
Si evidenzierebbe anche un calo delle licenze verso l’Arabia Saudita, passate da 427 milioni di euro nel 2016 a 52 milioni nel 2017. Tali autorizzazioni sono da anni contestate dalle nostre Organizzazioni visto il coinvolgimento del regno Saudita nel sanguinoso e devastante conflitto in Yemen. Anche in presenza di un calo cospicuo di questa natura è opportuno ricordare come il controvalore citato corrisponderebbe comunque a forniture per diverse migliaia di bombe, una quantità davvero molto problematica vista la situazione attuale in Yemen, senza che poi si sia chiarito quale sia stata l’effettiva quantità esportata (non solo autorizzata) nel corso del 2017 e se le licenze degli anni precedenti siano state completamente esaurite o meno.
Nonostante diverse Risoluzioni del Parlamento UE abbiano chiesto ai governi UE di imporre un embargo di armamenti all’Arabia Saudita i dati rivelati confermano che il Governo Italiano ha deciso di non ascoltare le richieste dei parlamentari Europei e della società civile: qualsiasi diminuzione nelle licenze non sarà mai considerata positiva dalle nostre Organizzazioni finché le stesse (e soprattutto le autorizzazioni al trasferimento finale dei materiali d’armamento) non giungeranno a zero. Fermando così finalmente la complicità del nostro Paese in una delle maggiori catastrofi umanitarie attualmente presenti al mondo, con vittime dirette e indirette in particolare nella popolazione civile.