Il messaggio trasmesso il 7 gennaio a Parlamento europeo, Consiglio dell’Ue, Commissione europea, Comitato contro le discriminazioni razziali presso le Nazioni Unite, Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Il Gruppo EveryOne, con i suoi studiosi di chiara fama, Rom e non Rom, i suoi specialisti nella lotta alla discriminazione razziale e i suoi attivisti vi chiede ancora una volta di {{non sottovalutare il fenomeno del razzismo che colpisce i Rom}}, fenomeno presente su tutto il territorio dell’Unione, ma particolarmente grave in Italia.

Attualmente, nonostante le Direttive, le Risoluzioni, gli ammonimenti, le conferenze, l’invio di delegazioni da parte della Commissione europea, nessun provvedimento, nessun progetto, nessuna vera azione di inclusione sociale è stata attuata a favore del popolo Rom.

Il governo di destra ed estrema destra Italiano, purtroppo, non trova opposizione, in questo campo tanto critico, da parte della propria controparte, che a propria volta conduce – oggi localmente, ma a livello nazionale durante il Governo Prodi – politiche razziali finalizzate ad allontanare i cittadini dell’Unione europea di etnia Rom dal teritorio italiano e di rendere molto dure le condizioni di vita dei Rom di nazionalità italiana o rifugiatisi in Italia negli anni 1970 e 1990.

Sgomberi senza alternative, una costante persecuzione poliziesca e giudiziaria, violenze da parte di gruppi di intolleranti, unitamente a una propaganda mediatica improntata alla diffusione di odio razziale nei confronti del popolo Rom hanno provocato {{un esodo drammatico di Rom dell’Unione verso altri Paesi o di ritorno in patria}}, un abbassamento tragico della loro speranza di vita media, numerose tragiche morti (causate da malattie, fame, freddo, indigenza, roghi e altri atti di violenza) nonché la sottrazione di centinaia di bambini Rom ai loro legittimi genitori, giustificata dalla loro impossibilità di assicurare loro “condizioni di vita decenti”.

Se nel 2007 circa 45 mila Rom provenienti dalla Romania vivevano in Italia dove {{le organizzazioni per i diritti umani avevano avviato seri programmi di integrazione e scolarizzazione}}, la persecuzione istituzionale ha vanificato tali programmi, scatenando una purga etnica le cui atroci direttive sono state accolte dalle amministrazioni locali, organizzate e messe in atto dalle forze dell’ordine, che hanno stimolato il collaborazionismo da parte delle cittadinanze. Le azioni poliziesche hanno caratteristiche di disumanità e brutalità, mentre nessun sostegno è offerto dai servizi sociali.

{{Oggi restano meno di 3000 Rom romeni, in Italia,}} in condizioni socio-sanitarie spaventose. Anche i Rom di nazionalità italiana o provenienti dalla ex Jugoslavia – 45 mila circa in totale, dopo la fuga di molti gruppi familiari in Spagna, Francia e altre nazioni – vivono in condizioni penose nei campi. Criminalizzati, impossibilitati a svolgere lavori fissi, rifiutati dalle scuole o, in pochi casi, iscritti, ma discriminati pesantemente e regolarmente sottovalutati, sopravvivono senza speranze di emancipazione.

Gli attivisti che si occupano di tutela del popolo Rom sono regolarmente intimiditi e controllati dalle forze dell’ordine; in alcuni casi sono stati oggetto di violenza, anche grave, da parte delle stesse forze di polizia, durante sgomberi e azioni persecutorie.

{{La percentuale di donne e uomini Rom, nele carceri, è altissima}}: nessuna vera tutela giuridica è loro offerta, se non formale, di fronte alla legge. L’unica fonte di sostentamento di cui dispongono, l’elemosina, è proibita in molte città da ordinanze, mentre dovunque le forze dell’ordine combattono l’accattonaggio.

Giornali e TV diffondono calunnie e pregiudizi ormai fuori controllo. Sotto gli occhi quasi indifferenti dell’Unione europea i Rom divengono gli {{Intoccabili}}{{ dell’Occidente}}, a causa del grado di intolleranza che si è affermato in Italia, che non ha precedenti se si esclude l’era delle leggi razziali e che costituisce una tentazione per altri Paesi dell’Unione: si pensi alla Spagna, dove un recente sondaggio istituzionale ha rivelato che un ragazzo su Ue non vorrebbe un Rom come compagno di banco; alla Francia, dove le Istituzioni locali stanno adottando il modello italiano dei controlli polizieschi ossessivi: soprattutto, alla Romania, dove la propaganda razzista italiana raggiunge i media locali, causando nuovo odio razziale contro il popolo Rom, che in Romania conta circa due milioni di individui.

Non è un’esagerazione paragonare i Rom disciminati agli Intoccabili, perché di fatto non vi è più differenza fra i {{Dalits dell’Asia del sud}} e gli “zingari” in Italia. Anzi, i Dalits, gli {{intoccabili}} hanno la possibilità di accedere a lavori considerati “impuri” come la pulizia delle latrine, i lavori cimiteriali e nelle stalle, il recupero di materiali dalle discariche, mentre i Rom, in Italia, sono tenuti a distanza da tutti.

La Storia e l’esperienza insegnano che quando si forma {{una “casta” all’interno di una civiltà}}, si affermano contemporaneamente tanti pregiudizi che occorrono secoli per rimuoverli. Senza contare che l’esclusione e l’odio razziale causano un peggioramento delle condizioni di salute, igiene e “presentabilità” delle vittime, che agli occhi dela cittadinanza divengono automaticamente “brutte, sporche e cattive”.

Il nostro gruppo ritiene che {{in Italia il limite della civiltà sia stato ampiamente oltrepassato}} e che allo stato attuale delle cose sarebbero necessarie leggi precise, non suggerimenti. Per esempio – e siamo in grado di fornirvi un progetto articolato in tal senso – l’obbligo da parte degli stati di inserire nel numero di lavoratori provenienti da un Paese membro dell’Unione europea una percentuale di Rom pari alla loro consistenza etnica nel Paese di provenienza.

Considerato che in Romania i Rom sono il 10%, il progetto richiederebbe all’Italia (e agli altri membri) di prevedere {{nelle quote di lavoratori romeni il 10% di romeni di etnia Rom}}. Sarebbe auspicabile applicare la stessa norma all’interno degli stessi Paesi membri. Per esempio, la Romania dovrebbe inserire un Rom ogni dieci cittadini assunti nei settori pubblici e privati.

E’ comunque {{fondamentale che l’Unione europea assuma provvedimenti efficaci e urgenti}}, avvalendosi della consulenza di organizzazioni come la nostra, che hanno una notevole esperienza sul campo unita alla conoscenza storica e attuale delle caratteristiche del popolo Rom. E’ inaccettabile che una civiltà che fa dell’unione, dell’uguaglianza etnica e razziale, delle pari opportunità, dei Diritti Umani le proprie fondamenta, assista contemporaneamente all’affermarsi di una categoria di esseri umani senza diritti, i nuovi {{intoccabili.}}

Rimaniamo a disposizione per qualsiasi forma di collaborazione nei dificili procedimenti che si rendono ormai necessari per combattere le piaghe dell’odio razziale, della negazione dei diritti umani verso un intero popolo e di una cultura del pregiudizio che nasconde pericolosamente sia la vera Storia del popolo Rom in Europa, sia le necessarie istanze che devono portare in tempi brevi alla sua emancipazione e al suo corretto riconoscimento morale, giuridico, culturale e storico.

{Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau – Gruppo EveryOne

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