I Colori della cittadinanza: cosa sapere per vivere meglio la città plurale
“I Colori della cittadinanza” s’intitola l’opuscolo curato dalla Casa internazionale delle donne – e per essa da Lalla di Cerbo, Francesca Koch e Gemma Luzzi – e destinato a girare in città tradotto in inglese, francese e spagnolo grazie al finanziamento della Commissione delle Elette del Comune di Roma, presieduta da Monica Cirinnà. Una guida che aggiorna e descrive l’accesso a opportunità, diritti e servizi esistenti, le pratiche da compiere, le regole, i diritti e gli obblighi delle tante donne provenienti da ogni parte del mondo e che per un tempo breve o lungo vivono la città soffrendone i disagi e le difficoltà che possono sconfinare nella discriminazione.
Roma, città plurale dalla sua fondazione, non sembra fare tesoro della presenza plurietnica, ostacolata più di altre cittadinanze dal gigantismo burocratico e da una carente elaborazione dello stato delle cose.
_ Le donne da sempre, per via del matrimonio, della maternità e del ruolo nella quotidianità, sono state portatrici di diversità da mediare sul piano delle relazioni e culturale, il più vasto, compreso quello alimentare e d’approccio alla salute e alle cure.
{{Alle immigrate e alle donne in transito}}, portatrici ed esportatrici di cultura, soggetti principali della modificazione e contaminazione culturale, si rivolge perciò l’opuscolo curato dalla Casa Internazionale delle donne che da sempre propugna “una visione dell’integrazione sociale che passi attraverso un percorso che costruisce cittadinanza per tutte e tutti” fondata sul convincimento che la vita cittadina non possa essere riducibile né riconducibile ad un’accolita di diversità da mantenersi divise e sempre uguali.
Per contribuire “a sensibilizzare, informare, stimolare e rilanciare questa visione positiva e non discriminatoria della presenza delle persone immigrate nel nostro paese a partire proprio dalle donne”, l’opuscolo apre sulla “cittadinanza” con gli articoli, in merito, della {{Costituzione}}, passaggi sulla {{Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea}} e sulle {{regole per l’ingresso}} e la circolazione di persone provenienti da paesi della UE e non della Ue.
_ Il capitolo prosegue con un {{glossario}}, i diritti e i doveri degli stranieri e delle straniere in Italia, le modalità matrimoniali, l’iscrizione e la cancellazione anagrafica, e si conclude con un passaggio sul “favoreggiamento ingresso irregolare” che denuncia come “una buona parte delle disposizioni normative contenute nel ddl 733 (…) intervengano soprattutto sul restringimento dei diritti dei migranti con un’attenzione particolare ai cosiddetti regolari, cioè coloro che con mille difficoltà sono riusciti finalmente a uscire da quella condizione di invisibilità che porta con sé l’essere clandestini.”
_ In Italia, viene sottolineato “ si sta configurando una vera e propria emergenza razzismo, a livello istituzionale e a livello popolare, con l’aumentare di gesti, comportamenti, aggressioni di evidente matrice razzista.”
Seguono capitoli dedicati alla {{salute}}, al l{{avoro}}, ai Centri pubblici e privati che erogano servizi, ai Consultori, ai Municipi e alle associazioni e coordinamenti maggiormente impegnati nei vari settori.
I
n ultimo, {{segnalo due assenze}}: {{l’Indice}}, sostituito da un cambio di colori dei numeri delle pagine attinenti ai vari capitoli per il criterio dei “percorsi colorati”; la {{traduzione in arabo}} che avrebbe facilitato la divulgazione dell’utilissimo opuscolo presso le portatrici e i portatori di una delle più diffuse lingue nella città multietnica, come in Italia e nella UE.
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