Il movimento delle donne libere curde sul ritiro dalla Convenzione di Istanbul – Il 25 marzo presidio di protesta a Roma
Giovedì 25 marzo a Roma, in piazza Indipendenza, alle ore 16.00 ci sarà un presidio per protesta contro il ritiro dalla Convenzione di Istanbul da parte
della Turchia.
COMUNICATO DEL TJA
MOVIMENTO DELLE DONNE LIBERE CURDE
Il Movimento delle donne libere (TJA) condanna fortemente la decisione di Erdogan di ritirare la firma alla Convenzione di Istanbul, che tutela le donne contro la violenza, ed è al fianco di tutte le donne che hanno riempito le piazze e tutti gli insorti che hanno festeggiato il Newroz.
Ricordiamo che il potere maschile ha alimentato la propria esistenza sfruttando la violenza sulle donne e la distruzione dei diritti di tutti gli oppressi, ma c’è qualcosa che dimenticano e non tengono in conto: che la storia delle donne e dei popoli oppressi, che resistono con la forza, con l’intelligenza e le lotte, insegna che essi non permetteranno mai di mantenere la schiavitù che la mentalità dominante vorrebbe ancora oggi.
Le donne e gli uomini oppressi non hanno accettato l’alienazione,, la resa e la cultura dello stupro e continueranno a resistere per l’esistenza, difendendosi da questa mentalità e sventolando la bandiera della libertà.
Le donne non hanno lasciato le piazze e le strade, dove risuona il loro slogan “EM XWE DIPAREZIN “( CI DIFENDIAMO).
“Sono le donne che affollano le strade e le piazze con il motto “La Convenzione di Istanbul keeps Alive”; contro l’annullamento illegale della Convenzione, preparata con grande impegno e diligenza dalle stesse donne e dalle segrete ribelli che espongono i loro corpi fino alla morte per rompere l’isolamento assoluto e garantire la propria libertà.
Queste donne ribelli salutano tutte le altre donne che hanno gridato “Biji 8’ e Adarè” ( “Viva l’8 marzo”), con grande entusiasmo e determinazione nelle piazze del mondo, con lo slogan “Difendiamo la vita dall’isolamento contro il massacro delle donne l’8 marzo”
Commemoriamo con grande gratitudine coloro che furono un ponte di fuoco, le Semalar (nome di una martire per la libertà), che lottarono con grande sacrificio nella nostra storia della libertà. Per difendere queste presenze, le donne di tutto il Kurdistan sollevano la bandiera della libertà e, in particolare, il nostro fuoco, che ricorda a tutte noi che siamo presenti come donne e giovani che salutano tutto il popolo della Turchia.