Il caso del ginecologo suicida e la più generalizzata campagna di criminalizzazione delle donne
Come donne della Rete194 di Genova vorremmo ragionare sul caso del ginecologo suicida nel pieno del vociare assordante dei mezzi di comunicazione, fra le grida furiose e i falsi pietismi, in un vociare da mercato, spesso volgare e violento, tra ipocrisie e sensati richiami alla ragione. Ed è a partire proprio da questo brusio di fondo che vorremmo riflettere su cosa ha smosso in noi la brutta faccenda del ginecologo genovese, al di la’ del dramma umano.A nostro parere ciò che è accaduto ha messo in evidenza diversi aspetti: il primo è che è assolutamente necessario ed urgente che la legge venga applicata nella sua interezza, potenziata in modo da restituirci la rassicurante certezza del suo pieno rispetto, dai tempi di attesa ridotti, all’iter meno faticoso, al sacrosanto diritto alla privacy.
Ciò che però ci fa orrore constatare è la discendenza diretta della campagna mediatica in corso in {{relazione alla vicenda del noto ginecologo dalla più generalizzata campagna di criminalizzazione delle donne}} che sostengono la legge e alla quale fanno ricorso. E se agli occhi del consorzio umano risulto un’assassina se faccio ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, se me lo posso permettere, ricorro alle strutture clandestine, illegali anche se dorate.
_ Non riteniamo valga la pena di commentare l’uscita di ieri di Ferrara che ha utilizzato la scritta che campeggiava sul campo di sterminio di Auschiwtz, per fare un gioco di parole macabro e violento. Basta guardarlo: è un uomo che ha tanti problemi, evidentemente con il suo di corpo e con la sua di sessualita’, prima di tutto.
_ È tutto il resto che è aberrante, i giornali, i dibattiti, il cosiddetto senso comune…
Leggiamoli i nostri giornali: oggi ci stanno fornendo talmente tanti {{dettagli sulle donne indagate che pensiamo che più di mezza Genova le abbia riconosciute}}, mettendo in pasto al pubblico ludibrio le motivazioni che le hanno portate all’aborto. Le donne sono le vere colpevoli, così prive di senso etico, di uno straccio di morale, loro che per mostrarsi ignude su spiagge lontane non esitano ad uccidere un bambino, loro che per coprire un adulterio trucidano il figlio del peccato…
_ Vecchie parole, vecchi pensieri, vecchie ipocrisie ma evidentemente ancora cosi’ radicate e potenti da indurre le donne a cercare il modo di sottrarsi a questi processi.
E’ nostro parere che stiate dando un {{pessimo contributo sia culturale, che professionale alla vostra categoria}} e a tutti coloro che acquistano e leggono i vostri giornali. Forse che non sarebbe uno scoop, in tempo di par condicio, sbattere in prima pagina “l’inseminatore” (lo definireste cosi?) della signora Torretta? O della pallanuotista? O della manager?
Ma non scherziamo, la decenza, la cultura, la legge, impongono {{il rispetto, almeno della privacy delle persone}} coinvolte in questa come in altre vicende. Peccato non averne trovato traccia nei vostri articoli.
_ Ci rincresce dover constatare che ancora una volta il livello qualitativo, in termini di correttezza, umanità e professionalità delle reazioni mediatiche locali sia stato ancora una volta cosi povero.
Ma non demordiamo, abbiamo fiducia e vi proponiamo: riparliamone insieme, d’altro canto oltre che essere l’altra metà del cielo {{siamo anche l’altra metà degli acquirenti dei vostri giornali}}.
Buon lavoro
{
Le donne della Rete194 di Genova}
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