Sono tornata dalla Repubblica Democratica del Congo dove si è conclusa la 3a azione internazionale della Marcia mondiale delle donne e sono ancora un po’ sconvolta. Infatti, malgrado tutto le cose lette in preparazione del viaggio, la realtà toccata con mano supera sempre le aspettative. Abbiamo trovato un Paese disarticolato, profondamente segnato da decenni di dittatura, corruzione, guerre e sfruttamento selvaggio delle risorse. Un Paese senza Stato, come qualcuno l’ha chiamato, senza infrastrutture né servizi, dove la sopravvivenza dipende dall’arte di arrangiarsi, individualmente, ognuno/a per sè e contro gli altri. Un paese con una forte presenza di polizia e militari ovunque che non esitano a strapazzare la gente per qualsiasi futile motivo.

Nel Sud Kivu, poi, dove si è svolta l’azione della Marcia,{{ i segni della guerra e il clima di violenza contro le donne sono palpabili.}} La sera la città di Bukavu è deserta e anche durante il giorno, a noi, delegazione internazionale, era sconsigliato uscire dai recinti protetti dell’ Incontro e degli alloggi.

{{Realizzare un grande incontro nazionale e internazionale di donne in questo contesto è quindi già un esito a sè}}. Circa 2.500 donne hanno partecipato durante 4 giorni al Forum di dibattito intorno ai 4 temi, trattati dalla Marcia quest’anno, con particolare attenzione sul tema della violenza contro le donne in zone di conflitto, della guerra e della demilitarizzazione. Più di duemila donne provenienti dalle 10 province del Congo e 200 delegate internazionali, provenienti da 42 Paesi, in prevalenza africane e europee ma anche qualche latinoamericana e una pakistana.

E’ stato denunciato lo stato di abbandono in cui versano i villaggi del Kivu, bersaglio delle incursioni delle bande armate di ogni tipo – nazionali e estere – che stuprano e massacrano donne e bambine o le costringono alla schiavitù sessuale trascinandole con sé nella brousse. Tutto questo sotto gli occhi delle truppe della Monusco che non muovono un dito pur godendo di un budget di più di un miliardo di dollari all’anno – più della metà del bilancio della RDC.

Questa inerzia l’abbiamo potuta anche sperimentare direttamente – in piccolo – con le truppe della Monusco che hanno accompagnato il convoglio della Marcia che si è addentrato nella provincia per andare ad inaugurare il {{monumento alle donne sepolte vive a Mwenga}}. Quando dopo questa commovente cerimonia, che si era prottratta più del previsto, le jeep della Monusco sono stati le prime a ritirarsi a grande velocità, lasciando le camionette con le delegate della Marcia percorrere da sole un bel pezzo della strada, di notte, in pieno territorio di guerra.

Per riuscire a fare questo incontro le donne congolesi hanno per forza dovuto appoggiarsi sulle istituzioni locali – il governatore del Sud Kivu – e nazionali – la ministra della famiglia e delle pari opportunità – con il conseguente rischio di strumentalizzazione politica, in particolare a pochi mesi di distanza dalle prossime elezioni. Anche la “prima dama” si è presentata all’ultimo momento all’appuntamento, portandosi dietro una scia di sostenitrici. E’ stato {{un braccio di ferro costante per mantenere il carattere indipendente della manifestazione, nella forma e nei contenuti. }}

L’ampiezza della marcia finale nelle vie di Bukavu ci ha dato comunque la misura del successo dell’azione. {{30 – 40.000 donne}}, molte venute a piedi dai villaggi dell’intorno, hanno potuto radunarsi e gridare “Basta alla violenza” , {{“Je dénonce (le viol) et je dis non”}}, lo slogan stampato su migliaia di pagne in tutti i colori. Un evento coperto dalle più importanti testate e agenzie stampa nazionali e internazionali (pare che addirittura RAI 3 abbia mostrato un piccolo servizio…).
{{Per un giorno e grazie alla Marcia le donne del Sud Kivu hanno bucato il muro del silenzio. }} Ora tocca a noi dare seguito alla breccia aperta e alle relazioni intrecciate per continuare a rafforzare le associazioni delle donne locali nella loro lotta per la pace e per una vita dignitosa come persona.
Ci attrezzeremo a tale proposito.

Fra qualche giorno potrete trovare immagini e commenti sul sito internazionale della Marcia:[ www.marchemondiale.org->http:// www.marchemondiale.org]