IMOLA – si apre sabato 13 ottobre 2018 la rassegna “Trame ribelli”, contro il razzismo e la violenza alle donne.
“Mentre la povertà aumenta e si erodono i diritti, sembra che l’unico problema siano i migranti che cercano di entrare in Italia. Dietro il clamore delle polemiche dei politici e del governo, spariscono le storie e le conquiste delle donne. Ecco perché abbiamo organizzato tre mesi costellati da iniziative per richiamare l’attenzione sulle tante violenze che si compiono sulla pelle delle donne”. Silvia Torneri del centro interculturale “Trama di Terre”, che nel 2017 ha sostenuto e aiutato 109 donne vittime di violenza utilizzando anche due appartamenti che possono ospitarne una quindicina, illustra un calendario interessante di avvenimenti organizzati insieme con altre associazioni.
Si parte giovedì 11 ottobre con un’assemblea cittadina di donne, alle 18,30 a Trama, contro il disegno di legge Pillon e il decreto legge Salvini.
Alessandra e Sara, due giovani donne del centro interculturale ne spiegano i pericoli maggiori: “Il disegno di legge Pillon non farà che peggiorare la situazione per tutte le donne, obbligandole alla mediazione familiare anche in situazioni di violenza, affidando figli e figlie in maniera ‘paritaria’ ai padri maltrattanti, abolendo l’assegno di mantenimento, sdoganando la cosiddetta ‘sindrome da alienazione parentale’ che non ha fondate basi scientifiche.
Al tempo stesso il decreto Salvini, approvato il 24 settembre dal Consiglio dei Ministri, smantellerà le buone prassi di accoglienza presenti sui territori tornando a una politica dei ‘grandi centri’, creando sempre più marginalità e più precarietà per le persone migranti, rendendo doppiamente vulnerabili le donne straniere”.
Sabato 13 si terrà, al mattino alle 11 per gli studenti del liceo sociale al teatro Lolli, uno spettacolo dal titolo “Raptus. Dal mito greco al femminicidio” di e con Rossella Dassu che sarà replicato al pomeriggio alle 17,30 nello stesso luogo all’interno della rassegna “Oltre la siepe” con ingresso gratuito.
“Quello che ci siamo proposte – spiegano le donne di Trama – è un percorso a ritroso che ci permetta di identificare le origini storiche e culturali di questi gesti efferati, erroneamente definiti ‘raptus’, consapevoli del fatto che se si vuole avere una comprensione del presente e delle nevralgie che lo caratterizzano, bisogna ripartire dalle origini. E così siamo tornati indietro fino al mito greco, quel patrimonio ricchissimo a cui ancora oggi attingono psicologia e psicoanalisi e da cui trae origine il nostro immaginario occidentale, per scoprire che spesso accanto ad eroi dalle gesta gloriose si alternano figure femminili subalterne, spesso puramente a servizio dei protagonisti maschili, talvolta da questi tradite e abbandonate, talvolta spinte all’azione dall’orgoglio e definite di conseguenza come pericolose ed efferate criminali. Non sorprende del resto che tutto ciò che ci è stato tramandato dall’antica Grecia si sia conservato grazie alla preziosa mediazione di autori rigorosamente uomini. E così diamo voce ad alcune di quelle donne e ad alcuni di quegli uomini, immaginandoli protagonisti di un processo in cui imputati e vittime alternano la loro versione dei fatti per concludere con l’intervento di un coro/giudice che più che giudicare tenta di comprendere, consci del fatto che risieda nella comprensione l’unica possibile giustizia, se di giustizia si può mai parlare”.
Ricorderemo le iniziative successive di ottobre, novembre e dicembre nell’imminenza delle date.