All’Antigone di Sofocle (rappresentata alle Grandi Dionisie di Atene, nel 442 a.C.), Nicoletta Nuzzo dedica righe intense nella sua ultima raccolta: Io / creatura imprevista / ho parlato con le ombre anche indesiderate / ho imparato il fiato solenne di essere un corpo di donna / rinascente di cometa sotto pelle / fluente di riccioli di onde tutt’attorno (Antigone, p. 22).


Pugliese, da lungo tempo in Umbria, Nuzzo ha stretto un patto poetico con la natura, le sue ombre, le
sue luci, i giardini, i fiori, anche i terremoti) e figure di donne che hanno attraversato la sua vita e il suo
immaginario (Giulia, zia Pietrina, la madre, il padre, il suo amore, Livia, Cassandra, le Parche).

Il dialogo continua con le cose (Tavolino, p. 11), con insetti (L’ape, p. 18), gli animali del sottobosco
(Riccio, p. 21), le radici e i frutti (Seme, p. 17), i cieli (Chiaro di Luna, 43) e le variazioni d’umore e di
sentimenti nell’esistere (Ore liete, p. 52):
L’ignoto rintocca sottopelle / ho il cuore in gola come una lucertola inseguita / le guance si arrossano
mentre si gualciscono sulla terra / è lì che si annida il battito anche della farfalla più breve (Terra, p. 51)

Nelle due parti della raccolta – Imprevista o delle risonanze ritrovate e Rupestre o dell’istinto per il segno
– il continuo pendolare tra il volersi dire e dire l’attorno:
Se non ci fosse voluto così tanto tempo per me / avrei voluto capire di più le rose (Rimpianto, p. 26)

In Prefazione, Nicoletta Nuzzo, dichiara:
“Continua in queste poesie il mio percorso d’identità, la necessità di una poesia per un io in continua
gestazione, continua l’alleanza con la parola con i vari momenti della mia esistenza. La poesia come
luogo di costruzione di un simbolico femminile, quindi di immagini conformi alla mia esperienza di
donne e non a un dover essere.” (p. 7)

Una poeta, da noi più volte recensita e anche premiata (Premio il Paese delle donne 2020, sez. Poesia),
di grande delicatezza, che introduce in questa raccolta interessanti commistioni, come i versi di Clarice
Lispector (Intimità, p. 39) e talvolta mette a piè di pagina il riferimento al luogo, all’occasione, a un
particolare significativo nella composizione: es. la statua della benefattrice (Bonissima, XII secolo), all’angolo del Palazzo comunale di Modena (In piazza a Modena, p. 40); l’evento del 7 gennaio 2020 in solidarietà alle madri vittime della violenza istituzionale (Di lunedì a Perugia, p. 46).

In copertina, l’opera Frattura (2016) di Pina Nuzzo.

Info: Nicoletta Nuzzo, Imprevista. – Bedonia (Parma): Rupe Mutevole, 2022.