Il 21 novembre i precari dell’Istituto Superiore di Sanità danno il via all’occupazione dell’aula Pocchiari. La decisione è seguita alla notizia che la copertura economica messa in gioco per la stabilizzazione dei precari, da discutere in Commissione Bilancio in occasione dell’approvazione della Legge di Stabilità, è molto diversa da quella necessaria per la stabilizzazione dei precari. Lo scenario al momento è il seguente: solo 100 dei 530 precari possono sperare nella stabilizzazione nel giro di un anno. Per il resto dei precari si profila un periodo di precarietà a tempo indeterminato, non diverso da quello già in corso.
Il 22 novembre si muove qualcosa. Si capisce che ai milioni stanziati dal Ministero della Salute se ne aggiungeranno altri della Funzione Pubblica (in virtù di un accordo tra la Ministra Lorenzin e la Ministra Madia). A questi si aggiungerebbero fondi dell’ISS (per altro già in uso per gli stipendi dei precari). Questo vuol dire stabilizzazione per circa 430 precari nel giro di un anno, i restanti nel giro dei successivi due.
La casella è: il triennio delle meraviglie. Ma le notizie che arrivano lasciano intendere che il MEF è contrario.
Si ritorna alla casella di partenza. Come in un asfissiante gioco dell’oca. In questo momento per i precari si profila nuovamente il ben noto periodo di precarietà a tempo indeterminato. Giunge la notizia che il MEF ha dato l’ok. Di nuovo quasi tutti dentro al processo di stabilizzazione. In tre anni.
Invece no: il Presidente dell’Istituto chiama una delegazione dei precari e annuncia loro che l’emendamento, pur avendo trovato tutte le risorse necessarie attraverso un’azione congiunta del Ministro Lorenzin, il Ministro Madia e il Presidente dell’ISS, sarà rinviato al Senato su decisione del Ministro Boschi a dopo il referendum del 4 dicembre.
Ai precari si profila nuovamente il ben noto periodo di precarietà a tempo indeterminato. Un gruppo di persone rimane a dormire in Istituto per continuare l’occupazione. Le altre persone tornano a casa, dalle figlie e dai figli, dalle compagne e dai compagni, dalle mogli e dai mariti, dalle famiglie.
Il giorno dopo si riparte dal via! Il gioco dell’Oc(h)iss: ci si organizza per i turni diurni e notturni, si organizza il lavoro del gruppo social e del gruppo media, si decide di raccontare le #530storie e #pillolediscienza.
Intanto l’aula Pocchiari diventa meta di giornalisti interessati alle storie dei precari.
E così che il 30 Novembre la trasmissione Coffee break della 7 manda in onda un servizio sull’Occupazione dell’ISS. La Ministra Beatrice Lorenzin è in studio e, nel commentare il servizio andato in onda, conferma che le coperture per l’emendamento e che la volontà del governo ci sono, che il rinvio al senato per tutto ciò che riguarda la Pubblica Amministrazione è stato solo tecnico, che l’ISS è un patrimonio di ricerca a disposizione dei territori, che la stabilizzazione dei precari è fondamentale per il rilancio dell’Istituto.
Soprattutto conferma che l’emendamento sarà discusso e votato in senato a prescindere dall’esito del referendum. Tiriamo i dadi. E ci spostiamo di qualche casella.
L’esito del referendum e la conseguente crisi di governo, nonché la fiducia posta sulla Legge di Stabilità rende impossibile la modifica e la discussione del testo dell’emendamento riguardante i precari dell’Istituto. Ai precari si profila nuovamente il ben noto periodo di precarietà a tempo indeterminato.
Si ritorna alla casella di partenza. Il nuovo consiglio dei ministri vede tra la squadra di governo riconfermata la Ministra Lorenzin che, dunque, rimane il nostro interlocutore… tiriamo i dadi… e vi faremo sapere!
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CHI SIAMO
L’Istituto Superiore di Sanità conta circa 2.000 dipendenti, di questi, 530 sono precari (27%)
Per garantire l’assunzione a tempo indeterminato di questi lavoratori precari si stima sia necessaria una somma di circa 24/27 milioni di euro.
PERCHE’ CHIEDIAMO LA STABILIZZAZIONE
- Secondo una sentenza della Corte di Giustizia europea i precari con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato
- Lavorare per 15 anni consecutivi (in media) con contratti a tempo determinato o Co.Co.Co. non è giustificabile per far fronte ad esigenze permanenti e durature
- Per evitare di usare parte dei fondi dei progetti di ricerca e dei fondi strutturali per pagare il personale precario
- Per consentire ai dipartimenti e ai centri dell’ISS di orientare le proprie attività sulle priorità del Servizio Sanitario Nazionale e non su quelle degli enti finanziatori
- Perché i lavoratori precari hanno difficoltà di accesso al credito e questo si traduce nella impossibilità di una progettualità futura e nella percezione di vivere costantemente in uno stato di incertezza
L’OCCUPAZIONE CONTINUA
La mobilitazione continua e si attende il prossimo intervento correttivo per consentire l’utilizzo dei fondi per l’assunzione dei precari ISS.
Ad oggi, si attende che la ministra Beatrice Lorenzin, dopo il giuramento del Governo Gentiloni, rispetti gli impegni assunti nei confronti dei precari della ricerca e inserisca il provvedimento nel decreto mille proroghe.
COSA HA PRODOTTO QUESTA OCCUPAZIONE
La mobilitazione è stata un’occasione che ha permesso a tutti i ricercatori e i tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità di stabilire delle relazioni tra colleghi e soprattutto ha fatto scaturire la voglia di farsi conoscere dai cittadini, raccontando le attività dell’ISS e quanto queste siano importanti per la tutela della Salute Pubblica.