Malalai Joya, deputata al Parlamento afghano, nel quale oggi le è impedito
di parlare, è una giovane donna minuta, armata solo di se stessa. Porta
sulle spalle pesi enormi con semplicità disarmante. La incontro in una casa
amica, in Toscana, dove è stata invitata dalla Regione per una serie di
convegni e incontri sul suo paese. Un paese dove l’orrore si è insabbiato,
annidandosi in ogni centimetro di terra e di anima. Parliamo a lungo, senza
formalità, davanti a una tazza di tè verde. Parliamo della verità
sull’Afghanistan, la cosa che le sta più a cuore.{{Karzai è stato rieletto. Com’è la situazione adesso nel tuo paese? Il
presidente è più debole o più forte?}}

Intanto non dobbiamo parlare di persone singole ma di un sistema, un sistema
corrotto di tipo mafioso. Gli Usa hanno riportato al potere i “signori della
guerra” dell’Alleanza del Nord e anche alcuni talebani. Karzai si è molto
compromesso, in questi otto anni, con tutte queste persone che sono i
maggiori responsabili della tragedia dell’Afghanistan.
_ L’esempio più
lampante è che i due suoi principali collaboratori sono Fahim e Kalili. Sono
due personaggi riconosciuti dalle Agenzie Umanitarie come criminali di
guerra. Adesso in parlamento ci sono persone che hanno commesso crimini di
guerra contro la popolazione in tutti e tre i periodi che hanno devastato il
mio paese. Ci sono membri dei partiti Parcham e Kalq di allora (*le due
fazioni del Partito Comunista)* che hanno ucciso centinaia di democratici,
criminali della guerra civile (1992-1996 ) e del periodo dei talebani. Hanno
costruito un’alleanza di criminali e adesso si dividono tra il sostegno a
Karzai e quello ad Abdullah.

{{Qual è la differenza tra Karzai e Abdullah, i due rivali per la presidenza
nelle scorse elezioni?}}

Le somiglianze sono molto più numerose. La differenza è che Karzai non ha
direttamente le mani sporche di sangue mentre Abdullah sì. Ma adesso Karzai
è a capo di molti Abdullah. Si è circondato di questa gente. Il mio popolo
dice che ha molti fondamentalisti criminali nascosti sotto il suo
{chapan} (giacca afgana). E questo comporta enormi rischi per il nostro
futuro.

{{Obama ha detto recentemente che l’elezione di Karzai ha perso credibilità
per i numerosi brogli e che potrebbe chiedere di ricontare i voti.
Cambierebbe qualcosa in questo caso?}}

No. Perché se andasse via Karzai verrebbe un altro Karzai. Appunto perché di
tratta di sistema non di persone. Noi abbiamo un “puppet mafia system”.
Tutta questa gente è odiata dal mio popolo. Gli occidentali sostengono di
non aver avuto parte nella scelta dei candidati ma hanno permesso che si
presentassero alle elezioni sempre gli stessi criminali, perfino Gulbudine
Hekmatyar, al quale sono stati promessi dei Ministeri (*capo di
Hezb-i-Islami, che ha combattuto le truppe Nato al fianco dei talebani)*. E
questo è proibito dalla nostra costituzione che non consente che si
presentino in una competizione elettorale i colpevoli di crimini di guerra.
Perché lo hanno permesso? Per la democrazia?

{{ E’ cambiato qualcosa tra le prime elezioni e queste del mese scorso, dal
punto di vista del consenso popolare?}}

Molta gente alle prime elezioni aveva delle speranze che qualcosa davvero
sarebbe cambiato. Quando ha visto al potere sempre gli stessi criminali,
allora si è sentita tradita e ha perso fiducia.

{{Se gli americani dovessero considerare non valide queste elezioni e le
facessero ripetere, cosa succederebbe?}}

Anche se si ripetessero non cambierebbe niente. Le elezioni, in Afghanistan,
non hanno nulla di democratico perché si svolgono sotto l’occupazione,
all’ombra delle armi, delle minacce, della corruzione e sotto il controllo
dei signori della guerra e della droga. Sarebbe solo uno spreco di soldi.
L’affluenza sarebbe ancora più scarsa. Se poche persone sono andate a votare
alla prima tornata, alla seconda ce ne andrebbero ancora di meno. Il voto
del popolo non conta niente. Dopo queste elezioni la gente lo sa e non
tornerà a votare.
_ Il popolo discuteva nelle strade, anche prima delle elezioni, e diceva che,
in ogni caso, queste elezioni sarebbero state decise alla Casa Bianca, non
in Afghanistan. “Stesso asino con una nuova sella” dicono da noi. Se ci
fossero nuove elezioni sarebbe soltanto l’ennesima nuova sella.

{{Qualche giorno fa Karzai ha segretamente liberato Parwiz Kambakhsh (il
giornalista che è stato condannato a morte, poi a 20 anni di prigione, per
aver divulgato del materiale, stampato da internet, sui diritti delle donne
nell’Islam). E’ un segnale positivo secondo te?}}

No. Non lo è. Fa solo parte del gioco di equilibri di Karzai per reggere il
suo governo. Da una parte ha firmato le disgustose leggi contro le donne
sciite, per compiacere i fondamentalisti e assicurarsi il loro voto,
dall’altro, libera Kambakhsh per ingannare la comunità internazionale e
darsi una parvenza democratica.
_ Ma in questi giochi ci cascano solo gli
occidentali. Gli afghani non si ingannano perché conoscono bene qual è il
gioco che ci sta dietro. Tutti sapevano che Kambakhsh sarebbe stato
rilasciato per le elezioni. Questo è solo uno show degli americani, per
legittimare il futuro governo fantoccio che gli Usa hanno deciso di
instaurare.

{{
C’era un candidato davvero democratico in queste elezioni?}}

Uno dei candidati è Ramazan Bashardost. E’ l’unico democratico e sarebbe
stato eletto se le elezioni fossero state regolari. E’ una persona per la
quale è importante l’onestà più della poltrona. Quando era ministro degli
Affari Sociali ha dato le dimissioni perché tutte le ONG che doveva
monitorare risultavano corrotte e non avrebbe potuto fare il suo lavoro.

{{Ha un partito Bashardost?}}

No. E’ un indipendente. Se le elezioni fossero state vere, non solo
Bashardost ma anche altri democratici si sarebbero presentati. Ma in questa
situazione, anche se ci fossero cento elezioni, vincerebbero sempre o Karzai
o Abdullah. Se Karzai diventasse troppo compromesso allora gli americani
metterebbero Abdullah o qualcun altro come loro. Quando ho incontrato
Bashardost gli ho detto: ”Tu non vincerai mai perché non sei un fantoccio.
Non ti lasceranno mai vincere. ”

{{
Data questa situazione, qual è la vostra speranza come democratici?}}

La consapevolezza politica della popolazione è una grande speranza per il
futuro. E sta crescendo. La gente sa chi sono i loro nemici e di chi si
può fidare. E sa benissimo che le elezioni non servono.

{{Sarebbero pronti, se non ci fosse questo sistema, a votare per dei veri
democratici?}}

Sì. Lo sarebbero. Ma da noi si dice: ”Non è importante chi vota ma chi conta
i voti”. Dunque per ora non è possibile. Ma la consapevolezza e la
resistenza nel popolo aumenta con il continuo aumento disastroso delle morti
dei civili.

{{Molti afghani sono andati comunque a votare. Ci hanno creduto o le ragioni
sono altre?}}

Possiamo dividere chi va a votare in tre categorie. Alcuni sono
fondamentalisti e votano i loro candidati, altri pensano che forse votare
conviene, magari qualcosa potrebbe cambiare: “let’s try”, si dicono. Per
altri, la ragione per votare è la povertà, sono comprati, e pensano: ”per un
voto cosa vuoi che sia?” e si prendono i soldi. Altri votano anche per
motivi tribali. Ma anche quelli che hanno votato per i signori della guerra
sono stati ingannati e traditi. I talebani li hanno attaccati, gli hanno
amputato le dita e hanno commesso violenze su di loro.

{{Quali sono i brogli più evidenti?}}

Ce ne sono di tutti i tipi. In alcune città, dove c’è più controllo
internazionale, le urne venivano messe, almeno per la visibilità, ma nelle
parti più remote del paese non venivano nemmeno esposte, non veniva
allestito il seggio e poi le milizie dei signori della guerra riempivano le
urne. Scherzavano tra loro, dicendo che stavano facendo un bel lavoro per il
loro candidato!
_ In altri posti, ad esempio, le persone votavano poi si pulivano il dito e
andavano di nuovo a votare, magari dieci, venti volte. La commissione
elettorale che dovrebbe essere indipendente, ma è formata da membri del
governo, ha avuto molte denunce di brogli. Ma anche qui hanno fatto come
volevano. Ad esempio, su mille denunce, dicevano che i brogli seri erano
solo cento. Invece erano almeno settecento. Per intenderci, i brogli
semplici sono quelli di votare più volte, quelli seri sono voti ottenuti con
la minaccia delle armi.
_ E poi c’è l’inganno più grave, di cui parlavo prima.
_ La costituzione afgana dice chiaramente che alle elezioni non si possono
presentare, come candidati, criminali di guerra riconosciuti. Ma invece a
queste elezioni si sono presentati perfino talebani. Allora, come mai questa
commissione lo ha permesso?

{{Quindi delle buone leggi ci sono ma non vengono applicate. Anche sui
diritti delle donne è così?}}

Ci sono delle leggi buone ma anche questo fa parte dell’immagine per
l’occidente. Nella nostra Costituzione ci sono leggi che comprendono i
diritti umani e delle donne, è presente la Dichiarazione dei Diritti
dell’uomo. Sono state fatte sotto gli occhi dell’Occidente e sono stati
obbligati a inserirle. Ma non vengono applicate. In realtà noi viviamo con
la legge della giungla. E’ molto facile per i fondamentalisti cambiare le
leggi. Hanno la maggioranza in Parlamento e fanno quello che vogliono. Sono
leggi di un’estrema ambiguità. Perché ogni legge viene messa in discussione
dai fondamentalisti in nome della Sharia. Per questo io insisto molto sul
fatto che la legislazione deve essere laica e non sottostare alle varie
interpretazioni dell’Islam, soprattutto quelle dei fondamentalisti. E questo
riguarda soprattutto le donne i cui diritti sono sistematicamente violati.

{{In pratica quali leggi sono applicate nelle province afghane?}}

Quelle imposte dai vari “signori della guerra” che le comandano.

{{Dal punto di vista dei diritti delle donne e dei crimini contro di loro
c’è differenza tra il tempo dei Talebani e quello presente?}}

No. Vengono commessi gli stessi crimini. Solo che adesso i fondamentalisti
al governo cercano di legalizzarli e di nasconderli sotto l’apparenza della
legge.

{{Ma allora, anche con leggi buone e democratiche non cambierebbe niente?}}

Nella pratica no. Ma le leggi ci devono essere lo stesso. E’ molto
importante. Danno almeno una speranza di giustizia. Chi è vittima di delitti
potrebbe impugnarle. E’ l’unica cosa che può fare. Per questo noi cerchiamo
comunque che ci siano leggi che salvaguardino i diritti umani. E ci battiamo
contro le leggi più disgustose.
_ Come ad esempio la legge che garantisce l’impunità a tutti i criminali di
guerra presenti nel governo.

{{E’ per esserti opposta a questa legge che sei stata espulsa?}}

E’ la principale ragione ma non la sola. Mi hanno espulsa anche perché io li
ho criticati. Anche altri democratici, uomini e donne, hanno protestato
contro questa legge e hanno criticato il governo ma non con la mia stessa
forza e decisione.

{{L’Occidente si impegna nell’addestramento dell’Esercito e della Polizia
afghani. Quanto potete contare su di loro per avere giustizia e sicurezza}}?

Per noi la sicurezza è il primo problema. Il governo non ha nessun controllo
sul paese. Al sud il potere è in mano ai talebani ma anche altrove non c’è
nessuna giustizia. Purtroppo non possiamo contare nemmeno sull’esercito.
_ Tempo fa nell’esercito c’erano dei volontari, ma adesso, a causa della
povertà e della mancanza di lavoro, le gente si arruola per i soldi. Noi
diciamo che questo non è un Esercito Nazionale ma un Esercito dei Dollari.

{{Se si è vittime di un sopruso o di un delitto, denunciarlo alla polizia ha
qualche effetto?}}

Se hai fortuna puoi anche trovare una persona onesta. Dipende da chi ti
capita. Il problema è chi li comanda. Il capo dell’esercito è Rashid Dostum,
uno dei più feroci signori della guerra. E c’è anche, nei posti di comando,
un altro signore della droga molto conosciuto. Questi uomini hanno milizie
private e l’esercito stesso è spesso responsabile di assassinii, rapimenti e
violenze sessuali.
_ Come esempio, posso raccontare come è finita la storia che si vede nel film
“{[I nemici della felicità->http://www.enemiesofhappiness.com/]}”. (*documentario della regista danese Eva Mulvad
sulla campagna elettorale di Malalai Joya) *Ho accompagnato la famiglia di
Rahela, una ragazzina perseguitata da un signore della droga che la voleva
sposare per forza, alla polizia ed è stata fatta la denuncia. Poi sono
venuti dall’Iran lo zio e altri parenti di lei per difenderla. Ma questo
signore della droga ha ucciso lo zio della ragazza e anche il poliziotto che
aveva seguito la denuncia e si era dato da fare. Per questi omicidi è stato
arrestato ma è stato subito rilasciato per ordini che venivano dall’alto.
Quindi non tutti nell’esercito sono corrotti ma se lo sono i capi non hanno
possibilità di applicare la giustizia. Noi diciamo che a volte i pesci
piccoli vanno anche in prigione ma i grossi squali mai.

{{Noi stiamo parlando di “signori della guerra”. Come esercitano il loro
potere sulla gente?}}

Queste persone hanno prigioni e eserciti privati con i
quali colpire la popolazione e fare applicare le loro leggi. Ad esempio a
Pagman, vicino a Kabul, il potere è in mano a Sayyaf, uno dei più potenti
“Warlords”, che ha la sua prigione e il suo esercito. Qui la gente ha fatto
una manifestazione contro di lui, ha bruciato le foto di Sayyaf in piazza,
ma il Parlamento ha fatto finta di nulla. Il giornalista che aveva filmato
la protesta è stato picchiato in Parlamento. E hanno minacciato anche me.
Uno di questi uomini di Sayaff era seduto dietro di me e quando cercavo di
alzarmi per dire qualcosa mi spingeva giù per le spalle, con molta forza, mi
impediva di alzarmi. E siccome protestavo mi ha detto:”Adesso ti do una
coltellata, puttana, così capisci finalmente chi sono i mujahiddin!”.

{{In queste condizioni come riuscivi a fare il tuo lavoro, prima di essere
espulsa?}}

Bisogna farsi furbi. Ad esempio c’è una legge per cui un parlamentare non
può criticare un altro parlamentare citandolo col suo nome. Ma basta
denunciarlo facendo capire chi è, attraverso un giro di parole. E un altro
gioco è che i “signori della guerra” sono spesso uno contro l’altro e io
sfruttavo questa situazione. Quel giorno, ad esempio, sono riuscita a
parlare nonostante le minacce. Non mi hanno chiuso il microfono, come spesso
facevano. E’ stato il rivale di Sayyaf che mi ha dato la parola, sapendo che
avrei parlato male del suo avversario. E’ così che siamo costretti a fare.

{{Chi sono adesso i Talebani? Chi c’è dietro di loro?}}

I talebani non sono niente. Sono dei fantocci. Sono stati creati dalla Cia e
poi distrutti. L’organizzazione da cui vengono è Al Qaeda che è foraggiata
da vari paesi che hanno interesse a che l’Afghanistan rimanga in uno stato
di instabilità permanente. Ricevono sostegno, fanno trattative segrete,
specialmente con la Cia.
_ Sia i Talebani con Al Qaeda che i fondamentalisti dell’Alleanza del Nord
sono sostenuti con armi e soldi dai servizi segreti di molte nazioni. La
CIA, la Russia, l’Iran, l’Usbekistan, il Pakistan ovviamente, che li
istruisce nelle madrassa e l’Arabia Saudita. Questa instabilità è utile
soprattutto agli USA, per giustificare la loro presenza che è decisa per
ragioni di geopolitica che non hanno niente a che fare col terrorismo.
Questa storia di Osama e di Mullah Omar è tutta una presa in giro. Sarebbe
facilissimo per loro trovarli con l’intelligence. Ma se li trovassero il
gioco finirebbe. Finché dura questa farsa rimangono lì. Gli Usa sostengono
Sayaff che combatteva con mullah Omar ed era suo amico. Dunque sarebbe
facile trovarlo. Se lo volessero davvero.

{{Adesso Obama dice di voler trattare con i moderati e isolare i terroristi
di Al Qaeda. Come giudichi questa politica?}}

Molti talebani sono già al governo, siedono in parlamento. Quelli cosiddetti
“moderati” sono semplicemente quelli con cui la Cia riesce a fare accordi.
Quelli che si oppongono alla loro presenza sono definiti “terroristi”. Gli
occidentali attribuiscono tutti i crimini nel mio paese ai talebani. Ma non
sono solo loro a uccidere e terrorizzare la popolazione. Anche gli altri
signori della guerra commettono gli stessi crimini. E siedono in Parlamento.

{{Cosa pensi della presenza delle truppe USA e NATO in Afghanistan?}}

Questa è un’occupazione che dura da otto anni. Le forze Nato bombardano e
uccidono i civili, usano cluster bombs e fosforo bianco. E’ con questo che
si porta la democrazia e la pace? Che si ricostruisce un paese distrutto? Ci
sono moltissime vittime. Recentemente, ad esempio, 200 persone sono morte a
Kunduz e nella mia provincia di Farah sono stati 150 e sono tutte vittime
dei bombardamenti. A Jallalabad hanno bombardato perfino un matrimonio. Sono
morte 47 persone compresi gli sposi. Tutto quello che sembra abbiano fatto
di utile le truppe straniere è solo apparenza, per gettare fumo negli occhi
del mondo. La mia gente adesso dice: “Visto che non siete riusciti a portare
qui niente di buono almeno andatevene. ”

{{Obama ha recentemente detto che la democrazia non si può esportare. Ti dà
qualche speranza?}}

Certo questo è giusto. Siamo d’accordo. Ma le parole non bastano. All’inizio
avevamo sperato in Obama ma per il momento ha proseguito le politiche di
Bush. Continua i bombardamenti, aumenta il contingente militare e legittima
i signori della guerra. Se un giorno lo dovessi incontrare gli
chiederei:”Continueresti a sostenere questi criminali se avessero fatto alle
tue figlie quello che hanno fatto alle nostre donne?”

{{Rispetto al tempo dei talebani qualcosa è migliorato, almeno a Kabul? Ad
esempio, le donne adesso possono studiare e lavorare e tu sei riuscita ad
andare in Parlamento insieme ad altri democratici.}}

Questo fa solo parte di una facciata per mostrare che il mio paese adesso è
democratico. I crimini non sono più davanti agli occhi del mondo o negli
stadi come al tempo dei talebani. Ma ci sono ancora. Non sono cambiamenti
reali. Il mio paese è adesso schiacciato, come in un sandwich, tra due
nemici: quello esterno, con le bombe e l’occupazione delle forze Nato, e
quello interno dei fondamentalisti talebani e dell’Alleanza del Nord. Se le
truppe se ne andassero avremmo almeno un solo nemico da fronteggiare, invece
di due, e sarebbe più debole senza il loro sostegno.

{{
In Occidente si dice che se le truppe lasciassero il paese ci sarebbe la
guerra civile e i talebani tornerebbero al potere. E’ reale, secondo te,
questo scenario?}}

Parlano di questo pericolo perché serve a giustificare la presenza delle
truppe. Ma nessuno nei media occidentali parla della guerra civile che è già
adesso in atto e della guerra che la popolazione deve subire da parte delle
truppe occidentali. Non credo sarebbe peggio di così.

{{Se le truppe se ne andassero, i democratici del tuo paese avrebbero la
forza per contrastare i talebani e i signori della guerra?}}

I democratici avrebbero una grande responsabilità ma da soli non possono
fare molto. Non hanno nessun tipo di sostegno, né economico né per la loro
sicurezza. Nessuna forza internazionale li ha mai sostenuti. Quello che è
importante è la nazione intera. Adesso la nazione è contro l’occupazione. Il
popolo adesso ha coscienza di quello che succede e se fosse libero
dall’occupazione e dalla guerra, le manifestazioni di resistenza contro i
nemici interni sorgerebbero come funghi.

{{Cosa te lo fa pensare?}}

Il fatto che ovunque adesso sorgono manifestazioni spontanee, di uomini e di
donne, senza il sostegno di nessuno, contro l’occupazione e per i diritti
civili. Ad esempio quella degli studenti e delle donne contro le leggi
sciite. I democratici hanno la responsabilità di non lasciarli soli, di dar
loro una leadership. Devono accettare di farsene carico. La nostra grande
speranza è la consapevolezza politica che si sta formando nella gente. E,
per questo, la cosa più importante è per noi l’istruzione. E’ la chiave
principale per l’emancipazione in Afghanistan. Per questo* *non viene
sostenuta. Soprattutto quella delle donne.

{{E’ possibile che l’Afghanistan faccia a meno dell’aiuto dei paesi
occidentali?}}

No. Certamente abbiamo bisogno di aiuto, di molto aiuto. Ma di aiuto onesto.
Del sostegno dei democratici occidentali, delle organizzazioni umanitarie,
dei movimenti pacifisti e di quelli delle donne. La solidarietà
internazionale è fondamentale. Ma è un sostegno che usa tutt’altri mezzi.
Molto diversi dalle bombe.

{{In sostanza che cosa dovrebbe fare l’Occidente, secondo te?}}

Ci sono tre cose importanti da fare. Primo: non armare i signori della
guerra dell’Allenza del Nord, secondo, frenare le nazioni confinanti come
Iran, Pakistan, Uzbekistan che sostengono i talebani con denaro e armi,
terzo sostenere i veri democratici, i partiti e le singole persone del paese
e la resistenza spontanea che comincia a muoversi. Se dessero a loro lo
stesso aiuto che danno ai criminali di guerra, le cose potrebbero cambiare.
E l’altra cosa importantissima è dare sostegno all’istruzione perché la
gente abbia gli strumenti per capire e lottare per il proprio futuro.
_ Anche i media possono fare molto. Dicendo la verità e informando su quello
che succede davvero, anche sulle manifestazioni spontanee del popolo afgano.

{{
Come è scattata la manifestazione degli studenti?}}

Un attacco delle truppe Nato ha ucciso molta gente in un villaggio, ha
sterminato un’intera famiglia, 19 persone. L’unico sopravvissuto era uno
studente dell’università. Quando gli altri studenti lo hanno saputo sono
usciti per le strade a manifestare contro i bombardamenti.

{{Anche al tempo dell’invasione russa le dimostrazioni di studenti e
studentesse sono state molto forti.}}

Sì, ce n’erano molte agli inizi. Allora era più facile perché c’erano molte
donne istruite ed erano più forti di adesso.
_ Il mio popolo dice che tutto quello che è stato fatto in questi anni è così
orribile da far sembrare “bianca anche la faccia moralmente nera dei russi”.
_ A quel tempo le donne potevano studiare e lavorare e questo era buono ma
quel governo era un fantoccio della Russia. Era anche quello un governo
criminale e non potevamo accettarlo.

{{Che differenze vedi tra l’occupazione russa di allora e quella di oggi?}}

Non è molto diverso. Io ero piccola allora ma mio padre ha combattuto nella
resistenza con i mujahiddin democratici e ha perso una gamba in quella
guerra. Allora ci attaccavano e ci occupavano in nome del socialismo e del
comunismo adesso in nome della democrazia. La differenza è che oggi intorno
a questa guerra c’è anche un consenso internazionale sostenuto da molte
menzogne. E’ anche peggio.
_ Allora l’ Unione Sovietica sosteneva un governo
che, almeno all’inizio, non aveva le mani sporche di sangue. Se le sono
sporcate piano piano e la gente ha capito che erano nemici. Ma adesso la
coalizione sostiene un governo formato da persone che sono già colpevoli di
delitti contro la popolazione. E tutto questo è aggravato dall’enorme
traffico di droga. Dal 2001 ad adesso, in questi otto anni, la produzione di
oppio è aumentata del 4500 per cento.
_ E’ sempre la stessa storia. I democratici vengono sempre uccisi e torturati,
ci sono massacri della popolazione civile. Nessuno si è tirato indietro. Ad
esempio Massud, che era tanto famoso in occidente, è chiamato il “macellaio
di Kabul”. Ha massacrato gli hazara. Si sono sempre combattuti tra loro
questi personaggi e poi si mettevano d’accordo, come Massud e Gulbudine per
esempio. A pagare è stato sempre il popolo afgano.

{{Quanto di questa ideologia fondamentalista misogina fa parte della cultura
afghana e quanto è stato importato dall’estero?}}

Più che parlare di Afghanistan si deve parlare di Islam. La nostra gente ha
delle emozioni pulite verso l’Islam. E’ tollerante. Ad esempio nella mia
famiglia, mia madre è molto religiosa, prega, mio nonno era come lei, mio
zio è molto religioso e mio padre è laico ma, nella nostra famiglia, non si
litiga mai per questo. Ci vogliamo bene e rispettiamo ognuno le idee
dell’altro. Così sono gli afghani.
_ Il problema è il fondamentalismo religioso e quello è in tutti i paesi
islamici. La religione, nelle loro mani, diventa uno strumento per fini
politici. Se la nostra fosse una democrazia laica questi personaggi
perderebbero potere. Perderebbero uno strumento di controllo. Soprattutto
sulle donne.
_ E’ successa una cosa curiosa in questi otto anni. Così come al mondo è stata
data un’immagine pessima dell’Islam, attraverso i fondamentalisti, nello
stesso modo, alla popolazione afgana è stata data un’ immagine pessima della
democrazia. Il popolo non istruito ha subito bombardamenti e massacri in
nome della democrazia e adesso per loro è qualcosa di cui avere paura.

{{Da dove viene questa esasperata crudeltà verso le donne nei
fondamentalisti?}}

E’ molto facile da capire. La metà della popolazione è formata dalle donne.
Hanno paura del potere delle donne. Se le donne avessero un’istruzione,
fossero indipendenti, ci potrebbe essere un’opposizione forte contro di
loro. Nel mio paese si dice che le donne sono ”leonesse dormienti”. E sono
dormienti perché vivono nell’ignoranza, soprattutto dei propri diritti. Se
si svegliassero e aprissero gli occhi, questa gente perderebbe il controllo
su di loro.
_ E poi c’è l’addestramento che si compie nelle madrassa. C’è proprio una
prassi dell’abuso sessuale nelle madrassa. Che ha ovviamente la sua base
nella società patriarcale. E’ abbastanza frequente che i bambini in queste
scuole vengano abusati sessualmente e quindi sono già psicologicamente
predisposti a compiere atti simili. Comunque non è una particolarità solo
dell’Afghanistan. Ovunque nel mondo le vittime più numerose della violenza
sono sempre le donne. E’ chiaro che se questa violenza viene tollerata o
addirittura legalizzata da un sistema, allora si scatena, non ha più freni
.Le situazioni di guerra poi l’aggravano ovunque. La guerra crea l’impunità,
soprattutto per i delitti contro le donne. E più a lungo durerà questa
guerra più questi delitti saranno numerosi.

{{Cosa pensi dell’attentato in cui sono morti 6 soldati italiani?}}

Mi dispiace molto per loro e sono vicina alle loro famiglie come a quelle
dei civili afghani che sono morti con loro. Nel mio paese sappiamo bene cosa
vuol dire. Ogni giorno le nostre famiglie piangono i loro morti. Ma tutti
questi soldati, non solo gli italiani, sono vittime della politica sbagliata
del loro governo. Non si può esportare la democrazia né portare la pace con
le bombe. E anche il vostro governo non ha fatto altro che seguire questa
politica degli Usa.

{{
Adesso in Italia, dopo questo attentato, si parla finalmente di guerra in
Afghanistan e non più di peace keeping. Pensi che sia un passo avanti?}}

Certo. Questo è il risultato della solidarietà internazionale. Si è rivelato
l’inganno sulla guerra. Non solo qui ma in molti altri paesi. La gente sta
aprendo gli occhi. C’è una maggiore pressione da parte dell’opinione
pubblica e dei democratici. I governi cercano di arginare la protesta con lo
spauracchio della guerra civile e del ritorno dei talebani. Hanno paura di
questa presa di coscienza.
_ Lo vedo anche dalla mia esperienza personale. Dovunque vado, la gente viene
a sentirmi perché vogliono capire davvero cosa succede. Vogliono la verità.
E sono sempre più numerosi.

{{Parliamo di te, adesso, e della tua lotta personale. Quando hai attaccato
in parlamento in modo così forte e chiaro i signori della guerra sapevi a
cosa andavi incontro e che le conseguenze per te sarebbero state pesanti.
Per quale motivo hai scelto questa strategia ? Era l’unica strada o avevi
altre scelte?}}

Per prima cosa un democratico, qualsiasi democratico, non solo io, ha solo
due scelte davanti a sé. O quella di combattere, dire la verità e esporsi,
oppure quella di compromettersi con questo governo con un silenzio complice
e fare una vita tranquilla. La mia scelta è stata quella di combattere.

{{Ci sono altre donne, oltre a te, nel parlamento. Come si comportano?}}

Le donne sono per legge il 25 per cento, forse di più che in alcuni
parlamenti occidentali. Ma la maggioranza ha solo un ruolo di facciata. Poi
sono diverse tra loro. Alcune sono donne dei fondamentalisti, sono donne che
chiamano fratelli e padri i talebani,. E queste si comportano come loro. Ad
esempio una mia collega in Parlamento mi ha insultato e minacciato. Mi ha
detto:”Se non stai zitta ti faccio quello che nessun uomo avrebbe il
coraggio di farti!”
_ Altre decidono di compromettersi con il governo, altre sono spaventate,
altre ancora sono democratiche ma sono molto poche. I democratici in
Parlamento si possono contare sulle dita di una mano. E a volte purtroppo
sono silenziosi. Penso che il silenzio delle brave persone sia , a volte,
peggio dell’azione delle cattive.

{{Perché sei entrata in politica?}}

Avevo bisogno di una tribuna per fare sentire la mia voce. Per questo ho
deciso di candidarmi.
_ Sono andata nel 2003 alla Loja Jirga, l’assemblea costituente, e mi sono
espressa con molta chiarezza scatenando, già allora, l’ira dei signori della
guerra. E il popolo lo ha apprezzato e mi ha premiata. Infatti sono poi
stata eletta al Parlamento. In Parlamento è bastato che io dicessi che mi
trovavo in uno zoo, che voleva dire che questo governo è formato da animali,
perché la gente che mi aveva eletto si sentisse rappresentata. Avevo bisogno
di visibilità per avere il consenso del mio popolo e per essere un punto di
riferimento per loro e per i democratici afgani.

{{Cosa significa, per te, essere stata espulsa dal Parlamento?}}

La sospensione dal Parlamento ha avuto due alti costi. Ho perso una tribuna,
quella del parlamento, e il rischio mio personale è diventato più alto. Ma,
dall’altra parte, ho guadagnato la tribuna internazionale. Perché questa
notizia ha fatto il giro del mondo e io adesso parlo dappertutto. Ho detto
ai membri del Parlamento che mi avevano espulso: “Adesso voi siete contenti
di avermi cacciata ma io resterò sempre la stessa persona e continuerò la
mia battaglia anche fuori da qui”.

{{Il rischio per la tua vita è un prezzo molto alto da pagare. Come vivi con
questa minaccia continua?}}

Io vivo nel pericolo come la mia gente. Il problema per me, adesso, è che io
sono famosa, mi conoscono tutti, e questo è davvero un grosso problema. Per
questo motivo non posso avere una vita normale. Nel mio paese vivo come in
prigione ma l’atmosfera non è quella della prigione. Ho intorno a me delle
brave persone che mi sostengono e mi vogliono bene. E’ una bella atmosfera.
Ma non posso uscire e muovermi liberamente. La vita normale non c’è. Ad
esempio, non posso avere un ufficio e questo è un grosso handicap. Se lo
avessi molte persone verrebbero da me, saprebbero dove trovarmi, potrei
parlare con loro, aiutarli. In questa situazione non posso vedere tanta
gente. Più mi muovo più aumenta il rischio per me. Ma, in un certo senso,
questa vita che sono costretta a fare ha anche un effetto positivo sulla
gente. Quando mi incontrano mi chiedono, ad esempio, se le mie guardie del
corpo sono straniere. Io gli rispondo che sono afghane. E questo gli piace.
Vedono come vivo. Non una vita dispendiosa con propaganda e protezione di
truppe straniere ma una vita povera come la loro. Si rispecchiano nel mio
modo di vivere e questo fa sì che si fidino di me.

{{
Usi il burka per muoverti clandestinamente?}}

Certo. In questo momento sono costretta ad usare questo odioso indumento
perché mi protegge. Così come lo usano le altre donne, per lo stesso motivo.
Le donne corrono rischi altissimi nel mio paese, aggressioni con l’acido,
amputazioni, violenze sessuali, rapimenti, uccisioni. E il burka rende
anonimi, nasconde. E’ paradossale che per l’occidente sia stato il simbolo
del pretesto dell’invasione. Il burka adesso non è certo il nostro problema
principale. Il problema vero è la sicurezza che non c’è. Le donne stanno
lottando per avere una vita umana. Per la vita in senso stretto. Quella di
una donna si spegne come quella di un uccellino. Con la stessa facilità. E
dobbiamo difenderci con i mezzi che abbiamo. Anche col burka.
{{
Ci vuole molto coraggio per vivere una vita come la tua. Qual è il tuo
stato d’animo in mezzo a tutte queste difficoltà?}}

La mancanza di qualsiasi normalità, anche minima, è pesante. E anche la
minaccia continua. So bene che le mie guardie del corpo non sono sufficienti
a proteggermi. Devo usare altri stratagemmi. La clandestinità vuol dire che
devo magari incontrare qualcuno in una casa, fare un’intervista in un’altra,
dormire in un’altra ancora. Devo cambiare continuamente casa. E’ così la mia
vita. Ci sono enormi problemi continuamente e, a volte, arrivano i momenti
di sconforto. Ma non sono la sola ad affrontare queste difficoltà nel mio
paese. E la gente che soffre ha fiducia in me. Questo mi dà la forza di
superarli. E si va avanti.

{{Oltre alle minacce di morte c’è anche una campagna denigratoria contro di
te?}}

Certo. La propaganda contro di me mi avvilisce. Un giorno, ad esempio, mia
sorella è andata col marito in un’altra provincia e ha sentito la gente che
parlava di me. Nessuno sa chi sono i miei parenti, la mia famiglia, mio
marito. Così parlavano liberamente. Dicevano che nel paese avevano una sola
speranza ed era una donna, una donna che diceva la verità, ma che,
purtroppo, adesso, è fuori dal paese, fa degli affari. Non sappiamo cosa fa,
hanno detto, ma abbiamo sentito che ha fatto un film. Dicono che io ho fatto
soldi con questo film, un po’ come se fossi diventata un’attrice famosa. E
dal momento che non posso farmi vedere molto e non posso replicare, la gente
ci crede. Quello che io temo è la perdita di contatto con le persone.
_ Mi arrivano anche molte minacce telefoniche ma non si riesce mai a
rintracciare da dove vengono. Usano una carta sim e poi la buttano via. I
miei sostenitori mi dicono che è molto importante che io resti viva. Ma è
sempre più difficile. Questi fondamentalisti potrebbero trovarmi anche qui.
Viaggiare è sempre pericoloso.
_ Ad esempio sono andata a Farah , la mia provincia, dove molta gente mi
sostiene e mi ha votato. Ma è proprio lì che c’è stato un attacco suicida
contro di me. Sono sopravvissuta. La macchina è saltata troppo presto, prima
che noi arrivassimo sul ponte dove mi aspettavano.

{{
Non hai mai pensato di lasciare il tuo paese e di continuare la tua lotta
da fuori, al sicuro?}}

Ci sono tanti altri che lo fanno. Quando vengono minacciati se ne vanno. Ma
se partissi perderei la mia forza politica, la mia credibilità. Andarmene
vorrebbe dire che uso i benefici che l’occidente mi potrebbe dare in ragione
del mio ruolo. Potrebbero dire che è un po’ poco, è comodo. Ha denunciato la
situazione e poi se ne va. Lei può farlo. Ma noi dobbiamo restare qui. Come
se tutta la mia battaglia non fosse altro che un modo per andarmene, creare
uno scandalo e poi scappare. Si sentirebbero traditi. Non voglio questi
privilegi. Rimango vicina alla mia gente. E poi non potrei più incontrare
nessuno. Qui non mi possono telefonare, non possono incontrarmi.

{{Potresti fare un lavoro diverso.}}

Sì, certo. Potrei fare un lavoro di sensibilizzazione politica ma ci sono
già persone così, anche se vorrei che fossero più attive in questo. Perché è
facile ammazzare una persona ma se fossimo tanti, se la protesta si
allargasse, non sarebbe più così facile. Devono muoversi. Quello che temo
più della morte è il silenzio. Il silenzio dei democratici che si arrendono.

{{ {Domande di Lucrezia Lombardo, laureanda in filosofia, che ha partecipato al
nostro incontro.} }}

{{Potrebbe essere possibile una resistenza non violenta in Afghanistan?}}

La mia gente non ne può più della guerra, e fa manifestazioni pacifiche. Ma
è difficile perché hanno paura. Sono indifesi. Naturalmente sarebbe
auspicabile una lotta fatta attraverso la consapevolezza della gente, la
messa al bando di queste milizie e di queste forze armate, attraverso la
cultura, l’informazione. Gli afghani preferirebbero che l’occidente
denunciasse questi criminali e li portasse di fronte ad un tribunale
internazionale invece di proteggerli. Ma ci sono dei momenti storici in cui
i popoli si sono dovuti attrezzare per combattere contro i nemici occupanti.
Come ai tempi dei Russi, sono le condizioni che richiedono le armi. Per
potersi difendere e cambiare le cose.
_ Io stessa sono contraria alle armi ma le mie guardie del corpo sono armate.
Non è sicuramente una scelta che avrei fatto se non per proteggere la mia
vita.

{{
Cosa chiede la gente contro i criminali di guerra di cui hai parlato?}}

Quello che la gente chiede non è che questi criminali vengano uccisi ma che
vengano processati, vengano incarcerati, messi nelle gabbie, perché si
sappia che sono stati puniti per quello che hanno fatto. Non chiedono
vendetta ma giustizia.

{{Ti sei mai pentita della tua scelta?}}

Mai. Non c’è niente di cui pentirsi quando si dice la verità, questo è
sufficiente. Ogni giorno, attraverso il consenso che ricevo dalla mia gente,
mi rendo conto di quanto è stata giusta la mia scelta.

{{Come vedi tu le donne occidentali? Sono, come credono, un modello di
emancipazione?}}

Io credo che le donne in tutto il mondo siano una grande forza e che
dovrebbero essere unite. Specialmente le donne che combattono in paesi dove
c’è la guerra perché le nostre condizioni sono simili. La solidarietà delle
donne occidentali per le donne del mio paese è importantissima. Solo la
coesione di tutte le donne, occidentali e orientali, può portare a una vera
emancipazione. Ognuna ha la sua battaglia da fare. Ma secondo me le donne
non devono combattere da sole. Uomini e donne democratici devono combattere
insieme per l’eguaglianza dei diritti, fianco a fianco.

{{Pensi che i cambiamenti positivi possano venire da giuste politiche del
governo, qualora ci fossero, oppure i cambiamenti possono venire solo dalla
lotta della gente?}}

E’ molto importante il tipo di governo. La democrazia vera che porti aiuto
nell’istruzione e nella società è fondamentale. Non ci sono speranze con un
governo come questo di signori della guerra. E non ci sarebbero speranze per
loro se ci fosse davvero una democrazia nel mio paese, un governo sostenuto
dalla gente.

*L’intervista è finita. Malalai mi porta un album di fotografie. Lo tiene
stretto come se se fosse l’album di famiglia. E, per lei, lo è. Tante
immagini a colori, di bambini, donne, uomini e vecchi del suo paese,
ricoverati in ospedale dopo i bombardamenti Nato. Corpi straziati, bruciati,
feriti, devastati. Che non abbiamo il coraggio di guardare fino in fondo.*

{Intervista effettuata il 24 settembre 2009}

– La foto è tratta dal documentario [Enemies of happiness->http://www.enemiesofhappiness.com/] della regista Eva Mulvad