Impressioni tunisine
Durante il Forum Sociale Mondiale (FSM) di Tunisi , tenutosi dal 24 al 28 marzo scorsi, a proposito del quale il ” Paese delle donne” ha recentemente pubblicato un mio report, ho ho avuto la possibilità di conoscere Sihem El Habed, giovane tunisina che conosce perfettamente l’italiano, esponente di Casa Africa un’associazione internazionale con presenze anche in Italia con la quale abbiamo organizzato , all’interno del FSM, un seminario sulla funzione e sulla necessità del femminismo oggi.
Grazie alla disponibilità di Sihem abbiamo avuto l’opportunità di rivolgere alcune domande a tre donne tunisine, differenti per età e professione .
Ci interessava, al di fuori del FSM, raccogliere commenti ed impressioni di donne sulla complessa situazione della Tunisia, un paese importante se si ragionea in una dimensione geo-politica e nel contesto euro-mediterraneo.
Le domande hanno riguardato la situazione odierna in Tunisia, l’impatto determinato dalle cosiddette ” primavere arabe”, l’attentato terroristico al Museo del Bardo e le conseguenze che tutto ciò ha determinato e determina sulla vita delle donne.
Le brevi interviste , nella loro semplicità, consentono di raccogliere impressioni, stati d’animo ed opinioni di donne che vivono in prima persona la realtà tunisina. Sihem El Habed, inoltre, ha voluto rispondere lei stessa alle domande offrendo ulteriori spunti di riflessione. Grazie dunque a Sihem con la quale resteremo in contatto anche tramite « Casa Africa ».
Qual’e il vostro giudizio sulla situazione sociale, politica ed economica in Tunisia?
Monjia Haoula ( 54 anni, imprenditrice): così così, potrebbe andare meglio
Najeh Mokhtar ( 48 anni impiegata in una agenzia assicurativa) : è il caos
Meriam Bellil (38 anni, insegnante di italiano) : Siamo nella « m**da
Sihem El Abed (36 anni, assistente di direzione in un’agenzia di comunicazione)* : La situazione sociale è in processo di miglioramento dopo le elezioni 2014. La società si sente relativamente confortata dopo l’uscita dal governo del pericoloso “nahdha” (partito islamico). Infatti ,dopo la loro vittoria nelle elezioni del 2011, i simpatizzanti di questo partito sono diventati violenti e provocatori e questo ha creato molta tensione sociale che si vede ovunque, anche nelle amministrazioni pubbliche . Dopo le ultime dichiarazioni del governo per combattere il terrorismo ,un fenomeno sconosciuto sinora al paese ,la gente riprova un certo sentimento di fiducia nei confronti del governo. La situazione sociale sta migliorando nonostante l’esistenza del terrorismo ,si vedono azioni per la pulizia delle città. Dal punto di vista economico il costo della vita e il potere di acquisto rimangono un gran problema, contemporaneamente certe attività conoscono grande crisi mentre altre sono in espansione malgrado tutto (come per esempio il settore edile)
Come si sono collocate nel contesto tunisino le cosiddette « rivoluzioni arabe » e che ripercussioni hanno avuto sulla situazione sociale e politica?
Monjia H.: Le rivoluzioni tunisine sono state differente dalle altre e le loro ripercussioni si sentiranno sul lungo periodo
Najeh M. : sono state alimentate dal nuovo ordine mondiale per indebolire e far affondare le società arabo-musulmane che in effetti sono cadute nella trappola
Meriam B. : le cosiddette rivoluzioni arabe hanno causato più danni che effetti positivi dal punto di vista sociale. Invece politicamente hanno aperto la porta al multipartismo, sopratutto hanno aperto la porta ai partiti di opposizioni veri e propri e non di cartone come erano nel precedente regime
Sihem E.A.: Le cosiddette rivoluzioni della primavera araba, generalmente, hanno avuto un impatto negativo sul popolo tunisino, soprattutto sul piano sociale ed economico, in particolare per il fatto che “l’islam “è stato presentato, ipocritamente, come vittima e l’occidente , tout court, come oppressore dei poveri . Il tentativo è stato quello di dividere la società tra “musulmani” e non musulmani e di associare l’ateismo alla laicità. Ma la forza e la grande capacità di sensibilizzazione della società civile hanno evitato al paese una guerra civile, soprattutto dopo il tentativo dei “fratelli “ integralisti, favorevoli a Marzouki, candidato alle presidenziali del 2014, di dividere la Tunisia tra sud e nord dopo che gli “nahdaoui “ (gli aderenti al partito islamico) hanno provato a dividerci tra islamisti e laici e tra le coste e le zone dell’interno (meno sviluppate) . Per quanto riguarda il gran numero di terroristi tunisini in Siria, c’è da sottolineare che la maggior parte di loro si è trasferita senza consapevolezza della situazione siriana. Sono stati corrotti con i soldi a partire dal fatto che una gran parte di loro provengono da ambienti sociali difficili (povertà e marginalità)e tanti erano stati prigionieri per furto e atti di criminalità ( al tempo dell’ex presidente Marzouki ad ogni festa nazionale o religiosa si liberavano un gran numero di detenuti pericolosi con l’obiettivo di trasferirli in Siria) Ai laureati o universitari è stato invece assegnato il compito del “lavaggio di cervello” e di interfaccia nei confronti di giovani vagabondi o non- istruiti
Cosa pensate dell’attentao al Museo del Bardo?
Mongia H. vile e criminale
Najeh M.: non avrebbe dovuto accadere se avessimo preso sul serio la minaccia terrorista. Devono prevalere un rigore ed una disciplina migliori
Meriam B.: gli attentati del Bardo hanno colpito tutti e hanno spaventato i tunisini. Ma vista la situazione d instabilità che viviamo ed i precenti attentati era una cosa che poteva accadere
Sihem E.A.: Con gli attacchi terroristici al Museo del Bardo ,hanno voluto inviare un messaggio forte al governo e al popolo , come per dire che sono in grado di procedere in qualsiasi posto , anche nel cuore della Camera dei deputati ,anche nel palazzo presidenziale se lo volessero. Attaccare i turisti è stata una scelta precisa sia per accendere l’interesse dei media di tutto il mondo sulle loro operazioni terroristiche, sia per far abbassare il morale e per mettere in mostra i difetti e le falle della sicurezza nazionale. Volevano farci sentire soli ed isolati e far sì cosi non venga più in Tunisia. L’attacco terrorista era atteso, ma nessuno immaginava che avrebbero avuto il coraggio di farlo in un luogo abbastanza sicuro come un Museo così importante come il Bardo.
Tutto ciò influenza la vita delle donne ?)
Mongia H. : Sì
Najeh M. : soprattutto la vita delle donne
Meriam B. : “tutto questo ha dato più forza, più potere e soprattutto maggior volontà alle donne . Se vediamo tutti Ie manifestazione noteremo sicuramente che la presenza delle donne di tutte le età è di gran lunga maggior di quella degli uomini. Questo fatto è confermato anche dall’esito delle ultime elezioni: è stato il voto delle donne a determinare la vittoria del partito che ha ottenuto la maggioranza.
Sihem E.A. L’attentato del museo di Bardo forse colpisce gli uomini in Tunisia , ma sarà più difficile che siano colpite anche le donne, perché sono le più forti! Le donne tunisine hanno vissuto e continuano a vivere il “terrorismo” dentro le mura domestiche e quindi sono vaccinate e pronte per affrontare altre forme di terrore (hehehehe !!) Dall’altra parte tutti i leader dei partiti politici affermano che non c’è paura in Tunisia. In particolare le donne tunisine hanno difeso il concetto di modernità del paese e durante elezioni hanno avuto un ruolo importante tramite le sit-in e le manifestazioni per battere i “fratelli” integralisti.
Credete che il femminismo abbia delle cose da dire in questo momento ?
Mongia H. : « Assolutamente »
Najeh M. : prima di tutto il nazionalismo, tutto il resto si vedrà
Meriam B. : sicuramente il futuro sarà nelle mani delle donne, non credo che le mamme e le moglie a cui sono morte delle persone care in nome della patria lasceranno che i colpevoli restino impuniti ma cercheranno sicuramente di agire attraverso le associazione delle società civile. Come tra l’ altro la già fatto la vedova di Chokri Belaïd. (ndr : noto avvocato tunisino fondatore del « partito dei patrioti democratici » confluito nel « Fronte popolare Tunisino » assassinato il 6 febbraio del 2013).
Sihem E.A. Per il femminismo la lotta continua per la parità tra uomo /donna dentro e fuori casa , in particolare per i loro diritti . Per esempio le donne tunisine che dopo il divorzio non hanno figli minori non hanno nessun diritto e se non lavorano possono trovarsi, a 50 o 60 anni, con le mani vuote e per strada. Infatti, ciò che hanno costruito, con una partecipazione finanziaria, fisica e morale, con i loro ex mariti non viene loro riconosciuto.
* Sihem El Abed è una delle attivista di “Casa Africa”, l’associazione che , durante il Forum Sociale di Tunisi, insieme a FAE e Trasnform! , ha organizzato il seminario ““En quoi le féminisme est une force pour une société de réelle égalité dans tous les domaines et un rempart contre tous les extrémismes? Why and how feminism is a force for real equality in all fields of society and a bulwark against all sorts of extremism?”)
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