“I pesci dagli occhi grandi” di Lidia Are Caverni
Lidia Are Caverni, nata ad Olbia, cresciuta a Livorno, insegnante elementare, oggi in pensione, a Mestre, ha il mare nel cuore.
Una lirica intensa ed esperta l’accompagna dalla prima gioventù, informando diciassette libri di poesie, molti dei quali premiati e tradotti in anglo-americano e rumeno; saggi sul linguaggio e sulla genitorialità; collaborazioni con riviste e blog; libri di racconti.
In prefazione, Angela Costanzo sottolinea la costante e vitale intersezione tra dimensioni marina, terrestre, umana, animale e vegetale, evidenziando “il filo invisibile” che tutto unisce “in un’armoniosa melodia pittrice, la quale imprime un sentire profondo e unico su tutto l’ambiente circostante che si offre non solo allo sguardo esteriore, ma soprattutto a quello interiore, alla dimensione dell’animo. (…) Un animo che si esprime attraverso suggestioni, evocazioni, quadri di natura, schegge di ricordi e pensieri appena sussurrati, speranze, desideri.” (p. 9)
I pesci dagli occhi grandi, che intitolano la raccolta, si prestano a diversi simbolismi senza che la loro natura e quella di tutto il bestiario poetico manchi di precise descrizioni; così per le piante, i fiori, gli esseri umani.
È un’autobiografia poetica che recupera poesie composte dal 1994 al 2004, che anticipano temi ricorrenti nella produzione successiva.
I pesci dagli occhi grandi (2002) appaiono solo agli umani ‘silenziosi’; i linguaggi sconosciuti degli abissi accrescono il fascino del marino.
Nel buio dell’acqua fonda che lambisce le costiere sarde e toscane, Venezia e Mestre – cui sono dedicati versi profumati d’alga, rumorosi di onde, abitati da gabbiani e da granchi – Lidia Are Caverni getta la rete della memoria recuperando versi, noti o tralasciati, a lei sempre più cari e significanti, nell’inesorabile trascorrere del tempo, vissuto tra entusiasmi e disincanti e che la poesia riscatta per accenni e silenzi:
Hanno segni il mio ventre e il viso / impronta dell’esistere perché tacere / di quel che si è vissuto sottile filo / di ragnatela i capelli conservano / il profumo del mare il quieto passo / fanciullo. (p. 59)
Sono ricordi struggenti:
Parlami con dita d’acqua ancora / mormorano parole di pellicani affamati / di pesce profonde sacche che solcano / il mare gole legate con lo spago / di cormorani d’oriente intorno nulla / un frammento d’ocra dipinta vista / in un museo sopra una vetrina / naso incollato nella tua nuvola di fiato.
Nella primavera 2020, non un periodo qualsiasi dato il Covid-19, l’Autrice ha pubblicato con lo stesso editore sia l’opera in oggetto che il racconto Lo Gnomo e la bambina.
Info: Lidia Are Caverni, I pesci dagli occhi grandi; prefazione di Angela Costanzo, Edizioni Alimena-Orizzonti meridionali, aprile 2020.