“Grazie nonna”. Così i ragazzi e le ragazze del movimento antiracket Addiopizzo salutano Pina Maisano Grassi, la vedova di Libero, l’imprenditore ucciso da Cosa nostra per essersi ribellato al racket del pizzo
“Cara Pina, una telefonata e una corsa. Incredul*, ti abbiamo raggiunto – dicono -. Nel giro di poche ore ci siamo contat*, ci siamo chiamat* a raccolta e abbiamo ricordato come con te tutto era nato ed era cresciuto. Ti sei resa familiare subito e ci hai dato una forma che era sostanza”. “Dicevi ‘potrebbero essere i miei nipoti’ – ricordano i ragazzi e le ragazze di Addiopizzo – e hai segnato per noi una strada che ancora oggi proviamo a percorrere seguendo i passi tuoi e di Libero. Passi lievi, garbati e al tempo stesso determinati e forti. Non sempre siamo stat* all’altezza della tua sagacia, della tua intelligenza e ironia, della tua generosità e della tua grande capacità di amare, ma siamo stati onorati di camminare insieme, accompagnati dal tuo esempio d’amore, sapiente e generoso, che trasformava ciò che fa star male, che provoca dolore e rabbia in capacità di essere qualcosa di diverso dalla violenza in cui siamo cresciuti. Grazie, nonna”.
Pina Maisano Grassi era nata a Palermo nel settembre del 1928. Si era laureata in Architettura a Palermo. Aveva sposato nel 1956 Libro Grassi, il commerciante che venne ucciso nel 1991 per essersi ribellato al pizzo chiesto dagli esattori di Cosa Nostra. Grassi aveva denunciato il tentativo di estorsione e poi aveva scritto una pubblica lettera al suo aguzzino, per lanciargli una sfida: non avrebbe mai pagato. Il caso ebbe una forte risonanza mediatica e provocò anche una divisione nella Confindustria. Il 31 agosto 1991 Libero Grassi venne ucciso a Palermo.
Dopo la morte del marito, Pina Maisano Grassi si è impegnata nel portare avanti la sua battaglia contro la mafia. Nel 1992 fu eletta al Senato per i Verdiin un collegio di Torino. Importate il suo impegno nel sociale come punto di riferimento dei movimenti contro il pizzo e in particolare come presidente onorario dell’associazione antiracket Libero-futuro.