Il W20 ad Assisi: Il cambiamento culturale
La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, intervenuta al WOMEN20 (Assisi, Palazzo Monte frumentario, 7 c.m.), organizzato dall’apposito gruppo ufficiale del G20, ha annunciato la nascita dell’Osservatorio W20 sulla condizione femminile, promosso, tra altre iniziative, dalla Delegazione italiana del W20 capeggiata da Elvira Marasco che ne ha sottolineato l’importanza sia rispetto al lavoro svolto negli anni tenendo conto “delle problematiche legate al mondo del lavoro femminile”, che al materiale di varia natura documentaria da mettere a disposizione di chi si interessa della situazione delle donne nel nostro Paese.
Al centro del summitla parità di genere, il suo ruolo nel cambiamento socio-culturale in atto in Italia e le sue interazioni, a livello governativo, con gli altri Paesi del G20 e la Ministra ha ricordato che “l’Italia ha messo in campo la prima strategia nazionale per la parità di genere”; ha auspicato la formulazione di un’agenda internazionale che garantisca e promuova diritti e libertà femminile e una parità di genere che permetta al meglio l’espressione dei talenti e il contributo alla società; ha ricordato “la responsabilità di tutta la comunità internazionale” rispetto a ciò che sta avvenendo in Afghanistan e alla necessità di tutelare diritti fondamentali delle Afghane, non rassegnate a perdere la parola e ciò che hanno conquistato negli anni e che sono di esempio a tutte; un “dovere”, ha detto, su cui l’Italia è impegnata in prima linea” e che coinvolge tutti i Paesi del G20.
Non in ultimo, la Ministra ha toccato il tema Covid che tanto impatto ha avuto sulla vita, anche lavorativa delle donne, dichiarando prioritario “l’affidarsi alla scienza” in linea con quanto detto dal Presidente Mattarella sulla possibilità di sconfiggere il virus solo tramite vaccinazioni ed estensione del Green pass. Al meeting, realizzato in presenza e in streaming, promosso da W20-Italia 2021, da G20-Italia-2021 e dalla Città di Assisi, è giunto il messaggio di Dacia Maraini sulla necessità di riscrivere la storia, recuperare memorie, “dar luce e fiducia” alle tante che nel tempo sono state meritevoli, talentuose e autorevoli senza per questo salvarsi dalla cancellazione, “per non creare pericolosi modelli per le nuove generazioni.”